Non solo Duomo e CL – Ecco la mappa della prostituzione a Milano

Nonostante i periodici appelli alla “pulizia” nella Capitale Morale d’Italia non accenna a frenare il mercato della prostituzione. Sempre più ingente la domanda, crescono sia la quantità che la varietà dell’offerta. Tanto che nascono, di fatto, veri e propri quartieri a luci rosse. Resi illegali da una politica inutilmente proibizionista.

Il mestiere più vecchio del mondo a Milano ha fatto bottega. Con i corpi esibiti in bella mostra per strada di giorno e di notte, pronti per essere scelti e comprati per le vie della città. Così in questo mercato del erotismo a cielo aperto, la merce viene disposta in base alla domanda, in modo da specializzare intere zone della città secondo il criterio della nazionalità delle schiave. prostitute 1Per questo da viale Jenner a via Ripamonti, da nord a sud della città, ogni zona è assegnata ad un tipo di prostituzione ben definito. Transessuali, viados, prostitute. Nessuno resta escluso dal mercato. E nella città meneghina sono almeno una trentina le strade considerate impossibili da frequentare di sera, dove le lucciole scendono in strada, giorno e notte, e, senza ritegno né pudore vendono i loro corpi per qualche decina di euro.

LA MAPPA DEL SESSO A PAGAMENTO – Romene, moldave, ucraine. Ma anche italiane. Il mercato della prostituzione milanese non si fa mancare nulla ed è adatto a tutte le tasche. Sono almeno una trentina le strade frequentate da lucciole e prostitute. Senza contare le migliaia di appartamenti usati per vendere i corpi di giovani donne ad ignari compratori del sesso. In barba alla legge Merlin, abolita nel ’58. Ma se nelle case il sesso a pagamento si può nascondere, è nelle vie della città che la prostituzione trova il suo sviluppo. Sesso che viene praticato sui cruscotti delle auto o contro un muretto, sotto gli occhi sbigottiti di passanti e residenti. Così, girando la sera tra i vari quartieri a luci rosse della città  è semplice ricostruire la mappa del sesso a pagamento, luoghi che da qualche anno i protettori si sono spartiti e dove fanno lavorare senza sosta le loro schiave. diIl nostro giro inizia un martedì sera alle dieci. Per primo decidiamo di percorrere Piazzale Lagosta, via Pola, viale Restelli, Viale Abruzzi, Via Novara, Via Melchiorre Gioia, via Cenisio e piazza Firenze, da sempre terreno dove transessuali, sudamericani e brasiliani attendono i loro clienti, dalla sera fino alla mattina tarda, senza sosta. Qui per qualche decina di euro i trans compiono le loro prestazioni in ogni angolo della via, ovunque capita, anche in mezzo alla strada. Basta poco. Un cruscotto di una  macchina, un palo dove appoggiarsi. Ed ecco che la prestazione viene eseguita, anche sotto gli occhi dei passanti.

E POI… – Continuando il nostro giro passiamo dalla stazione Centrale e dalle vie limitrofe, Via Vitruvio, viale Brianza, piazzale Loreto, via Porpora dove troviamo invece le ragazze dell’Est, spesso giovanissime rumene, moldave e ucraine che vendono i loro bellissimi fisici per qualche euro.  Ragazze che spesso arrivano in Italia con il sogno di un lavoro e che invece poi si ritrovano in strada. ViadosCome Julia, 20 anni sognava di fare la baby sitter. Per questo è stata portata in Italia. Con l’inganno. Perché poi giunta qui, chi le aveva promesso un impiego l’ha invece costretta a prostituirsi per qualche decina di euro. “Dai dieci ai trenta – sottolinea – a seconda della prestazione”. Non ci fermiamo tanto. È già l’una e il nostro giro deve proseguire. In breve tempo ci troviamo inevitabilmente in piazza Trento, zona sud di Milano. Qui incontriamo giovani ragazzini che cercano di abbordare la loro clientela gettandosi sulle auto di passaggio. I loro clienti sono tutti uomini di mezz’età. Qui una prestazione costa 5 euro. Dieci senza preservativo. Risalendo la circonvallazione esterna, da viale Cassala, a viale Bezzi, fino a piazzale Lotto le prostitute sono ovunque e di ogni nazionalità. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Se si è in cerca per esempio di passeggiatrici sudamericane basta recarsi in via Antonini e via Da Cermenate.

SESSO VINTAGE E NOMADE – Se invece si preferiscono quelle cinesi le vie che le ospitano in maggior quantità sono via Mac Mahon e via Ripamonti mentre Viale Monza e viale Fulvio Testi sono la meta di chi cerca i viados o lucciole italiane un po’ attempate. A vendere i loro corpi sulla strada da qualche tempo ci sono anche alcune giovani rom. Accade in via Quaranta, zona Ripamonti, dove 4 o 5 nomadi si fermano tutte le sere cercando di avvicinare gli automobilisti. E il fenomeno è in espansione in tutta la città. In zona San Siro infine, su via Salmoiraghi, la prospettiva cambia a seconda del lato della strada. Su quello sinistro ci sono le ventenni dell’Est, con minigonna, stivali e seno bene in vista. Su quello destro, cinque o sei donne cinesi. Viados 2Gonna sotto al ginocchio e camicetta accollata, dimostrano una quarantina d’anni.

LE CASE DEL SESSO –  E poi c’è una nuova tendenza che dilaga a Milano. Perché ormai ad andare a cercare le prostitute in strada sono solo persone che non si possono permettere di spendere troppi soldi. Per tutti gli altri invece il sesso si fa in casa. Ed è Milano ormai la patria della concentrazione immobiliare di case a ore. Così nella nuova toponomastica del sesso a pagamento e a domicilio ci sono indirizzi che non contemplano targhe di marmo: o almeno non subito. Per raggiungerli, che sia una casa “attrezzata”, un hotel con stanze riservate, un centro estetico, una sauna, un eros center camuffato da Srl o Spa, bisogna prima affacciarsi, e bussare, in rete. Spesso basta un pc, un passaparola e un sito attrezzato e il gioco e fatto. E ai nuovi bordelli si arriva in un click. Basta avere i soldi. Insomma, quel che è certo è che nei quartieri a luci rosse milanesi la scelta non manca.

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