Come va, come va? Tutto ok, tutto ok. Anche se non sembra. All’indomani del voto in Basilicata, che ha visto il netto predominio del Centrodestra sulla coalizione di Centrosinistra e sul Movimento 5 Stelle (comunque primo partito), da Milano si accende una nuova polemica all’interno del governo. Il protagonista, come spesso capita, è Matteo Salvini che, questa volta, se la prende con il ministro dell’Economia Giovanni Tria per i ritardi nelle firme sul decreto Banche.
Eppure l’esordio delle sue parole, prima di entrare al policlinico di Milano per un evento a cui ha partecipato, sembravano esser molto rassicuranti, ma poi è arrivata la stoccata classica del leader leghista: « I rapporti con il ministro dell’economia Tria sono eccezionali. Se poi mi firma i decreti attuativi per i rimborsi ai risparmiatori truffati lo porto via per il week end». Il ministro dell’Interno parla del testo del decreto Banche e, riferendosi ancora al titolare del Mef, rincara la dose: «O li firma entro questa settimana, e lo dico nel modo più costruttivo possibile, oppure li andiamo a scrivere noi. Non credo si possa aspettare mezz’ora in più».
Un modo costruttivo che, però, ha tutte le sembianze dell’ennesima spallata all’interno della maggioranza. «Ieri ero a Treviso – ha proseguito Matteo Salvini, sempre facendo riferimento al decreto Banche – e c’è tanta gente che si arrabbia e che ha fame e che ha fretta – ha sottolineato – quindi non credo si possa aspettare mezz’ora di più. Se mi dice aspettiamo una risposta dall’Europa dico che facciano a meno di queste risposte. Quindi con tutto il garbo e l’educazione possibile, mi aspetto entro questa settimana i decreti del Mef o altrimenti li andiamo a scrivere noi».
Il bastone e la carote. Dopo aver lanciato l’allarme, il leader della Lega ha poi tentato di rasserenare gli animi (che lui stesso aveva incendiato), chiamando in causa tutta la maggioranza alla Checco Zalone: «Tria è parte di una squadra fortissima». Ma, intanto, la spallata è arrivata e lo ha fatto pubblicamente, come al solito. È il modo di fare di Matteo Salvini: lancia il sasso, provoca scompiglio ma poi prova a rassicurare tutti. È conscio che i rapporti di forza all’interno della maggioranza sono cambiati e sfrutta tutto ciò fino all’ultima goccia.
(foto di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)