Il vicesegretario della Lega condannato per la finta telefonata sui «biglietti del Museo Egizio gratis agli arabi» 

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Andrea Crippa dovrà pagare una sanzione di 15mila euro e cancellare il video pubblicato sui social

Ne avevamo parlato già il 21 gennaio del 2018, quando il video pubblicato da Andrea Crippa sulla propria pagina Facebook aveva provocato tantissime proteste contro il Museo Egizio. All’epoca avevamo sottolineato come la telefonata fatta dall’attuale vicesegretario della Lega fosse stata inventata, come sottolineato anche dalla stessa direzione del famoso museo che ha sede a Torino. Ora è arrivata anche la sentenza della sezione civile del Tribunale piemontese che ha condannato il rappresentante del Carroccio a una sanzione da 15mila euro e alla rimozione di quel filmato.



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«Crippa ha finto di fare una telefonata a vivavoce al museo Egizio per ottenere informazioni su eventuali agevolazioni in corso e, alla risposta del (finto) centralinista, ha criticato in maniera polemica la promozione a favore degli arabi che avrebbe realizzato una discriminazione ‘a rovescio’», si legge in uno stralcio della sentenza del giudice Valeria Di Donato pubblicato su La Stampa.



Andrea Crippa condannato per il video sul Museo Egizio

In quel filmato, l’attuale vicesegretario della Lega (all’epoca leader del Movimento Giovani Padani e assistente di Matteo Salvini a Bruxelles), aveva simulato una telefonata con il call center del Museo Egizio di Torino, in cui si parlava di un’iniziativa promozionale riservata ai cittadini di origine araba. Questi biglietti gratuiti di cui parlava Andrea Crippa, esistevano realmente, ma si trattava di una promozione a tempo – come confermato dalla stessa direzione, per un periodo limitato di tempo (circa quattro mesi). La narrazione fatta dal politico, dunque, era completamente fuorviante e, per come è stata costruita, ha assunto tutti i contorni della fake news.



Il video ancora disponibile sulla sua pagina Facebook

A corroborare la tesi della bufala, come sottolineato dalla stessa sentenza del Tribunale di Torino, c’era quella telefonata falsa al call center. Alla sua chiamata, infatti, rispose una voce maschile che confermava tutto quel che Andrea Crippa stava raccontando. Purtroppo per lui, però, il Museo Egizio aveva già sottolineato nel 2018 che a lavorare al call center erano solamente donne. E tutte loro, dopo quel filmato, furono prese d’assalto da centinaia di cittadini che, in preda alla fake news, avevano telefonato per protestare ed esprimere la loro rabbia.

(foto di copertina: da pagina Facebook di Andrea Crippa)