Mario Bocchio: il pidiellino e le bufale contro gli immigrati

Mario Bocchio pubblica la foto di un gatto crocifisso, retto da alcune persone nere, e dice si tratta di una protesta anticristiana a Ragusa, ma è un volgare tarocco.

crux

POCA VOGLIA DI LAVORARE – Non è dovuto andare tanto lontano Mario Bocchio per trovare l’immagine sulla quale ha costruito prima un articolo su Freeanimals e poi un post sulla sua pagina Facebook, nei quali ha denunciato:

L’hanno messo in croce, semplicemente per inscenare una protesta anticristiana. E’ successo in Italia, a casa nostra, nel Ragusano. A farlo sono stati alcuni “coloureds”, limitiamoci a chiamarli così, di fede musulmana. Esprimo tutto il mio sconcerto per questo episodio d’inciviltà e di gratuita crudeltà. Al di là dell’amore e del rispetto che si può avere per qualunque essere vivente, dunque anche per gli animali, la vicenda ha qualcosa di turpe e di inqualificabile. I veri italiani, non quelli che sempre si piegano a novanta gradi nel nome del buonismo, non meritano di essere accomunati a questi selvaggi, individui che dovrebbero essere puniti severamente e che io auspico vengano individuati soprattutto per distinguerli dai tantissimi cittadini onesti che si occupano con tanto volontariato della tutela degli animali e dell’ambiente, e che sicuramente provano lo stesso disgusto che stanno provando, nei confronti di tanta inciviltà, tutti coloro i quali leggono o sentono questa notizia. E poi sorge spontanea una duplice domanda: se questi signori non si trovano bene in Italia, perché non se ne tornano al loro paese? Ed ancora: cosa sarebbe successo a uno di noi se fosse andato in uno stato musulmano e avesse crocifisso l’immagine di Maometto?

HA RICICLATO UN’ALTRA BUFALA – Bocchio, che di media se n’intende lavorando all’Ufficio Stampa presso il Consiglio regionale del Piemonte come dice il suo profilo Facebook, non si è poi impegnato molto, l’immagine infatti proviene da una pagina della Lega Nord e decora un articolo del 07 Maggio 2012 che lamenta la persecuzione dei cristiani in Africa e porta la didascalia “Gatto crocefisso in manifestazioni anticristiane in Africa”. Impossibile quindi che possa essere relativa a una manifestazione recente a Ragusa, ma è chiaro che in questo caso non si tratta di un errore o di confusione e che l’immagine è stata tagliata per eliminare il riferimento ai crediti.

DOPPIO FALSO – Inutile dire poi che anche la pagina della Lega è falsa dove usa quella foto per indicare una protesta anticristiana. Si tratta invece di un’immagine del 201o che fece scandalo e che non era affatto riferita a dei musulmani, ma alla crudele punizione inferta da alcuni cristianissimi giovinastri del Ghana a un gatto randagio, un caso che ha impegnato severamente la Ghana Society for the Protection and Care of Animals’ (GSPCA) e che ebbe eco pure in Illinois, dove altrettanto cristianissimi giovinastri hanno replicato l’impresa.

DIMISSIONI ? – Sembra chiaro che il falso di Mario Bocchio sia frutto della sistematica malafede con la quale parte della destra condivide falsi per scatenare l’odio contro gli stranieri e alimentare quello stesso razzismo sul quale ha fondato il suo successo elettorale. È altrettanto evidente che l’operazione di Bocchio è moralmente disgustosa e che le sue dimissioni dopo un’esibizione del genere non siano un optional. Non può avere albergo nelle istituzioni chi costruisce scientemente falsi per alimentare il razzismo e calunniare all’ingrosso parte dell’umanità in modo tanto miserabile.

