Cura Italia Bis, Bellanova propone permessi di soggiorno temporanei per agricoli e badanti irregolari

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La Bellanova preme per la regolarizzazione di 600 mila stranieri, in particolare degli agricoltori ammassati in veri e propri ghetti

La ministra dell’Agricoltura ha avanzato una richiesta ben precisa che vuole discutere oggi perché sia approvata nel decreto di maggio, il Cura Italia bis.. Il fulcro del discorso è stato chiaramente espresso: «Braccianti irregolari che lavorano nei nostri campi. Donne che stanno nelle nostre famiglie come badanti e sono in nero. Chiedo che siano regolarizzati subito con permessi di soggiorno temporanei di sei mesi rinnovabili per altri sei mesi».



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Bellanova e i 600 mila immigrati da regolarizzare subito

Si tratta di un’emergenza a livello umanitario e sanitario, considerate le condizioni di vita di questi irregolari ghettizzati. «Centinaia di braccianti rinchiusi nei ghetti e in mano alla criminalità, sono un’emergenza sociale e sanitaria», ha chiarito la ministra renziana. Bellanova ha dato l’ultimatum a Conte e ai capi delegazione dei partiti sapendo di avere dalla propria parte la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese; quest’ultima – per competenze assegnate dal suo ruolo – è colei che ha in mano il potere di rendere effettiva la richiesta di regolarizzazione dei migranti. La questione è stata definita urgente, con la richiesta di risolverla «in queste ore». L’appuntamento per parlare della questione è fissato per la giornata di oggi.



I risvolti sanitari della questione

L’obiettivo è ottenere la regolarizzazione di queste persone senza documenti, costrette a vivere «recluse nei ghetti come topi». Bellanova ha aggiunto: «Non escono perché sarebbero subito individuati e sono sans papier. Il problema quindi è duplice: sanitario e di lavoro». Oltre alla questione del lavoro nero, quindi, si tratta anche di una questione sanitaria. In questo momento è fondamentale garantire il distanziamento sociale e una vita in condizioni igienico-sanitarie valide per tutti quinti, pena il rischio di non contenere il coronavirus come si dovrebbe con conseguente rischio dell’esplosione di nuovi focolai. La Bellanova fa anche qualche esempio parlando di «lavoratori stranieri in Veneto per raccogliere l’uva venivano pagati 3 euro l’ora. Erano nelle mani di caporali che possono essere italiani o stranieri ma comunque rispondono alla criminalità» o, ancora, «a Borgo Mezzanone in provincia di Foggia ci sono 3mila persone ammassate in un campo di fortuna. Non c’è certo distanziamento sociale, né presidi di sicurezza come le mascherine, disinfettanti eccetera. Nel momento in cui riprendono una attività, salta tutto per aria in termini di emergenza sanitaria».

La proposta di Bellanova a cui Salvini non può opporsi

La ministra propone di identificare i migranti attraverso le foto segnaletiche archiviate all’ingresso in Italia. Concedere permessi temporanei «è una scelta dovuta e doverosa da parte dello Stato. Va fatta ora, nel decreto che stiamo per varare. Altrimenti mettiamo a rischio gli sforzi di tutti noi». Regolarizzare gli immigrati, inoltre, comporta anche un risvolto economico importante. Un facile esempio è il  distretto ortofrutticolo di Saluzzo, in provincia di Cuneo, dove c’è un blocco dei raccolti. Sono circa 10 mila gli stranieri coinvolti nella raccolta che deve essere portata avanti, pena il disfacimento dei prodotti. A questo proposta Matteo Salvini, che ha sempre attaccato la ministra che – a parer suo – si occupa di questioni non rilevanti, non potrà opporsi in alcun modo. Nel decreto sicurezza firmato da Salvini stesso, infatti, c’è un riferimento apposito alla possibilità di rilasciare permessi di soggiorno temporanei «per esigenze di carattere umanitario e le materie della protezione internazionale, dell’immigrazione e della cittadinanza italiana», come sancito nell’articolo 132 della legge 1 dicembre 2018.



(Immagine copertina dalla pagina Facebook di Teresa Bellanova)