Il servizio delle Iene sulle “cure” per l’omosessualità

Ieri sera le Iene hanno affrontato la questione dell’omosessualità come malattia perché, nonostante l’eliminazione dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, esistono ancora centri che curano l’orientamento sessuale.

IL CASO – Matteo Viviani è partito alla volta di uno degli istituti in grado di ‘guarire‘ le persone dall’omosessualità. Insomma, nonostante l’accettazione dei gay nelle cariche pubbliche, vige di fondo un odio discriminatorio silente ma nemmeno troppo. In un istituto francescano, gestito da alcune suore, si presenta un ragazzo realmente gay inviato dalle Iene per studiare da vicino i metodi di comportamento adottati all’interno della sedicente struttura.

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OMOSESSUALITA’ – Ci si chiede come mai nel 2013, un numero ampio di persone spenda tempo e denaro per convincere gli uomini a non cedere alle proprio naturali pulsioni ma la risposta – paradossalmente – è molto semplice e figlia di una fragilità non in grado di sostenere il peso della società che punta il dito. Fabio, il ragazzo inviato delle Iene, viene fatto accomodare in una stanza insieme agli altri ‘malati’ e ascolta le loro testimonianze: “Non ci vorrei stare qua (…) Mi sento strano. Due settimane fa sono arrivato a una mia delle mie crisi e sono venuto qui. Stamattina volevo tornare indietro”, dice il suo compagno di stanza. Il percorso da seguire non è solo psicologico ma è da unirsi a un trattamento spirituale fatto di canti, lavaggio di piedi e pianti che dovrebbero aiutare a proteggere da chi si vuole amare. Perché lo fanno? Secondo i piani alti della struttura, l’omosessualità ha a che fare con il mondo del male, quando ‘si sceglie’ di essere gay – perché per loro ci si sveglia una mattina con questa prospettiva – si sceglie anche di abbandonare Dio. Per rendere tutto più chiaro, durante il servizio, è possibile assistere alla spiegazione del perché personaggi come Tiziano Ferro o Lady Gaga abbiano raggiunto così tanto successo: abbracciare il male comporta i suoi vantaggi.

GUARIRE – Per rendere le tesi valide, si fa riferimento alla ‘Terapia Riparativa‘ dello psicologo americano Joseph Nicolosi, un metodo di cura inventato degli anni ’50 che permette la guarigione degli omosessuali solo se ‘i malati’ accettano di abbracciare la fede e la teoria paragona l’omosessualità a malattie come l’anoressia e la bulimia. “Dio ci ha creato con dei bisogni sani: conforto, amore, accettazione. Questi bisogni sani possono essere non concessi e causano un danneggiamento come l’omosessualità, la transessualità, l’anoressia, la bulimia” spiega uno dei leader della guarigione durante ‘le lezioni’. L’imbonitore sottolinea che in fondo “non vi dovete sentire in colpa, siamo anche il frutto di una società che è un po’ distrutta”. Insomma, se uno è gay lo deve alle circostanze esterne. Sempre dalla lezione è possibile sentire dalla bocca di un’altra pro-guarigione: “Secondo noi, tu non sei omosessuale, tu sei una persona con disagio di omosessualità”, ma che vuol dire di preciso? “Fanno prima a dirti ‘è normale’ ma per noi non è normale’, aggiunge riferendosi alla psicologia che solitamente invita ad accettare serenamente le proprie pulsioni. Quindi, i pro-guaritori hanno anche ‘valide’ alternative alla scienza perché le persone vogliono proprio convincerci che l’omosessualità sia normale, tipo quella gente come Lady Gaga e Tiziano Ferro che – indovinate un po’ – perché hanno ottenuto successo? La questione viene dall’esterno, dalla musica, dalla psicologia ma soprattutto dal rapporto con gli amici e i genitori.

LE CAUSE – La prima parte del corso ricerca infatti la ferita che ‘ha provocato’ l’omosessualità come “il rigetto di una gravidanza non desiderata della madre” come quando la mamma ‘desidera un sesso specifico per il figlio’ ma in fondo “non è per fare un processo alle madri” che parlano in questo modo. La solfa si ripete per il padre: “Purtroppo si ricevono ferite che si trasmettono ai figli”, le ‘ferite’ si possono curare con la preghiera e con il perdono. E come si fa? Ci si inginocchia, i ragazzi si raccolgono, si abbracciano, piangono disperatamente e chiedono aiuto a Dio perché “nessuno nasce omosessuale ma tutti lo possono diventare”, per colpa del demonio, sempre.”Guarigione è quando uno ha le pulsioni e le controlla”. I ragazzi in cura spiegano: “Mi hanno fatto capire che l’omosessualità non è un peccato, diventa un peccato quando decido deliberatamente di andare con un uomo”, il ragazzo confessa inoltre di aver pensato e preparato il suo suicidio almeno tre volte. Il secondo passo per accedere alla guarigione completa è “perdonare chi ci ha ferito” e si attua con la lavanda dei piedi e così, nella stanza delle lezioni, compaiono bacinelle, sapone, olio di gomito e ancora pianti mentre va in onda il cd con i grandi successi cristiani come “Gesù, Gesù… Vieni in noi e guariscici, guariscici!”. I risultati si vedono nel tempo e un testimone spiega: “Piano piano, oggi se vedo un bel culo o delle belle tette, oh!”, oh! Tra i testimoni ‘guariti’ compare anche un sacerdote che ammette di aver avuto un gran da fare con la pornografia ma che oggi ha trovato la vera strada. In sostanza, per guarire – secondo loro e tutti gli altri pro medioevo – si devono rispettare queste norme “Pregare, obbedire alla parola del Signore, fidarsi del Signore, avere timore di Dio, accostarsi ai sacramenti, confrontarsi con un direttore spirituale, perdonare, farsi abbracciare da Gesù. Allontanarsi dagli amici di sempre, interrompere le amicizie con le donne perché devono essere solo oggetto di desiderio, tagliare le relazioni dannose, buttare le cose porno. Dobbiamo eliminare quello che ci piace”. Tutto si riduce a un ‘è colpa degli altri’ e quindi ‘va spazzato via’. Insomma, manca solo votarsi all’infelicità.

 

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