In Spagna apre il bordello più grande d’Europa

Giovedì, il Paradise aprirà le sue 80 camere e due sale da spettacolo a La Jonquera, in Catalogna, a pochi chilometri dal confine con la Francia, da dove arriveranno la maggior parte dei suoi clienti.

I sindaci locali, scrive Rue89, apprezzano moderatamente di vivere nel bordello d’Europa.”La vicinanza al confine ci aiuterà ad attirare un sacco di clienti francesi“, ha spiegato il proprietario, Jose Moreno ad Europa Press poco prima dell’apertura del locale, che ha una superficie di 2700 metri quadrati e la cui costruzione è costata tre milioni di euro.

PARCHEGGIO VIP – L’immenso locale disporrà di due parcheggi, uno di questi, per “clienti privati che desiderano un servizio VIP“, ha sottolineato Moreno. Più di quaranta i dipendenti che sono già stati assunti e 86 donne hanno aderito al progetto. In circa 150 potranno finalmente lavorare. I vicini sono “entusiasti“, dice Jose Moreno, che è stato arrestato due volte quest’anno per riciclaggio di denaro sporco, sfruttamento della prostituzione e della tratta.

PUTICLUBS – L’entusiasmo, tuttavia, non è così evidente come vuole raccontare il proprietario. Il municipio di La Jonquera, 3000 abitanti, dove ci sono già diversi “puticlubs”, come sono spesso definite in Spagna le case chiuse, ha cercato di bloccare la costruzione di quello che sarà uno dei più grandi bordelli in Europa, secondo i media spagnoli. Il suo sindaco, Jordi Cabezas, si basa su un rapporto di polizia che indica come il locale potrebbe causare problemi di “sicurezza e ordine pubblico”. Ma nel mese di febbraio, la Corte superiore di giustizia della Catalogna ha costretto alla fine il comune a concedere un permesso perché i  giudici hanno ritenuto che il rapporto della polizia fosse troppo esiguo per giustificare un divieto. Le case chiuse sono ammesse in Spagna, dove le leggi sulla prostituzione stanno cambiando e la materia è praticamente in un limbo giuridico. I proprietari hanno il diritto di affittare le stanze a prostitute, ma non di prendere una quota del loro reddito, che sarebbe considerato sfruttamento della prostituzione.

TUTTI IN SPAGNA! – Mentre l’apertura è ormai prossima, al Municipio pare si siano finalmente rassegnati. E sul divieto alla promozione del locale sui muri della città,  Jordi Cabezas ha recentemente spiegato: “L’intero villaggio ormai sa che il locale aprirà. E’ soprattutto la prostituzione in strade e stradine che  dovrebbe preoccupare, più che un club che  si inserisce  in una zona industriale“. Molte prostitute, infatti, occupano le strade della provincia di Gérone. Perché questo picco d’affluenza? E’ la sua vicinanza alla Francia, dove la legislazione è molto più severa, e i grossi flussi turistici lo spiegano.

I COMUNI SONO I NUOVI PROTETTORI? – Secondo l’AFP, il 90% della clientela di un altro bordello di La Jonquera, il Dallas, viene dalla Francia, attratto da una notte relativamente confortevole rispetto agli orrori della clandestinità in Francia. Ironia della sorte, dal momento che la stessa frontiera  è stata attraversata in direzione opposta sotto il franchismo dagli spagnoli che speravano di vedere  film erotici a  Perpignan … Per una sera all-inclusive, l’ingresso nel Puticlub, l’affitto della camera e le bevande – si spendono tra i 100 e i 150 euro. I clienti spesso condividono i costi di trasporto. A La Jonquera, Jordi Cabezas ha introdotto nel luglio 2009 un sistema di multe per prostitute e clienti fino a 3000 euro se si trovano in aree sensibili scuole, impianti sportivi … Ma il sindaco si è arreso: “E’ impossibile eliminare la prostituzione a livello locale“, ha affermato a La Vanguardia. Per l’associazione Hetaira per i diritti collettivi di difesa delle prostitute, le multe non risolvono nulla. “I comuni sono i nuovi protettori? Non vogliono vedere le prostitute in strada […] ma non offrono alternative di luoghi dove poter lavorare in sicurezza. Nel frattempo, i proprietari dei grandi bordelli si fregano le mani“.

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