Abolizione legge Mancino, la proposta di Fontana trova l’appoggio (scontato) di Salvini e Meloni

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Sul tema inizia a esserci una maggioranza importante, ma il M5S si defila

Immancabili, come una rima spagnola in un tormentone estivo, sono arrivate le parole di vicinanza e di appoggio alla proposta del Ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana per l’abolizione della Legge Mancino, il provvedimento datato 1993 che punisce qualsiasi tipo di reato generato e spinto da un’ideologia nazi-fascista. Prima su Facebook Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, poi il Ministro dell’Interno e Vicepremier Matteo Salvini, hanno speso parole di appoggio all’intervento – non richiesto e non di competenza del suo Dicastero – del Ministro per la Famiglia.



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«Già in passato la Lega aveva proposto di abolire la Legge Mancino – ha detto all’agenzia Ansa il leader del Carroccio – . Sono d’accordo con la proposta di Fontana: alle idee contrappongono altre idee, non le manette». Non le manette. Sì, lo ha detto proprio Matteo Salvini. La Lega, fin dai tempi del Senatùr Umberto Bossi, aveva espresso – spesso in maniera molto colorita – il proprio «disagio» per una legge che, secondo loro, rappresenta una grave violazione della libertà di pensiero e di parola per il popolo italiano.

Abolizione legge Mancino, per Salvini «non si possono mettere le manette alle idee»

Poco prima, sul tema «abolizione legge Mancino», ha detto la sua anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni attraverso il proprio profilo Facebook. «Fratelli d’Italia condivide la proposta del ministro Fontana di abrogare la legge Mancino – si legge nel post Facebook di Meloni -. Siamo sempre stati contrari ai reati di opinione perché riteniamo la libertà di espressione sacra e inviolabile».



Abolizione legge Mancino, Giorgia Meloni affila i coltelli e il M5S si defila

Il tutto corredato da una un’immagine istituzionale, con il Parlamento sullo sfondo, marchiata FdI. «Abbiamo già proposto l’abrogazione di questa norma nella scorsa legislatura – prosegue nel suo post Giorgia Meloni -, quando il Pd e la sinistra hanno tentato di approvare in Parlamento la folle proposta di legge Fiano: siamo pronti a rifarlo oggi». Un richiamo alle armi a tutto l’elettorato di destra.



Ma arriva lo strappo nella Maggioranza. Il Movimento 5 Stelle, attraverso le parole del proprio leader Luigi Di Maio spiega: «Non è nel contratto di governo. È uno di quegli argomenti usati per fare un po’ di distrazione di massa che impedisce di concentrarsi al 100% sulle reali esigenze del Paese: lotta alla povertà, lavoro e imprese».

Sulla stessa lunghezza d’onda, viaggia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «Personalmente credo che il rispetto delle idee sia un valore fondamentale di ogni sistema democratico, ma allo stesso modo ritengo che siano sacrosanti gli strumenti legislativi che contrastano la propaganda e l’incitazione alla violenza e qualsiasi forma di discriminazione razziale, etnica e religiosa».