Il video postato da Alfonso Bonafede, Ministro della Giustizia, non ha avuto l’effetto sperato. Applaudito inizialmente dai 5 stelle, il video che mostra l’arresto di Cesare Battisti ha fatto prendere un colpo anche a Rocco Casalino, che pubblicamente se ne dissocia: «Non ne sapevo niente».
Il video titolato «Il racconto di una giornata che difficilmente dimenticheremo!» pubblicato da Alfonso Bonafede sulla sua pagina Facebook voleva solo «dare risalto e lustro agli agenti di Polizia Penitenziaria». Eppure il risultato è stata una pioggia di critiche: video mal fatto, irrispettoso, persino illegale. Tanto che nella serata di ieri, è arrivata da via Arenula l’ammenda ufficiale: «Sarebbe bastato metterei il logo della Polizia Penitenziaria, visto che lo hanno montato loro». Una scivolata a livello di comunicazione e immagine da cui sarà difficile riprendersi, considerando che Bonafede a malapena si stava riprendendo dalla figuraccia-selfie con addosso il giubbotto della polizia. E Rocco Casalino, grande regista delle strategie comunicative pentastellate, si dissocia alla grande. «Non ne sapevo niente» risponde a chi gli chiede del video incriminato.
Oltre all’ironia social, i commenti negativi al video dell’arresto di Cesare Battisti sulle note di Comment Te dire di Bertysolo sono arrivati anche dai palazzi del potere. «Presenterò un esposto al garante nazionale per i detenuti per il video fatto da Bonafede in cui CesareBattisti viene esibito come un trofeo di caccia» – scrive su Twitter Alessia Morani, sottolineando una delle critiche principali mosse contro le clip: «Sono state violate numerose norme penali a garanzia dei detenuti e a garanzia della sicurezza della polizia penitenziaria».
«Il rispetto dei diritti è un principio ineludibile, anche per i detenuti responsabili di crimini efferati» ha dichiarato Giuseppe Civati, fondatore di Possibile. «Chi fa il ministro della Giustizia dovrebbe conoscere questo concetto: è la base per ricoprire un ruolo del genere, davvero il minimo» continua Civati sottolineando come la decisione di pubblicare questo video sia «da Stato dittatoriale, in cui oltre al carcere per i condannati c’è la gogna social».
«Repubblica delle banane» rincara Walter Verini, responsabile Giustizia del Pd e componente della commissione Giustizia della Camera. «Spettacolarizzare la vicenda, farne una occasione di volgare propaganda, esibire qualunque persona – sia pure un pluricondannato all’ergastolo – come un trofeo di caccia è un comportamento vergognoso». Anche Mara Carafagna, vice presidente della Camera e deputata di Forza Italia, affida ai social network la sua opinione: «Il guardasigilli trasforma la giustizia in un b-movie – Questo video squalifica le istituzioni e il ruolo del ministro della Giustizia» ha twittato.
FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MEO