Movimento 5 Stelle, le dieci gaffe del dopo-voto

26/03/2013 di Donato De Sena

Avevano promesso partecipazione, rigore e democrazia diretta. E invece i vertici del Movimento 5 Stelle, dopo il successo delle ultime Politiche, hanno dovuto rapidamente disattendere le grandi aspettative di cui si erano fatti carico in campagna elettorale. Alla prova dei fatti, in sostanza, il partito di Beppe Grillo è apparso assai meno aperto di quanto promesso dai palchi dello Tsunami Tour. Il perchè in dieci gaffe, contraddizioni, bugie.

LA COSTITUZIONE – Poco dopo l’indicazione di Roberta Lombardi come capogruppo del Movimento alla Camera, è emerso che a poche settimane dal voto la deputata a 5 Stelle aveva pubblicato sul suo blog parole di rivalutazione del fascismo. Per rispondere alle accuse la stessa Lombardi, in un nuovo post, ha dichiarato: “Ricordo a tutti che il M5S ha nel suo programma l’insegnamento della Costituzione Italiana”. Ma appena un giorno prima Grillo aveva criticato l’articolo 67 della Costituzione, che recita “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. In campagna elettorale il comico aveva già chiesto l’eliminazione dei sindacati: “Voglio uno Stato con le palle, eliminiamo i sindacati che sono una struttura vecchia come i partiti. Le aziende devono essere di chi lavora”.

 

(Fonte foto: LaPresse)

LO STREAMING – Dopo una prima presentazione degli eletti a 5 Stelle di Camera e Senato (riunione trasmessa in streaming), le decisioni del Movimento sono state assunte in incontri riservati. I due capogruppo Lombardi e Crimi, ad esempio, hanno esposto con un video postato sul web, senza domande e senza diretta, le posizioni del M5S alla vigilia della votazione dei presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama. I portavoce a 5 Stelle di Montecitorio, insomma, evitano i giornalisti.

LA DEMOCRAZIA DIRETTA – E’ cresciuto in Rete il dissenso degli attivisti per l’assenza di una vera piattaforma tecnica di supporto al Movimento 5 Stelle per la condivisione di informazioni, la discussione e la votazione su decisioni da assumere. Le carenze (forum per le proposte insufficiente e decine di migliaia di commenti inascoltati) sono ben evidenziate da uno dei primi attivisti grillini, il blogger e informatico biellese Federico Pistono. “Le proposte e i commenti – ripete Pistono – si perdono nel tempo, non c’è modo di collaborare seriamente, avere tornate elettorali, e anche quando si riesce a far arrivare una proposta in cima alla lista non c’è nessuna assicurazione che questa venga discussa o anche solo presa in considerazione dallo staff”.

I COMMENTI SUL BLOG – Dopo il definitivo no di Grillo alla fiducia di un governo di centrosinistra, sul blog del comico sono stati cancellati commenti critici nei confronti del Movimento, della strategia politica di rottura con tutte le altre forze parlamentari e, in particolare, della mancanza di trasparenza. Dal sito sono scomparse frasi critiche che avevano raccolto alcune centinaia di preferenze tra i visitatori.

LA COLLABORAZIONE CON STIGLITZ – In un’intervista rilasciata alla Msnbc a pochi giorni dal voto Grillo spiegava che al programma del Movimento 5 Stelle aveva collaborato anche il premio Nobel Joseph Stiglitz. “Noi – ha spiegato il comico genovese all’emittente statunitense – abbiamo un piano preciso, fatto da migliaia di persone nel mondo. Il nostro piano economico l’ha fatto Stiglitz, che è un Premio Nobel per l’economia, insieme a persone normali, professori di economia che sono in Rete”. Stiglitz ha smentito ogni sorta di collaborazione.

LO STATUTO – La pubblicazione dello statuto del Movimento ha poi smontato la tesi dell’organizzazione orizzontale. L’atto firmato davanti ad un notaio il 18 dicembre 2012 concentra il potere nelle mani di tre persone: Giuseppe Piero Grillo (presidente), suo nipote Enrico Grillo (vicepresidente) e il commercialista Enrico Maria Nadasi (segretario). Sono gli unici componenti del consiglio direttivo. Il consiglio dei tre, fa sapere lo statuto, “determina le priorità e i piani di attuazione dei deliberati assembleari”, “approva i regolamenti e determina annualmente l’ammontare del contributo obbligatorio dovuto da ogni associato”, “tiene il libro soci ed accettazione delle domande di adesione”. Al presidente spetta, invece, la competenza esclusiva per la “rappresentanza politica e giuridica dell’associazione”, la “designazione dei delegati presso ciascuna circoscrizione elettorale all’effettuazione del deposito delle liste dei candidati”, la “direzione e il coordinamento dell’attività dei delegati alla raccolta delle firme degli elettori ed al deposito delle liste dei candidati”, la “promozione” e il “coordinamento di iniziative per la diffusione del programma”, la “promozione di iniziative di supporto tecnico alla realizzazione degli obiettivi del programma”, e, infine, “l’amministrazione e la gestione di eventuali fondi dell’associazione”.

LA LEGGE ELETTORALE – Negli anni Grillo ha definito la legge elettorale in vigore una “porcata”, “incostituzionale, un insieme di norme per “evitare che il Movimento 5 Stelle vada al governo”. Ma nelle proposte presentate per le elezioni e nei venti punti di programma ribaditi di recente (dopo la consultazione al Quirinale) manca ogni riferimento ad una modifica delle regole per il voto.

I DISEGNI DI LEGGE – A dieci giorni dall’inizio dei lavori in Parlamento, dopo la presentazione di 664 disegni di legge, 379 alla Camera e 285 al Senato, 592 di natura ordinaria e 72 di riforma costituzionale, non risulta ancora depositata alcuna proposta di parlamentari eletti tra le fila del Movimento 5 Stelle.

IL PRIMO PARTITO – Dopo la consultazione con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano i portavoce del Movimento 5 Stelle Crimi e Lombardi hanno fatto sapere, con un comunicato letto ai giornalisti, di aver chiesto al capo dello Stato l’incarico di formare il governo in quanto “primo partito”. In realtà, sommando i consensi ottenuti in Italia e nella circoscrizione estero, la lista più votata alle ultime Politiche risulta essere il Partito Democratico. Il Pd ha ottenuto alla Camera, in Italia, circa 44mila voti in meno del M5s. Ma ha conquistato 193mila voti in più dei grillini nella circoscrizione Estero.

I POSTI – Dopo la consultazione con Napolitano i capigruppo di Camera e Senato Lombardi e Crimi hanno accusato i partiti tradizionali di “mercanteggiare” le alte cariche dello Stato. Nello stesso comunicato letto ai giornalisti i portavoce facevano sapere di essere intenzionati a chiedere presidenza di Copasir e Commissione Vigilanza Rai. Lo stesso giorno il deputato 5 Stelle Luigi Di Maio veniva eletto, grazie anche ai voti degli altri partiti, vicepresidente della Camera. Nelle stesse ore la senatrice grillina Laura Bottici diventava Questore del Senato.

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