Mara Venier ha salutato in diretta l’attentatore di Togliatti

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Antonio Pallante è ancora in vita: ha 99 anni

Incidente politico in studio, nel corso della diretta di Domenica In. Mara Venier sta ospitando Stefano Zurlo, autore di un saggio sull’attentato al vecchio leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti. All’improvviso, la conduttrice decide di inviare un messaggio di auguri e un saluto ad Antonio Pallante, che il 14 luglio 1948 si rese protagonista di quell’attentato. Siciliano, simpatizzante del Partito dell’Uomo Qualunque, ex forestale, Pallante vive nell’isola all’età di 99 anni.



Antonio Pallante, l’attentatore di Togliatti, salutato in diretta da Mara Venier

Immediate le polemiche nei confronti della conduttrice, accusata dai rappresentanti del Partito Democratico in cda e in consiglio d’amministrazione della Rai di aver commesso un errore molto grave: «Pallante è simbolo e artefice di una delle più drammatiche vicende della nostra Repubblica – ha detto Francesco Verducci, senatore PD in commissione di vigilanza Rai -. Vederlo ‘sdoganare’ da Rai1 nel contenitore nazionalpopolare per eccellenza è una pagina miserevole per il servizio pubblico e per il nostro Paese. Chiediamo alla direttrice di Rai1 Teresa De Santis, all’amministratore delegato Fabrizio Salini e al cda di intervenire per chiarire come sia potuta avvenire una tale enormità e scempiaggine, per riparare questo torto e chiedere scusa agli italiani».

Mara Venier si scusa per il saluto ad Antonio Pallante

Non si è fatta attendere la risposta di Mara Venier, che ha affermato di non aver avuto alcun intento politico lanciando verso le telecamere quel saluto: «Io ho soltanto salutato una persona molto anziana, di 99 anni – ha detto -. Chiedo scusa se qualcuno si è risentito. Sono molto dispiaciuta, ma vorrei fosse chiaro che la politica non c’entra nulla. Sono una persona molto spontanea».



Chi era Antonio Pallante

Antonio Pallante realizzò l’attentato a Togliatti – utilizzando una pistola e dei proiettili scadenti, in virtù dei quali il numero uno del PCI si salvò – nel 1948, quando l’Italia si era faticosamente risollevata dal secondo conflitto mondiale. I colpi di pistola nei confronti del «Migliore» rischiarono di far piombare l’Italia in una vera e propria guerra civile. Il tentativo di uccidere il rappresentante della più importante forza di opposizione creò sommosse popolari e disordini. Soltanto il messaggio di Togliatti alla radio e la vittoria di Gino Bartali al Tour de France salvarono l’Italia dallo spettro della crisi.

Negli anni si sono avute diverse interpretazioni dell’attentato a Togliatti, non ultima quella su un Antonio Pallante manipolato dai servizi segreti in chiave antisocialista. In realtà, anche nelle successive interviste rilasciate, Pallante ha sempre affermato di aver agito da solo, animato esclusivamente dal suo anticomunismo.



FOTO ANSA/GIUSEPPE LAMI