Caso Belpietro-Gumpel: La Verità lancia la campagna ‘prima gli opinionisti italiani’

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Crociata contro Alan Friedman, Rula Jebreal e Tobias Piller

La Verità è il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro che, martedì scorso, ha avuto un duro confronto televisivo con il giornalista tedesco Udo Gumpel. Tra i due sono volate parole grosse, con tanto di smorfie da parte del tedesco, corrispondente dall’Italia per l’emittente Rtl, per rimarcare la sua distanza rispetto a quello che aveva detto Belpietro. Oggi, La Verità – dopo aver dedicato già nei giorni scorsi le sue prime pagine al battibecco tra i due protagonisti della puntata di Cartabianca – lancia una vera e propria crociata contro i commentatori politici stranieri.



Dopo lo scontro Belpietro-Gumpel, La Verità fa una crociata contro gli stranieri

In modo particolare, in un titolo che campeggia a tutta pagina, il quotidiano di Maurizio Belpietro mette in guardia i suoi lettori dai «tromboni venuti dall’estero a insultarci». Una riedizione del ‘prima gli italiani’ applicato ai talk show televisivi, insomma. Il primo bersaglio, ovviamente, è Udo Gumpel, definito «signore paonazzo che cerca fascisti immaginari». Poi si legge una vera e propria lista di proscrizione fatta dal quotidiano che elenca tutte le persone sgradite perché straniere e, soprattutto, contrarie al comune sentire della parte politica preminente in questa fase storica.

La lista di giornalisti nel mirino de La Verità

I nomi sono presto fatti: Tobias Piller, economista e corrispondente dall’Italia per la Frankfurter Allgemeine Zeitung (un quotidiano che ha sempre inviato giornalisti di punta nel nostro Paese per seguirne le vicende); Alan Friedman, il presidente del Centro Pannunzio di Torino che ha condotto nei primi anni del 2000 una trasmissione Rai che puntava a far abituare gli italiani all’ingresso nell’Unione Europea e che, recentemente, ha scritto la biografia di Berlusconi (My Way) ed è stato sfiorato persino dal Russiagate; Rula Jebreal la scrittrice palestinese naturalizzata italiana che, del resto, proprio in Italia ha dato il via alla sua carriera giornalistica.



Secondo La Verità, questi giornalisti «considerano il populismo il male assoluto e gli italiani degli imbecilli che non sanno rinunciare a vivere, non sanno pagare le tasse e dal 4 marzo non sanno più nemmeno votare». Il resto è un mix di insulti e di citazioni dal passato, attraversando le carriere di ciascuno dei giornalisti citati per smontarle. E soprattutto per renderli invisi il più possibile al pubblico e ai lettori.