Bancomat e carte di credito clonati, tutto quello che c’è da sapere

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Spesso recuperare i soldi persi per colpa del furto, dello smarrimento o della clonazione del bancomat o della carta di credito rappresenta un'odissea. Ad aiutare i consumatori ci pensano gli accordi tra banche e l'arbitro bancario ma spesso sono le condizioni contrattuali sottovalutate a rendere difficile il ritorno delle somme perse

Cosa fare se vi hanno clonato la carta di credito o il bancomat o peggio li avete smarriti? La risposta è semplice, si blocca tutto il prima possibile per evitare rischi. Ma se vi accorgete del fatto a distanza di qualche ora, o peggio, di qualche giorno, e nel frattempo qualche manolesta vi ha sgraffignato dei soldi dal Contro Corrente? Allora le cose si fanno problematiche. Anche perché il disconoscimento non sempre riesce ad essere automatico.



BANCOMAT CLONATO, UNA QUESTIONE SPINOSA – Si, perché la restituzione assume i contorni di una giungla. Tutto dipende da come è avvenuto il furto e se questo è dipeso da un’atto superficiale, o peggio ancora doloso, del titolare. Quindi sta al proprietario delle carte dimostrare che il furto è avvenuto a sua insaputa e senza il suo coinvolgimento, altrimenti la situazione può diventare pelosa. Inoltre sono gli stessi istituti di credito a prevedere la restituzione della somma attraverso un’assicurazione che deve però soddisfare certi requisiti. Cerchiamo quindi di capire cosa significa perdere o subire la clonazione del proprio bancomat e della carta di credito, almeno per sapere quali saranno i (tanti) passi da compiere.



BANCOMAT CLONATO, I 776,26 EURO RECUPERATI – Il 14 ottobre è stata diffusa una sentenza dell’Arbitro Bancario Finanziario che ha stabilito come la sola presentazione della Carta di credito non sia sufficiente ad identificare chi sia la persona autorizzata ad usarla. L’esercente può comprovare l’identità della persona solo attraverso la firma che andrebbe apposta dietro la stessa. Con questa motivazione ha dato ragione a Federconsumatori, associazione che ha rappresentato un cliente di un’agenzia bancaria di Fidenza a cui erano stati sottratti 776,26 euro a seguito del furto della sua carta di credito. La banca aveva sempre negato qualsiasi restituzione perché, secondo loro, il cliente non aveva custodito con cura la tessera. Gli scontrini degli acquisti riportavano però una firma evidentemente falsa, se confrontata con quella del correntista.



BANCOMAT CLONATO, L’AMARO ACQUISTO ON-LINE – La firma quindi rappresenta la prova, anche se non c’è stato un controllo del documento d’identità da parte del negoziante. L’Arbitro bancario finanziario ha risolto un’altra questione potenzialmente spinosa che riguarda invece un acquisto via web, a dimostrazione di come sia sempre necessario fare attenzione alle diverse sfaccettature del mercato, oltre che dei rischi connessi allo smarrimento di una carta di credito. Come spiega La Nuova Sardegna, il 2 settembre 2012 un funzionario di Olbia si è visto recapitare un sms nel quale si documentava l’acquisto di un televisore smart su un sito on-line di Milano, pagato 525,70 euro. Il giovane si è subito attivato per bloccare la carta inviando la documentazione al servizio antifrodi della sua carta di credito.

BANCOMAT CLONATO,IL COLPEVOLE RITARDO DELL’ISTITUTO – La somma non è però stata restituita nonostante l’invio della documentazione, avvenuta tre volte, per sicurezza. Una volta denunciato il fatto ai carabinieri, ha spiegato di non aver mai comprato sul web e di non aver mai comunicato a nessuno i dati della propria carta di credito. La banca ha però inoltrato la segnalazione al sito dov’era stato effettuato l’acquisto il 17 settembre, con il televisore che venne inviato il 10, quindi sette giorni prima. Il ricorso all’Abf ha fruttato la restituzione della cifra, salvo una franchigia prevista dal contratto di 50 euro, per un totale di 475,70 euro. Le due storie ci fanno capire quanto sia importante controllare bene quali siano le nostre attività e sapere a cosa si va incontro, magari perdendo un po’ di tempo nel leggere clausole e contratti.

