Torna l’allarme ebola in Congo (ma potrebbe essere meno grave di quello che pensate)

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Il rischio è che l'epidemia possa espandersi dalle aree rurali

Lo scoppio di un’epidemia di ebola in un’area rurale della Repubblica democratica del Congo (Rdc) ha fatto tornare l’allarme su un virus che nel 50% dei casi è mortale.



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La zona interessata è quella di Wangata, nel nord-est del paese, ma rischia di allargarsi a Mbandaka, città da 1,2 milioni di abitanti. Nelle ultime settimane sono state contagiate 44 persone, le vittime sono state 23.

Se dalla campagna il virus dovesse arrivare alla città, i tentativi di controllare l’epidemia sarebbe pari a zero. L’Organizzazione mondiale della sanità sta già monitorando la situazione: “Si tratta di uno sviluppo preoccupante, anche se ora abbiamo gli strumenti migliori per combattere l’ebola – ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS – l’OMS e i nostri partner stanno prendendo misure decisive per fermare l’ulteriore diffusione del virus“.



L’Organizzazione ha inviato 30 esperti nella regione, priva di servizi sanitari adeguati a contenere l’epidemia. Anche le Nazioni Unite, insieme a Ong come Médecins sans Frontières, sono impegnate a garantire l’adeguata prevenzione alla popolazione locale.

“L’arrivo dell’ebola in un’area urbana è molto preoccupante e l’OMS e i suoi partner stanno lavorando insieme per aumentare rapidamente la ricerca di tutti i contagiati nell’area di Mbandaka”, ha commentato il direttore regionale dell’Oms in Africa Matshidiso Moeti.



Il primo caso di ebola è stato registrato nel 1976 tra le regioni dell’odierna Repubblica democratica del Congo e il Sudan del Sud.

Il più grave è avvenuto nel 2014 tra Guinea, Liberia e Sierra Leone. I casi confermati furono 28,616, i morti 11,310.

(Foto credits: Ansa)