Report spiega perché la Tav è inutile

Il governo italiano continua a insistere per la sua realizzazione, ma il tratto Tav Torino-Lione rischia di rivelarsi un’opera inutile. Con un servizio di Emanuele Bellano, Report ha mostrato ieri tutti le perplessità su un’infrastruttura che non sembra giustificare gli alti costi previsti e che continua a dividere la comunità della Val di Susa. In base alle stime attuali costerà almeno 24 miliardi di euro. Dovrebbe permettere un aumento degli scambi commerciali tra Italia e Francia, ma i dati sul traffico fotografano oggi una realtà molto diversa: dal 2005 sulla direttrice già esistente il trasporto merci è diminuito in modo costante, tanto che la linea viene sfruttata soltanto per un quinto. Rispetto al progetto originario, che vedeva la linea italo-francese parte di una direttrice che avrebbe permesso di unire Lisbona a Kiev, diversi sono i paesi ad aver abbandonato la costruzione della loro parte di tratto ad alta velocità: Portogallo e Ucraina si sono già fatte da parte. “E anche in Francia – spiega Report – è in corso un acceso dibattito istituzionale”.

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REPORT: TUTTI I DUBBI SUL TAV TORINO-LIONE  – Da anni contro il progetto dell’alta velocità tra Torino e Lione si scagliano i militanti No Tav, contrari alla realizzazione dell’opera, così come parte degli amministratori locali della Val Susa. Il 14 maggio scorso, dopo un nuovo attacco – con tanto di bombe molotov – condotto da trenta persone al cantiere di Chiomonte, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha deciso che verrà aumentato il numero degli agenti utilizzati per difendere i lavori. L’assalto ha aumentato la tensione nell’area, con le istituzioni italiane che hanno parlato di “attacco terrorista” e che non intendono cambiare strategia. Lo stesso ministro Maurizio Lupi ha ribadito come il governo Letta consideri l’opera come “fondamentale e strategica, sia per l’Italia che per l’Europa”. Ma i dati mostrati da Report lasciano non poche perplessità sull’effettiva utilità del progetto. “Il progetto approvato dal governo, che i manifestanti contestano, prevede la realizzazione di un foro nella montagna di 57 chilometri, che aumenterà la velocità dei treni, ma che fa lievitare i costi dell’opera”, si spiega nel servizio. Il docente universitario Sergio Ulgiati indica quali sono le cifre: 8 miliardi per il tunnel di base, circa 24 miliardi di euro per l’intera linea, se venisse realizzata. Tutto da spalmare in 20 anni, tra i due paesi – Italia e Francia – che realizzano l’opera. Il sindaco di Torino Piero Fassino è tra i politici che da tempo difendono il progetto: “La storia ci dice che tutte le volte che è stata realizzata un’opera che accresce accessibilità e rapidità, l’infrastruttura ha poi visto una fruizione maggiore rispetto a quella prevista”, spiega. Ma quando verrà ultimata l’alta velocità, ci sarà chi pagherà per far viaggiare le proprie merci? Oggi un tratto tra Torino e Lione c’è già, ma i dati sul traffico mostrano, a partire dal 2005, un calo evidente del suo utilizzo.  Per modernizzarlo, Italia e Francia hanno già speso 100 milioni di euro. Dalla stazione di Orbassano, i treni merci che partono verso il paese transalpino, però, sono utilizzati soltanto per un quinto rispetto alla sua capacità massima. Il servizio è ridotto a 5 treni al giorno, per ognuno dei due sensi di marcia. “E, senza l’intervento del finanziamento pubblico, non starebbe sulle sue gambe”, chiarisce Bellano.

TRAFFICO IN CALO SUL TRATTO ESISTENTE – Dal 1996 ormai il traffico si riduce in maniera costante e in calo sono in particolari gli scambi su linea ferroviaria. Al contrario degli assi che passano attraverso Svizzera e Austria, che sono in crescita. Questo perché le grandi quantità di merci arrivano ormai in Europa attraverso le navi container. Il flusso che va da Est a Ovest – quello del tratto tra Torino e Lione – e viceversa, in pratica, è tra quelli che oggi sono in costante diminuzione, in termini di utilizzo. Se per Fassino servono strutture più moderne per invertire la tendenza, altri docenti mostrano come i flussi oggi cresciuti si spostino in realtà su linee simili a quella già esistente tra Torino e Lione. “Verso l’Austria non c’è nessun tunnel nuovo, eppure il trasporto merci in quella direzione aumenta”, si spiega. Nel 2035 per il governo, invece, si passerà dai 4 milioni di tonnellate di merci di oggi ai 40 milioni di domani. Un aumento del volume degli scambi di circa dieci volte che non è però giustificato dai dati sul traffico. Sui costi, poi, Report spiega come degli 8 miliardi necessari per realizzare il tunnel, 3 saranno a carico dell’Europa, 5 Italia e Francia. “Ma il tunnel lo si deve poi collegare: serviranno in realtà 16 miliardi”. Quanti ne metteranno le istituzioni comunitarie? Altri tre, il resto sarà a carico dei due paesi. I 24 miliardi dei cantieri Tav saranno gestiti dalla Ltf, già coinvolta in uno scandalo per una gara truccata, proprio negli appalti Tav. Senza parlare del problema delle infiltrazioni mafiose: “Uno dei principali lavori è stato assegnato all’Italcoge Martina, collegata a una cosca di ‘ndrangheta, secondo gli inquirenti”, si spiega nel servizio. Poi ci sono lavori iniziati e poi abbandonati, altro denaro sprecato: come quello legato al cantiere di Venaus.

CHI SI TIRA INDIETRO – Se l’Italia insiste per realizzare l’opera – che faceva parte della direttrice Lisbona-Kiev – c’è invece chi si è già tirato fuori dal progetto originario, come Portogallo – per ragioni economiche – e Ucraina. E anche in Francia il dibattito è aperto: dopo aver annotato che il finanziamento europeo non è stato definito e come i dati sul traffico non giustificano l’investimento, la Corte dei Conti francese ha affermato come i costi dell’opera sia in costante aumento. In pratica, si consiglia di abbandonare il progetto e migliorare invece il tratto esistente. “Rispetto al vecchio corridoio mediterraneo, il progetto rischia di essere molto ridimensionato, dove il tratto Torino Lione potrebbe rappresentare la solita cattedrale nel deserto”, si conclude.

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