BANCOMAT CLONATO, COSA OFFRE INTESA SAN PAOLO – A questo punto analizziamo quelli che sono i prodotti di quattro istituti di credito: Intesa-Sanpaolo ed Unicredit nel circuito tradizionale, Fineco Bank per quanto riguarda l’online e Postepay, le cui segnalazioni abbondano sulla rete. Partiamo dalla fu Cariplo. Il foglio informativo del prodotto Carta Blu, al costo di 30 euro l’anno, fornisce una speciale «garanzia acquisto» con un rimborso del valore del bene acquistato con la Carta Blu in caso di furto aggravato della stessa. Il rimborso matura se il furto avviene entro 24 ore dalla data d’acquisto o di consegna del bene, per un massimale di 1000 euro per richiesta di risarcimento e 3000 euro all’anno. Quindi si viene rimborsati per il furto di un bene acquistato ma non per una frode economica.

BANCOMAT CLONATO, PIÙ PAGHI PIÙ OTTIENI – Questo avviene qualora decideste di sottoscrivere una carta di credito diversa, ovvero la Carta Oro. Anzi, in questo caso la protezione è a dir poco completa in quanto si prevede, oltre alla garanzia protezione acquisti, una protezione contro gli scippi e le aggressioni al bancomat in caso di rapina subita entro 24 ore dal momento del prelievo e la restituzione delle somme in caso di furto della tessera, entrambe con una franchigia di 75 euro. Prevista inoltre una tutela in caso di scambio d’identità. Il tutto a 72 euro l’anno di canone. Per quanto riguarda invece il bancomat, Intesa Sanpaolo non prevede alcuna restituzione delle somme a causa di furto o clonazione. Anzi, nel contratto si specifica la necessità di usare la carta con la massima attenzione per evitare usi fraudolenti invitando i titolari a bloccare la suddetta il prima possibile.

BANCOMAT CLONATO, LA DIFESA DI PATTI CHIARI – A difesa di questi ultimi è opportuno segnalare che Intesa Sanpaolo fa parte del network Patti Chiari, a cui partecipano 62 banche, tra cui Carige, Banca Mediolanum, Bnl, Credem ed Unicredit che, per garantire la massima trasparenza nelle operazioni nel caso di furto o smarrimento di una carta di pagamento, propone la procedura da seguire in caso di furto o smarrimento della carta, ovvero dopo aver appurato la frode, presentare denuncia alle forze dell’ordine e successivamente recarsi in filiale dove si provvederà al disconoscimento con una franchigia di 150 euro, a patto che non ci si renda conto che le spese siano davvero state effettuate dal titolare del conto o che la frode sia avvenuta a causa di un dolo evidente da parte del correntista.

LA TUTELA DEL CLIENTE PER BANCA INTESA – È pur vero che con le tecnologie odierne le banche possono accorgersi di qualsiasi cosa. Un correntista di lungo corso di Intesa Sanpaolo è venuto a conoscenza della clonazione della propria carta di credito direttamente dalla filiale che aveva notato movimenti anomali ed aveva provveduto a bloccare il conto per poi emettere una nuova carta. In quell’occasione la banca non fece neanche la paternale allo sfortunato cliente, segno che l’azione era stata studiata nei minimi dettagli. Contestualmente è stato riferito al cliente che il suo conto sarebbe stato oggetto d’indagine in caso di richiesta di disconoscimento. Ad una domanda circa le modalità di questa verifica, l’impiegata ha risposto: «vengono analizzati tutti i movimenti per verificare se c’è una conformità. Se ci accorgiamo di un pagamento strano rispetto alla media o ad un’acquisto avvenuto in un luogo improbabile, allora scatta il blocco».

LA CARTA ASSICURATA DI UNICREDIT – Unicredit, membro del team Patti Chiari, prevede una propria copertura assicurativa per quanto riguarda le carte di credito, esattamente come avviene per la carta Oro di Intesa Sanpaolo. La Unicredit Classic, dal costo di 33 euro l’anno, contempla per il titolare una polizza infortuni durante un viaggio, una polizza relativa ad infortuni a seguito di scippi e rapine al momento del prelievo di contante, un’assicurazione sul furto di acquisti, dei prelievi e nel domicilio. Eventualmente, come spiegato in precedenza, in caso di furto e clonazione fa fede quanto previsto nel pacchetto “Patti Chiari”, quindi con franchigia a 150 euro e restituzione del denaro. Ricordiamo come la stessa Patti Chiari consiglia di rivolgersi all’arbitro qualora ci siano dubbi o perplessità, così da avere un’assistenza completa e sicura.

