La Svezia è un paese per giovani

04/11/2010 di Viola Afrifa

TRASPORTI EFFICIENTI – Ma torniamo alla vita quotidiana dei nostri giovani svedesi. Abbiamo detto, lavori stabili, salari più che dignitosi, una casa garantita, in affitto o di proprietà. Tutti i pilastri del benessere rispondono all’appello. Poi ci sono altri elementi che contribuiscono ad elevare la qualità della vita, uno tra tutti il servizio di trasporto pubblico. Questo è capillare, efficiente e soprattutto puntuale. Metro, tram, bus, treni per pendolari (e a Stoccolma anche i battelli) si intersecano in una rete che non si dimentica della periferia. I top manager, come le baby sitter, gli insegnanti e i netturbini viaggiano sicuri e veloci sui mezzi pubblici il cui ritmo regola la vita di tutta le zone metropolitane. Se dalla fermata X alla piazza Y è stimato un viaggio di 12 minuti, quello sarà il tempo che verrà impiegato. Se ci sono ritardi uesti vengono comunicati in tempo (non dopo mezzora), seguiti da un doveroso annuncio di scuse. Può sembrare un aspetto secondario ma poter confidare su un servizio diminuisce lo stress: “E’ una preoccupazione in meno sia che io debba recarmi a lavoro sia che io sia di ritorno da una serata di baldorie. Non dover stare in mezzo al traffico o rischiare di farmi ritirare la patente mi rende la vita molto più facile e rilassata” continua Johan interrogato su quali siano gli aspetti della sua nazione che la rendano così appetibile ai giovani di mezzo mondo.

SERVIZIO SANITARIO DI QUALITA’ – Il sistema sanitario svedese è frutto di decenni di investimenti statali e di ammodernamenti continui. La percezione generale, che poi dice anche qualcosa sulla condizione reale di questo ambito, è di totale fiducia nei confronti di medici, personale ospedaliero, ricercatori e amministratori che gestiscono la sanità nazionale in totale trasparenza e efficienza. Tempo fa, un articolo pubblicato dalla Reuters vedeva la Svezia prima in classifica in relazione alla fiducia riscossa dal sistema nazionale sanitario nella popolazione. Non a caso la Svezia è la mecca dei medici specializzandi italiani che una volta rimbalzati dagli ospedali universitari del Bel Paese, per motivazioni più o meno odiose, si vedono assumere e pagare profumatamente dai centri di ricerca svedesi. Uno tra tutti il celebre Karolinska Institutet, ospedale e istituto di ricerca  tra i più famosi al mondo è l’unica scuola di medicina non americana a rientrare nella classifica delle prime 10 al mondo ed è al primo posto tra tutte le università svedesi. Un istituto pubblico se la gioca quindi con le mega med-schools miliardarie. Restando in tema sanitario, la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili ha raggiunto in Svezia picchi di eccellenza. “A scuola tutti abbiamo imparato nel dettaglio cosa sia il sesso e quali siano i rischi connessi. I bambini sanno come si mette un preservativo. Gli adolescenti si sottopongono ad analisi periodiche e non provano alcun imbarazzo. E’ una specie di conformismo virtuoso: ci facciamo controllare perché lo fanno tutti” continua Johan. La cosiddetta “pillola del giorno dopo” si compra in farmacia senza ricetta, manco lo devi chiedere, la prendi dal bancone e la paghi alla cassa. Sullo stesso scaffale si trovano anche test per la clamidia e toys colorati, perché la prevenzione va a braccetto con il divertimento. “Il sesso viene vissuto come un fatto totalmente naturale che non provoca né vergogna né sensi di colpa. Forse questo ha a che fare col fatto che la religione non ha un peso particolare sulle scelte individuali. Obiezione di coscienza? Credo che sia totalmente illegittimo. Se un medico o un farmacista si rifiutasse di aiutarmi credo che l’ospedale verrebbe assediato e il malcapitato radiato dall’ordine”.

PIZZA O ARINGHE? – Insomma, pare proprio il paese del Bengodi. Benessere, efficienza, meritocrazia. Certo, non è tutto rose e fiori: la cultura svedese, che poi è proprio quella restìa ai sotterfugi, all’inciviltà e all’anarchia, fa sì che i giovani in qualche modo incontrino qualche difficoltà nel socializzare e ad aprirsi agli altri, difficoltà spesso affogata nell’alcol che aiuta a spezzare le inibizioni e a colorare il buio dell’inverno. Ci state ripensando? Dipende dalle priorità: c’è chi per una vita dignitosa e appagante opta per le aringhe e rinuncia volentieri alla pizza e mandolino visto che ultimamente non sono più sinonimo di calore ma di provincialismo e di furberia.

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