Carolina Picchio: dopo il suicidio la violenza continua

05/02/2013 di Maghdi Abo Abia

Novara si è stretta intorno a Carolina Picchio, la ragazza morta lo scorso 5 gennaio dopo essersi lanciata nel vuoto a causa, secondo l’accusa, di atti di bullismo condotti dai suoi amici.

ONORA LA SORELLA – La città è stata convocata per la sera del 5 febbraio dalla famiglia in Piazza Martiri della libertà la quale ha lanciato l’appello su Facebook coinvolgendo giovani e meno giovani. A fare la parte del leone la sorella della vittima, Talita Paula Leite, la quale ha cercato in ogni modo di onorare la memoria della sorella, ritenuta troppo fragile. La donna ha ricordato alla stampa che tutto è stato organizzato per dire no al bullismo affinché nessuna migliore amica, nessuna mamma e nessun papà si trovino più a perdere una persona cara.

UNA FAMIGLIA UNITA – Talita ha voluto aggiungere che l’idea è nata per punire la cattiveria dei bulli, ritenuti responsabili della morte della giovane. Inoltre sempre Talita ha voluto precisare che, nonostante la giovane vivesse con il padre, la famiglia è sempre stata unita ed era amata da tutti gli effettivi. Carolina non ha mai dato sentore in famiglia di aver avuto problemi o di essere schiacciata da qualsiasi pensiero negativo e comunque, anche se fosse successo qualcosa di particolare, la famiglia l’avrebbe amata e sostenuta in ogni momento, senza alcuna remora.

IL MALE OSCURO – Carolina non è mai stata abbandonata né dai fratelli né dalle sorelle ed era amata alla follia dalla famiglia. Ciò vuol dire che le cattiverie pubblicate sui social network negli ultimi giorni, alcune che parlavano addirittura della fine di uno dei fratelli sono false. Anzi, Talita ha precisato: “Grazie al cielo il suo unico e amato fratello maschio è vivo e vegeto”. Questo vuol dire che Carolina non è mai stata sola e che la famiglia l’avrebbe sostenuta in ogni momento. Ma evidentemente era schiacciata da un male imperscrutabile che forse non è riuscito ad apparire a pieno neanche in famiglia.

I QUATTORDICI GRUPPI PRO CAROLINA – L’unica certezza resta la morte della giovane e la sofferenza della sorella, la quale non augura a nessuno di provare il dolore che ha dentro. Allora cosa è successo realmente? Perché Carolina lo scorso 5 gennaio ha deciso di lanciarsi dalla finestra della casa del padre per porre così fine alla sua giovanissima esistenza? Ricordiamo che aveva solo 14 anni ed un’esistenza tutta da vivere. A dimostrarlo le foto che sono comparse nei vari gruppi su Facebook -al momento sono almeno 14- che ritraggono una ragazza espansiva, piena di vita, non impaurita dalle telecamere e sopratutto sicura del proprio avvenire.

LA GIOVANE SOFFRIVA – Tanto per iniziare Carolina, così come ricordato da Il Salvagente, non ha lasciato nessuna lettera d’addio. Molti i foglietti ritrovati nella casa del padre ma niente che spiegasse per davvero perché avesse fatto questo gesto. Quel che è certo però è che Carolina soffriva. Soffriva per i commenti e le pressioni esterne che l’hanno portata con il tempo a maturare un senso di vergogna e tristezza. Tutta colpa di Facebook, quindi, anche per via di una serie di commenti pubblicati da coetanei e conoscenti che l’avevano presa di mira sul social network. Gli amici hanno cercato di giustificare quelli che sembrano essere i due protagonisti di questa storia dicendo che non potevano essere loro i capri espiatori di una tristezza profonda che Carolina aveva dentro.

TRISTEZZA LATENTE – “Carolina era bella, sorridente, solare -hanno continuato i compagni di scuola-, ma aveva anche tristezza sue e poco la confidava. Forse c’è stata una goccia di troppo sul vaso già colmo. Ma non è giusto ciò che sta accadendo in rete e, in parte, in strada”. Ovvero su Facebook e nell’istituto superiore che frequentava, l’Itc Pascal di Romentino. Sul social network in blu le cattiverie maggiori venivano da un ex fidanzatino protagonista di alcuni messaggi ritenuti acidi. Inoltre apparve in rete un video in cui dei ragazzi prendevano in giro la giovane, registrato durante una festa a cui aveva partecipato Carolina lo scorso 4 gennaio, ovvero poche ore prima di morire.

COSA PROVA NON SI SA – E probabilmente le reazioni legate ai commenti figli di quel filmato l’hanno spinta, poche ore dopo, a farla finita. Anche gli inquirenti sono convinti che la giovane vivesse in un ambiente familiare sereno ma hanno rigettato l’idea che potesse essere solo bullismo. Doveva esserci qualcos’altro, perché anche le stesse amiche hanno riconosciuto che la giovane non aveva problemi di sorta, anzi, era in grado di affrontare le difficoltà ed i commenti con un’alzata di spalle. Ma evidentemente nessuno aveva capito bene cosa provava quella ragazza la quale, ricordiamolo, anche con le foto su Facebook non ha mai nascosto la sua essenza.

AMAVA OLEGGIO – E’ opportuno tuttavia ricordare che la giovane ha sofferto oltremisura il trasferimento, per motivi familiari, da Novara ad Oleggio, in provincia, per seguire il padre, anche se non ha mai voluto abbandonare la sua cittadina, almeno questa è la testimonianza di una compagna delle scuole medie. Carolina amava Oleggio, dove viveva con la madre Leite Colla, colta da malore durante la funzione funebre svoltasi in forma strettamente privata per non dare possibilità ai media di ricamare sulla tragedia. La decisione a quanto pare, almeno a sentire la testimonianza di un suo ex-vicino di casa, era legata al fatto che la mamma a volte non c’era per lunghi periodi. 

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