IL CONTRATTO FINECO – Ora occupiamoci della banca on-line Fineco, analizzando quello che prevede il suo contratto in caso di furto o smarrimento di una carta di debito o di credito. Ricordiamo che Fineco non appartiene al gruppo Patti Chiari e che quindi può sentirsi libera di proporre una sua offerta. Tuttavia la franchigia anche in questo caso è di 150 euro, che verrà sempre riconosciuta al titolare anche in caso di furto privo di dolo, perché, come recita il comma sette dell’articolo tre, seconda sezione del contratto: «Il Cliente è responsabile della custodia e del corretto utilizzo dei suddetti codici e risponde del loro indebito uso, comunque avvenuto, anche se in conseguenza di smarrimento o di furto». Ancora più chiaro il punto otto: «La divulgazione diretta o indiretta, totale o parziale, volontaria o involontaria dei propri codici a terzi ricade interamente sotto la responsabilità del Cliente. L’eventuale divulgazione verrà considerata dalla banca a tutti gli effetti come costitutiva di un mandato che autorizzi il terzo ad accedere ai servizi di cui al presente contratto».

POSTPAY, LUCI ED OMBRE – Ora parliamo di Poste Italiane e la cosa si fa molto più complicata. Secondo il contratto garantito dai nuovi partner di Alitalia relativo alle Postepay, Il rischio principale è quello legato: «allo smarrimento o al furto della Carta da sola o con il PIN (Numero di Codice Personale) che potrebbero consentire l’ uso fraudolento della Carta. Questo rischio può essere ridotto al minimo se il Titolare della carta adotta le comuni regole di attenzione e prudenza (il PIN è segreto e non va comunicato a terzi; il PIN non deve essere scritto sulla Carta e non deve essere conservato insieme alla Carta stessa o con i documenti del Titolare). Il rischio di uso fraudolento della Carta inoltre è ridotto se, in caso di smarrimento o furto, il Titolare chiede immediatamente il blocco della carta al numero telefonico comunicato da Poste Italiane».

BANCOMAT CLONATO, DENUNCE E LUNGAGGINI – Quindi il titolare è il solo ed unico responsabile della conservazione della carta. Se questa dovesse essere clonata, circostanza confermata anche da un contatto a cui erano stati sottratti dei soldi per l’acquisto di voli con Ryanair, è necessario produrre una copia dei movimenti segnalando quelli da disconoscere insieme ad una denuncia presentata all’autorità giudiziaria al seguente indirizzo, comunicato da zerospese.org: Poste italiane SPA – Condirettore generale revisione interna banco posta reclami, Viale Europa, 175 – 00144 Roma. Solo che, come conferma zerospese, è necessario produrre numerose copie anche perché la risposta potrebbe non essere immediata perché il rimborso arriva a seguito di un’indagine condotta dalla polizia, come confermato dal malcapitato che ha riavuto i soldi indietro solo quando è stato appurato che l’acquirente non era lui.

LA DOMANDA SU FACEBOOK – A dimostrazione di quanto sia impegnativo avere una risposta positiva dalle Poste, proponiamo questa comunicazione comparsa Lunedi 19 agosto 2013 sulla pagina Facebook ufficiale di Poste Italiane. Il nome del protagonista è stato oscurato in ossequio alla privacy:

BANCOMAT CLONATO, EVITIAMO ALMENO LA BEFFA – Il soggetto in questione ha conosciuto due clonazioni. Per la prima, relativa ad un conto Bancoposta, ha dovuto aspettare un anno per riavere indietro i soldi. Per quanto riguarda il conto Postepay viene invitato a contattare il numero gratuito, senza che venga spiegata la procedura ribadendo poi una cosa già detta nella presentazione del problema, ovvero il fatto di aver già bloccato la carta. E per capire la portata del problema, riprendiamo una storia raccontata da l’Arena in cui un signore ha perso 3000 euro in sei prelievi, con la direzione regionale di Poste Italiane che ha dichiarato: «Qualche speranza di recuperare la somma o parte della somma c’è ancora […] È già successo che la polizia sia riuscita a risalire agli autori». E se non accade? A riprova che al di là delle pubblicità è opportuno studiare bene ogni singolo conto analizzando le condizioni per vedere cosa viene garantito in caso di furto o smarrimento. Già il danno rischia di essere incalcolabile, evitiamo almeno la beffa.  (Immagini di repertorio / Facebook)