Poteva non andare down il portale di Invitalia per il bonus terme?

Nella giornata di ieri, quella in cui le strutture termali avrebbero dovuto trasmettere le richieste, il sito è stato accessibile solo per 4 minuti

Del bonus terme si è fatto un gran parlare. La misura, che vede un contributo pro capite di 200 euro per le cure termali (con l’obiettivo di rilanciare un settore che il covid ha messo fortemente a dura prova) e che – tuttavia – prevedeva un accesso troppo ampio (nessun limite di ISEE) e un fondo troppo ristretto per poter soddisfare le domande (53 milioni di euro), è stata molto popolare tra i cittadini italiani che, nei giorni scorsi, si sono impegnati per capire come fare ad accedere. L’amministrazione centrale ha voluto evitare l’effetto click-day, affidando le richieste di bonus direttamente alle strutture termali convenzionate. Non 60 milioni di italiani che si affollano su una piattaforma della pubblica amministrazione gestita da Invitalia, ma “soltanto” 186 operatori del settore che hanno aderito all’iniziativa. Nonostante questo parterre molto ristretto, il sito di Invitalia destinato alla richiesta del bonus terme è andato down per la giornata di ieri: le prenotazioni dovevano partire alle 12, ma già alle 12.04 si sono registrati i primi problemi che hanno reso la piattaforma inaccessibile agli operatori del settore. 



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Bonus terme, la piattaforma di Invitalia oggi dovrebbe tornare online

Cosa è successo? Le regole per ottenere il bonus terme sono chiare: non sono i cittadini a doverlo richiedere, ma le strutture (186, appunto) che hanno aderito all’iniziativa. Queste ultime, nei giorni scorsi, hanno messo a disposizione dei loro utenti dei moduli di prenotazione: i portali delle terme, dunque, hanno fatto da filtro tra il cittadino e lo stato per l’erogazione del bonus. I cittadini hanno manifestato il proprio interesse con le terme di riferimento, mettendosi in lista d’attesa attraverso una prenotazione (di persona o digitale). Le strutture alberghiere e termali, quindi, avrebbero dovuto presentare le domande in base alle prenotazioni ricevute, sfruttando la piattaforma dedicata di Invitalia (padigitale.invitalia.it).



Stando a una prima stima, le 186 strutture termali avevano messo in campo circa duemila operatori per evadere le richieste e girarle a Invitalia. Un numero che, evidentemente, non è stato sostenibile per la piattaforma. Invitalia avrebbe tarato il portale sul numero di 500 strutture termali presenti in Italia (tra tutte queste, oltre un terzo ha aderito) e avrebbe calcolato una possibile utenza fino a dieci volte tanto il numero delle strutture termali (dunque 5mila utenti). A numeri inferiori, però, il sistema non ha retto. Invitalia ha assicurato che, a partire dalle 12 del 9 novembre, il portale tornerà a funzionare. Ma non è stato un avvio sotto i migliori auspici.