Il video dei bambini legati nella clinica in Romania

In una clinica per bambini in Romania, i piccoli vengono legati ai loro lettini con delle corde che fissano mani e piedi. Per il personale che lavora nell’istituto di Buzau è tutto normale ma torna feroce l’incubo degli orfanotrofi degli anni ’90 quando scoppiò lo scandalo dei bambini maltrattati.

IL CASO – Il video che sta facendo il giro del mondo mostra un bambino legato al piede destro e al braccio sinistro in una morsa che gli impedisce spostamenti dal suo letto. Di sottofondo è possibile ascoltare il pianto degli altri piccoli pazienti della clinica che cade nell’indifferenza generale. I bambini presenti nell’istituto, essendo una clinica, sono malati e quindi il trattamento già brutale di suo assume caratteri ancora più sadici. Una madre quando si è accorta della situazione ha detto: “I nostri figli vengono trattati come vacche nelle stalle”. È tutto nella norma per la clinica di Buzau sita in Romania.

 

ATTENZIONE – IMMAGINI FORTI:

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LA NOTIZIA – La fonte che ha dato il via al valzer della notizia è Realitatea che titola così: “Immagini scioccanti in un ospedale in Romania: bambini legati ai letti di cura”. Nel video, infatti, si vede un bambino bloccato al suo letto di ospedale: immagini forti che fanno riflettere e gettano ombra sulle istituzioni del paese. Marius Anastasiu, della direzione della clinica, ha minacciato i giornalisti affinché non facessero trapelare le fonti raccolte mentre Roxana Kovacs, portavoce dell’ospedale, ha detto che l’istituto ha aperto un’indagine sull’accaduto. C’è chi dice: “Hanno trattato così i bambini per anni”, alcuni sono affetti da ritardi mentali. Gli addetti ai lavori hanno confermato di aver legato i bambini per evitare loro “di cadere dal letto o di sbattere contro il lettino”. Insomma, bloccare i bambini con violenza sarebbe una “pratica normale”. La Polizia di Buzau sta indagando sull’accaduto e nuove ombre si sommano ai fantasmi degli anni ’90, quelli che hanno fatto tremare il paese per il trattamento riservato ai bambini negli orfanotrofi. 

CATTIVI RICORDI – La Romania non è nuova alla pratica della corda e il caso ha ricordato da vicino le condizioni spaventose dei 300 mila orfani dopo la caduta del dittatore Nicolae Ceaucesc negli anni ’90. Il Telegraph nel 2010 tornò sul posto a verificare le condizioni andando incontro a brutte sorprese. “Nel 1990 l’orrore degli orfanotrofi della Romania è stato reso noto al mondo intero e allora ci si chiede perché anni dopo e dopo milioni di fondi comunitari versati al paese per apportare migliorie, i bambini sono ancora ‘in prigione’?” scriveva l’inviata del giornale in visita a Bistrita, nel nord della Romania. La cosa che più colpisce del racconto è il silenzio pur essendo in un istituto per bambini ma questo era – e potrebbe ancora essere – il minore dei mali dato le condizioni dello scarso igiene e non solo. “I bambini sono in pessime condizioni di salute, almeno dieci sono nei loro letti sdraiati in coperte sporche e legati alla struttura del letto con dei nastri. La puzza di urina e di feci è sconvolgente”. La visita del Telegraph risale al 2010 e ricorda da vicino il report del Berliner Zeitung del 1999 che parlava chiaramente di ‘istituti prigione’. “Alcuni bambini non lasciano mai il letto, i riscaldamenti sono quasi sempre spenti per risparmiare e quelli che si alzano sono doloranti”. Le parole del giornale erano molto critiche poiché dal 1990 al 1997 l’Unione Europea inviò molti fondi per gli orfani della Romania, soldi destinati a non arrivare nelle loro casse, eppure le immagini dei bambini rumeni Cighid fecero il giro del mondo nella primavera del 1990: erano emaciati, sonnolenti, ben 139 hanno perso la vita, morti di fame e di freddo, un simbolo del regime di Ceausescu che negli anni ’70 vietò l’aborto e la contraccezione per “far aumentare” la popolazione. Quelle madri che affidavano i loro figli agli istituti scomparivano e lo Stato se ne faceva carico con i suoi scarsi mezzi. Una relazione dell’UE del 1999 dichiarava le condizioni igieniche e la fornitura di cibo degli orfanotrofi del paese “del tutto inaccettabile”. Malnutrizione, sporcizia, povertà ma anche ammissioni “Sì, è stato un errore legare i ragazzi ma erano casi isolati. Legavamo solo quelli aggressivi” dichiarò più di dieci anni fa Ileana Gheorghe della casa disabili in Horia. E, ad oggi, cosa è cambiato?

ATTENZIONE – CONTENUTO FORTE:

(Photo Credit/YouTube)

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