Miss schiave del sesso in Austria

17/11/2010 di Andrea Mollica

Un clan della Romania offriva lavori da modella a bellissime ragazze del loro paese per poi costringerle nei bordelli

Bucarest e Viennna sono  scosse da un grande scandalo sessuale che coinvolge anche la politica. Gli ingredienti sono conosciuti anche da noi. Sesso a pagamento, ragazze bellissime, alcune pure minorenni, clienti facoltosi e potenti, tra i quali qualche politico di peso. Il centro del sistema è un bordello di Vienna chiamato Babylon, uno dei postriboli più cari della capitale austriaca. La città sul Danubio serviva come luogo di formazione per le miss rumene, per poi utilizzarle come prostitute di alto bordo per i facoltosi rumeni. Le autorità dell’Austria stanno collaborando con i colleghi della Romania per dipanare la matassa dell’intricato caso.

SFRUTTAMENTO SESSUALE – In questo momento i responsabili del giro di prostitute si trovano già in prigione. Si chiamano Ion Tamarjan e Relu Costan, due trentenni rumeni che avevano messo in piedi un sistema che attirava ragazze bellissimi in difficoltà economiche o familiari per poi costringerle alla prostituzione coatta. Insieme ad altri due complici avevano promesso a 80 ragazze, tra le quali 17 minorenni, una carriera nella moda, attraverso la loro agenzia Star Models, fondata come copertura per il giro di prostituzione che si basava sul bordello viennese Baylon. Le bellissime giovani rumene erano scelte tra le partecipanti ai concorsi di bellezza, e tra le più affascinanti erano scelte quelle con i maggiori problemi di natura economica. Una volta attirate a Vienna, i lavori di shooting dovevano essere poi pagati dalle stesse ragazze, costrette al risarcimento dei costi con l’offerta del proprio corpo. In un diario tenuto da una giovane schiava del sesso, SDM, si raccontano i dettagli della truffa, e poi la proposta della prostituzione come metodo per risolvere i problemi economici. SDM era andata a Vienna per fare la modella e aiutare a pagare le cure della madre malata, ma poi era stata costretta a lavorare al Babylon, guadagnando 200 euro a cliente. Soldi in maggioranza finiti nelle tasche dei suoi papponi, che hanno raccolto più di 100 mila euro con questo sistema.

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