Accesso a internet e disabilità: quali sono le principali barriere in rete?

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Cosa intendiamo quando parliamo di accessibilità della rete e quali sono le principali barriere cui si trovano di fronte le persone con disabilità?

Questo viaggio all’interno dell’accessibilità siti internet che abbiamo scelto di fare è bene che parta con la definizione di accessibilità di un sistema informatico. Si legge su AgID: «Per accessibilità si intende la capacità dei sistemi informatici di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari». Nella giornata di oggi approfondiremo il punto di vista dell’Europa, che ha standard precisi da raggiungere entro il 2025, a che punto siamo in Italia e l’esperienza di coloro che forniscono servizi per rendere i siti accessibili, di coloro che ne fruiscono e delle persone disabili, la cui voce e la cui esperienza sono il riferimento migliore volendo raccontare il fenomeno nella maniera più esaustiva.



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Accessibilità siti internet: quali sono le principali problematiche?

Quando si parla di persone disabili e di accesso alla rete occorre tenere presente che le necessità possono essere le più varie, considerato che in questo termine – “persona disabile” – sono racchiuse moltissime condizioni: ci sono le persone con disabilità visiva (ipovedenti o cieche), le persone epilettiche che possono registrare problematiche relative ai troppi stimoli visivi di un sito, ci sono persone con disabilità intellettiva e/o cognitiva, persone con disabilità sensoriale o – ancora – quelle con disabilità motorie che rendono difficile usare determinati strumenti informatici.



Le barriere, in questa ottica, sono tutti quegli ostacoli che rendono impossibile la partecipazione. Spesso e volentieri, le barriere sono create in maniera inconsapevole, frutto di un ragionamento non inclusivo che non comprende – nella costruzione delle pagine e dei sistemi informatici – un pensiero alle persone con diversi tipi di disabilità. Lo scopo dell’accessibilità digitale, in sostanza, è quello di individuare e pensare a ognuna di queste caratteristiche studiando una serie di soluzioni specifiche affinché il sito, il social, l’app in questione siano implementati per tutte le esigenze.

Le barriere di internet per le persone disabili

Esiste una organizzazione non governativa internazionale, il World Wide Web Consortium (più conosciuto come W3C), il cui scopo è quello di favorire lo sviluppo di tutte le enormi potenzialità del World Wide Web diffondendo la cultura dell’accessibilità alla rete. Per loro volontà sono state elaborate delle  Web Content Accessibility Guidelines ma – in generale e a partire da quando si parla di questa tematica, già negli anni Novanta – l’interesse dell’economia rispetto a questa problematica si è sempre rivelati poco presente. Il punto è che aziende e istituzioni devono comprendere che non si tratta solo di inclusività e di altruismo ma anche di vantaggio economico.



Per meglio comprendere quali sono le difficoltà che le persone disabili devono affrontare quando navigano in rete, è stata stilata dal W3C una lista di cinque fattori fondamentali per la piena partecipazione degli utenti a internet. Sono cinque i concetti chiave ai quali è necessario lavorare per garantire l’accessibilità: percezione, comprensione, navigazione, interazione e contributo.

Lato percezione, molti siti web presentano annunci lampeggianti, campi relativi ai commenti ricchi di testi, musica di sottofondo a volte: a seconda della tipologia e del grado della disabilità, alcune persone potrebbero non percepire questi elementi o percepirli solo in parte. Un non vedente, per esempio, naviga la rete senza poter sfruttare nessuno stimolo di tipo visivo. Per ovviare a questa tipologia di problema esiste la tecnologia assistiva dello screen reader, che identifica il testo mostrato sullo schermo interpretandolo e leggendolo. Ci sono i display in Braille, che possono convertire il testo in scrittura Braille permettendo di accedere al sito tramite il tatto. Esistono poi strumenti di sintesi vocale che permettono di riprodurre un contenuti in formato audio. Tenere in considerazione le persone ipovedenti – che possono essere anche gli anziani – significa creare un sito che abbia immagini e scritte più grandi della media. Ci sono poi le persone daltoniche e i non udenti che, a livello di percezione diversa dalla norma, necessitano di essere presi in considerazione.

Quello della comprensione è un criterio molto semplice: si tratta di tenere conto che i bambini, gli anziani, le persone disabili a livello cognitivo possono avere difficoltà a capire testi tropo complessi e tecnici. L’uso sempre più diffuso degli smartphone impone, inoltre, un ragionamento ad hoc su interazione e navigazione tramite questo strumento che – per sua natura – presenta uno schermo piccolo con maggiori difficoltà a cliccare sui link. Chi è anziano e ha una mano poco ferma, per esempio, su un sito non ottimizzato rischia di non riuscire a cliccare sul link che gli necessita finendo su un altro immediatamente vicino. In tal senso, per tutti coloro che hanno disabilità motorie – finora – sono stati progettati strumenti molto utili come quelli che captano i movimenti oculari.

Il contributo, infine, è quel concetto chiave al quale è necessario lavorare affinché anche le persone disabili possano lasciare la traccia del proprio passaggio lasciando un feedback (recensioni, opinioni, dialoghi con altri utenti e via dicendo). Questo è un lato fondamentale su cui lavorare anche – ovviamente – quando si tratta di piattaforme social, luoghi per eccellenza in cui ognuno può lasciare un suo contributo. A questo proposito, esistono ingranditori dello schermo per monitor LCD così che gli elementi appaiano ingranditi di molto e sia ben distinguibile la parte da leggere rispetto al campo in cui immettere il proprio testo.

Considerate tutte le problematiche per l’accessibilità ai siti web, ai social e alle app, occorre – in conclusione – implementare tutto tenendo conto delle barriere che si possono creare e della necessità di tutti (dalle persone con disabilità agli anziani) di poter percepire, fruire, comprendere, navigare e interagire – lasciando il proprio contributo – nello stesso modo. Tocca alle aziende, alle istituzioni e agli enti – che siano pubblici o privati – prendere in considerazione la questione e comportarsi di conseguenza, chiedendo aiuto (quando mettono a terra il sentiero informatico che porta a fruire dei loro servizi e a compare i loro prodotti) a persone competenti che siano in gradi di tenere in considerazione tutti questi elementi e quelle che – alla fine – non devono essere percepite come ostacoli o problematiche ma solo come differenze da tenere in considerazione.