Un’altalena ha abbattuto il muro tra USA e Messico

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Così un architetto americano ha sfidato il muro voluto da Trump facendo giocare insieme i bambini da entrambi i lati del confine

Albert Camus la poneva con i seguenti termini: “Se il mondo fosse chiaro, l’arte non esisterebbe”. Probabilmente anche se fosse più ragionevole, aggiungiamo noi. E se il muro tra Messico e USA è ancora una ferita che spesso divide famiglie e umanità (un muro che Trump rispolvera come promessa in ogni comizio), un artista ha trovato il modo di svelarne l’assurdità e di permettere ai bambini, dall’una e dell’altra parte del confine di interagire.



L’ha realizzato Ronald Rael, professore di architettura (e attivista) americano,  a Sunland Park  negli Stati Uniti, in quel lembo di terra che congiunge il “New Mexico” con la città di Juarez, dall’altra parte del confine; parti separate (al momento) da una barriera invalicabile. L’opera è stata realizzata in collaborazione con l’esperta di design Virginia San Fratello.



Il concetto alla base dell’opera con l’altalena

«Ci sono buone relazioni tra messicani e americani e l’utilizzo di altalene mostra che siamo uguali, possiamo giocare insieme e divertirci, ma anche che il muro taglia le relazioni tra di noi» ha dichiarato Rael che suggerisce qual è il concetto base dell’opera, ovvero l’interdipendenza: «Quello che succede in un lato – spiega Rael – ha conseguenze dirette nell’altro lato». Una lezione ovvia per questi bambini. Meno, molto meno, per molti politici.