Nota: Inizialmente ho attribuito a Bocchio l’appartenenza alla Lega Nord, me ne scuso con il partito di Maroni

Edit: Mario Bocchio ci scrive:

Gatto in croce: tutte le verità, subito. Mi hanno anche minacciato di morte Mio malgrado mi sto trovando al centro di un episodio che sta facendo parecchio discutere e che non può essere attribuito ad una mia malcelata volontà di creare casi inesistenti. Mal che meno ad arte, con l’unico scopo di fomentare l’intolleranza razzista. Lungi da me tale finalità. Ecco pertanto, che voglio riassumere ogni passo della vicenda. Sfogliando la home del mio profilo Facebook vengo colpito da un post che parla dell’episodio successo in Sicilia, con tanto di fotografia, e di precisazione che trattasi di protesta anticristiana e con relativi commenti molto accentuati di condanna. Cosa faccio allora? Per meglio approfondire il fatto vado a consultare Google che mi rimanda ad un preciso sito, tale “Ideazampa”, che riportava la fotografia dell’animale crocifisso da un gruppo di persone di colore e uno specifico episodio realmente accaduto in Sicilia, con tanto di denuncia da parte degli attivisti animalisti. La truculenta immagine accompagnava la notizia, in maniera tale che è stato logico riferirla al fatto. Successivamente al polverone creatosi a seguito del mio post, il sito “Ideazampa” ha deciso di precisare con una didascalia che la foto non si riferiva alla notizia, ma ad un episodio successo in Africa. Io ho semplicemente commentato l’episodio per come allora era stato presentato, NON DA ME, che oltretutto non vivo la realtà siciliana, senza peraltro, sempre da parte mia, coinvolgere in maniera attiva la mia militanza politica e le mie convinzioni ideologiche, ma semplicemente come semplice cittadino che viene profondamente ed emotivamente colpito da una simile notizia. Il fatto che in diversi commenti oggi in rete, si faccia riferimento al partito in cui milito, è una voluta, quindi dolosa strumentalizzazione fuori tema. Questo sì. Ma il fatto che nel Ragusano si siano verificati episodi di crudeltà inaudita nei confronti dei gatti è realtà inoppugnabile, che merita ogni forma di condanna. Vorrei inoltre soffermarmi sulla fotografia, che certo non è un fotomontaggio, che ritrae un povero gatto crocifisso da persone di colore. Il fatto che sia stata scattata in Africa, o che possa riferirsi ad un episodio successo in Italia non cambia la sostanza: offende due volte. Primo: perché lede nel profondo chi è cristiano, come il sottoscritto, visto che il sacrificio in croce di Gesù Cristo viene accostato ad un gatto. Oggi, soprattutto in Nigeria, le proteste anticristiane sono una drammatica realtà, come le persecuzioni dei cristiani in tutto il mondo. Le vignette satiriche contro Maometto, che vanno certamente condannate, non vennero pubblicate nei paesi islamici ma misero in subbuglio tutto il mondo musulmano, per cui anche se successo altrove, l’episodio illustrato nella foto deve fare insorgere la protesta, soprattutto visti i grandi sforzi che si stanno facendo (e io ci credo convintamente) per una pacifica convivenza dei popoli attraverso anche il dialogo interreligioso. Secondo: gli atti di crudeltà contro gli animali vanno condannati ovunque essi si possano compiere. Per fare completa luce sul fatto denunciato dal sito E NON DAL SOTTOSCRITTO, ho immediatamente richiesto la produzione di un’interrogazione parlamentare e ho scritto al prefetto di Ragusa, in maniera tale che si possano avere anche i chiarimenti per cui un sito abbia potuto liberamente accostare la fotografia dell’animale crocifisso ad una serie di episodi successi in Sicilia e perché la stessa continui ad essere in rete. Io ho avuto sicuramente il coraggio di andare contro al cosiddetto “politcally correct”, ma non accetto che si possa mettere in dubbio la mia buona fede, tantomeno che mi si minacci addirittura di morte, con messaggi di questo tenore: “Sfigato nazista razzista di merda sei. Meriti la morte se solo ti avessi tra le mie mani! ora tengo d’occhio la tua bacheca, così se pubblichi altre cazzate razziste come quella del gatto io ti vengo a prendere di persona sappilo. Voi bastardi pieni di soldi che infiammate ste cazzate da paleolitico meritate la morte”. E questi sarebbero coloro che vorrebbero fare la divisione tra ciò che è bene da ciò che è sbagliato?

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