Omicidio di Cogne: Anna Maria Franzoni è libera

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La donna si è sempre proclamata innocente e aveva ottenuto i domiciliari nel 2004

Anna Maria Franzoni era stata condannata nel 2008 a scontare 16 anni per aver ucciso suo figlio Samuele nel 2002. La pena è stata ridotta a poco più di 10 anni, grazie all’indulto di tre e ai giorni concessi di liberazione anticipata. Lei si è sempre proclamata innocente.



Delitto di Cogne, Anna Maria Franzoni ora è libera

Anna Maria Franzoni era stata condannata in via definitiva dalla Corte di Cassazione, ed aveva scontato 6 anni nel carcere bolognese di Dozza. Nel 2004 aveva ottenuto gli arresti domiciliari, per scontare il resto della pena a Ripoli, nell’appenino Bolognese. Lungo i 5 anni aveva ottenuto anche dei permessi per restare a casa con i suoi due figli, l’ultimo nato circa un anno dopo il delitto del piccolo Samuele. Franzoni lavorava anche all’interno di una cooperativa sociale della zona. Ora può considerarsi una donna libera: dopo la riduzione della pena grazie ai tre anni di indulto, ora potrà usufruire dei giorni concessi di liberazione anticipata per buona condotta. Unico obbligo è quello di partecipare ad opere di rieducazione e reinserimento all’interno della società.

Anna Maria Franzoni era libera già questo autunno, il sindaco di Cogne: «Una storia che ci siamo lasciati alle spalle»

In realtà Anna Maria Franzoni era libera già questo autunno ma «la notizia – ha dichiarato l’avvocato Prestinenzi – si è saputa solo adesso, con diversi mesi di ritardo, anche perchè la nostra assistita voleva mantenere il massimo riserbo».  Il commento del sindaco di Cogne, Franco Allera è che «la notizia ci lascia assolutamente indifferenti, è l’ultimo dei nostri pensieri». Il sindaco infatti sostiene che la comunità «si è lasciata alle spalle questa vecchia storia». Il legale della donna Paola Savio ha dichiarato all’Agi che si tratta della «fine di una vicenda giudiziaria e l’inizio di una nuova vita che comunque aveva già intrapreso quando ottenne la detenzione domiciliare». «Questa pena l’ha vissuta da innocente – continua l’avvocato Savio –  La signora Franzoni spera dunque che la sua vicenda cada nell’oblio perché lo meriterebbe. Di fronte a tanta sofferenza bisognerebbe rispettare l’esigenza di riservatezza».



(credits immagine di copertina:  ANSA/ARCHIVIO – ALESSANDRO CONTALDO -)