Da Alexa a Google, così gli assistenti vocali potrebbero essere dannosi per i bambini

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Sempre più spesso i bambini piccoli vengono intrattenuti dagli assistenti vocali, ma una analisi mette in guardia su questo tipo di utilizzo

Una rivista e un dato di fatto. Il giornale scientifico Archives of Disease in Childhood ha riportato una ricerca sugli assistenti vocali dannosi per lo sviluppo cognitivo dei bambini. La sempre maggiore pervasività dell’internet delle cose, infatti, che si basa anche sul supporto di strumenti come Alexa di Amazon, come l’assistente vocale di Google o come Siri di Apple, ha portato bambini, d’età sempre minore, a interagire con essi. A volte questa prassi viene considerata come un modo scherzoso per educare i piccoli alla modernità e a questo nostro vivere in mezzo al digitale; tuttavia, secondo uno studio scientifico, potrebbe in realtà creare numerosi problemi.



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Assistenti vocali dannosi per i bambini, la ricerca scientifica

Gli elementi che sono stati maggiormente presi in considerazione dagli sviluppatori riguardano sicuramente le risposte inappropriate che gli assistenti vocali molto spesso danno (non è insolito, infatti, ricevere una risposta out of context dagli assistenti vocali stessi, sia per l’assenza di comprensione della domanda, sia per l’assenza di informazioni su quella specifica domanda, o ancora per il riferimento a delle fonti che non possono sempre essere considerate adeguate per fornire delle informazioni); lo sviluppo sociale e le varie possibilità di apprendimento.



Ora, cerchiamo di riportare tutto in una dimensione a noi più familiare. Quante volte ci è capitato, da adulti, di fronteggiare delle risposte non corrette da parte del nostro assistente vocale? O quante volte abbiamo pronunciato una parola che l’intelligenza artificiale del dispositivo ha frainteso? Quante volte ci siamo spazientiti con l’assistente vocale e quante volte abbiamo ottenuto in risposta dei formulari totalmente inattesi, che ci hanno messo in imbarazzo? Lo studio pubblicato sulla rivista scientifica prende in considerazione tutti questi elementi e li riporta alla dimensione cognitiva dei bambini.

In un contesto di apprendimento, ricevere delle risposte sbagliate può essere fortemente limitante. Così come risulta limitante il dover formulare soltanto delle domande semplici, prive di complessità, per avere più probabilità che l’assistente vocale comprenda e fornisca una risposta. Allo stesso modo, parliamo di una interazione che resta comunque virtuale e che non ha nulla a che vedere con il calore e con il supporto umano, potendo innescare, dunque, delle dinamiche alienanti per i bambini.



Alcuni dispositivi stanno già prendendo delle contromisure per evitare di essere eccessivamente pervasivi nei confronti dei bambini. Ad esempio, Amazon prevede una versione Kids di Alexa, per bambini d’età compresa tra 3 e 12 anni, che possa permettere loro di accedere soltanto a contenuti compatibili con la loro età e che possa prevedere anche dei limiti d’utilizzo dei dispositivi stessi. Si tratta comunque di palliativi: l’utilizzo costante di strumenti che, in casa, hanno la stessa familiarità di un frigorifero o di una televisione, è difficile da poter controllare. Verso quale direzione andremo?