Il Foglio escluso dai finanziamenti all’editoria: «Non riusciranno a farci chiudere»

La lista scorre, ma Il Foglio non c’è. Il quotidiano diretto da Claudio Cerasa, quest’anno, non percepirà nemmeno un euro di finanziamento pubblico. In seguito a una decisione che prende in considerazione un caso fiscale relativo al biennio 2009-2010, il dipartimento per l’Editoria della presidenza del Consiglio – diretto dall’esponente del Partito Democratico Andrea Martella, successore di Vito Crimi – ha stabilito che la testata non percepirà quei fondi che, in passato, hanno garantito la copertura di un terzo delle attività editoriali del quotidiano fondato da Giuliano Ferrara.

Annullato il finanziamento pubblico a Il Foglio

Dalla redazione de Il Foglio sono sicuri: si è trattato senz’altro di una decisione punitiva, volta a scoraggiare l’attività di una testata che non è mai stata tenera con il populismo e, in modo particolare, con il Movimento 5 Stelle. Nell’articolo in cui Il Foglio ha dato notizia dell’esclusione dal finanziamento pubblico, infatti, la testata ha ricordato anche l’episodio di qualche mese fa, quando il portavoce del presidente del Consiglio Rocco Casalino avrebbe detto a un giornalista: «Ma che farai ora che Il Foglio chiude?».

Cosa è successo negli ultimi giorni

Stando alla ricostruzione fatta dalla redazione, il mancato accesso al finanziamento è giustificato sia da una piccola querelle fiscale relativa al biennio sopra citato, sia dalla presunta inesistenza di un movimento – Convenzione per la giustizia – al quale Il Foglio fa riferimento per garantirsi il finanziamento pubblico. Il Foglio ritiene che l’accertamento fiscale – che era destinato a valutare la vendita di almeno il 25% della tiratura totale della testata – presentava alcuni errori che sono stati prontamente evidenziati dalla redazione del giornale e dai suoi responsabili. Inoltre, sostiene con forza l’esistenza del movimento Convenzione per la giustizia, che ha avuto anche un suo congresso – a cui ha presenziato anche Marco Travaglio – e che Il Foglio sostiene con le sue posizioni garantiste e liberali.

Durissima la replica del Foglio che ha fatto sapere:

«In base a questi falsi materiali, su cui i tribunali dovranno decidere, la pretesa dell’autorità politica e burocratica delegata a confermare o cancellare l’erogazione dei contributi all’editoria è di indurre il Foglio a una grave crisi editoriale, eventualmente alla chiusura, intimandogli la restituzione di sei milioni circa di euro per il biennio già menzionato e nel frattempo sospendendo l’erogazione di contributi a titolo di garanzia, procedendo senza nemmeno ancora avere acquisito la controrelazione del giornale rispetto al verbale dei finanzieri, il che è addirittura enorme, madornale. L’aria che tira è quella di un attacco proditorio a un giornale che è tra le più trasparenti macchine amministrative nel panorama dell’editoria italiana».

Anche il mondo della politica si sta destando, dopo la diffusione della notizia dell’annullamento del finanziamento pubblico. Il primo a difendere la testata di Claudio Cerasa è stato Matteo Renzi di Italia Viva, partito che fa parte di quello stesso esecutivo che ha escluso il Foglio dal finanziamento pubblico: «Chi vuole chiudere IL FOGLIO sappia che noi difenderemo questa voce libera dell’informazione come abbiamo difeso Radio Radicale. Pancia a terra, tutti insieme, Il Foglio deve vivere» – ha scritto su Twitter.

FOTO: ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

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