«I conti sulle pensioni sono sbagliati», «Ci sono state troppe promesse», «Con quota 100 la spesa aumenterà», e «I nostri dipendenti subiscono quotidianamente aggressioni, abbiamo chiesto di rafforzare la sorveglianza». È quanto spiega oggi, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera destinata a far molto discutere, il presidente dell’Inps Tito Boeri, sollevando dubbi sui piani dell’esecutivo Lega-M5S. «Quando i chiarimenti sulle intenzioni effettive del governo non ci vengono dati nelle sedi istituzionali – sono state le parole dell’economista a capo dell’istituto di previdenza sociale dal 2014 –, siamo costretti a chiederli pubblicamente. Perché dobbiamo essere messi nelle condizioni di prepararci e raggiungere i cittadini. Non vogliamo fare da parafulmine per reazioni a promesse non mantenute. I nostri dipendenti negli uffici territoriali subiscono quotidianamente aggressioni al punto che, Salvini lo sa bene, abbiamo dovuto chiedere di rafforzare la sorveglianza davanti alle sedi».
Boeri ha lanciato un allarme sul costo di quota 100, l’apertura alle pensioni on 62 anni di età e 38 di contributi, affermando che «l’Italia ha chiuso una campagna elettorale nove mesi fa con promesse elettorali impegnative, abolire la povertà, cancellare la riforma Fornero, e da allora la narrazione di chi ha le leve del potere non è cambiata». «Non c’è stato ridimensionamento delle aspettative», dice il presidente Inps. Secondo Boeri il fondo per la previdenza da 6,7 miliardi di euro istituito con la legge di Bilancio non basterebbe a garantire quota 100. «Il governo – dice – ci ha chiesto delle simulazioni e ne abbiamo fatte tantissime. Tutte implicano per forza che ci sia un forte incremento della spesa nei primi anni: all’inizio c’è un grande gruppo di persone che entra a carico del sistema pensionistico e ogni anno se ne aggiungono altre che maturano i requisiti, dunque la spesa non può che aumentare».
Non servirebbero nemmeno delle finestre. «Sarebbe – spiega ancora Boeri al Corriere della Sera – un modo di ritardare la pensione senza dirlo e può generare risparmi il primo anno ma non il secondo, quando l’effetto di contenimento viene meno. Insomma in tutti gli scenari con 62 anni di vecchiaia e 38 di anzianità contributiva viene fuori una crescita della spesa nel tempo. L’idea di una dotazione piatta e costante a 7 miliardi l’anno non è minimamente supportata da alcuna delle simulazioni che ci hanno chiesto».
(Foto di copertina da archivio Ansa: il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in audizione davanti alle commissioni Finanze e Lavoro della Camera, il 19 luglio 2018. Credit immagine: ANSA / GIUSEPPE LAMI)