Per il Comune di Roma «se abbandoni un cane sei complice». Non un criminale

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La campagna del Campidoglio condanna un gesto deprecabile, ma con parole sbagliate

L’iniziativa è giusta e sacrosanta. Ogni Estate, infatti, il fenomeno dell’abbandono cani porta alle consuete riflessioni sulla crudeltà dell’uomo nei confronti degli animali che vengono deliberatamente lasciati sul ciglio delle strade. Un gesto criminale che deve essere stigmatizzato e condannato in primis dalla politica. Il Comune di Roma, anche quest’anno, ha avviato una campagna mediatica sul tema, ma stavolta ha sbagliato nella scelta del motto: «Se abbandoni, sei complice».



Ma complice di cosa? Il tema dell’abbandono cani è molto serio e non si può ridurre al senso di complicità (che poi deve prevedere almeno un altro soggetto interessato, che non può essere il nostro animale domestico o amico a quattro zampe), ma occorre parlare chiaramente di un atto criminale. E non si tratta di persuasione morale, ma di un reato previsto dal codice penale. L’articolo 727 c.p., infatti, recita espressamente così: «Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro».

Abbandono cani, il motto sbagliato del Comune di Roma

L’iniziativa del Comune di Roma contro l’abbandono cani, come detto, è legittima e sacrosanta. Ma il motto utilizzato per lanciare la campagna è completamente errata. Sui manifesti compare il volto dell’attore Stefano Fresi, da sempre al fianco dei diritti degli animali, e la stessa Virginia Raggi ha condiviso il lancio di questa iniziativa sulla propria pagina Facebook.



Complice di chi?

Motto sbagliato per una giusta idea. Ogni anno, nonostante il trend sia in leggero calo, centinaia di italiani decidono di abbandonare il proprio animale domestico prima di partire per le proprie vacanze estive. Molti di questi cani, gatti (ma anche altri animali) finiscono per ritrovarsi rinchiusi in un canile (i più fortunati) o di sfidare l’addiaccio senza esserne abituati, con tutto quello che ne consegue. Molti di loro, impauriti, si ritrovano a viaggiare soli e a essere investiti dalle automobili. Chi abbandona un cane non è un complice, ma un carnefice.



(foto di copertina: da profilo Twitter di Giuseppe Civati)