Iran, video shock su abusi sessuali: vero o falso?

09/04/2010 di Stefano Marucci

Violenza delle guardie iraniane su due giovani: ma qualche dubbio sull’autenticità c’è.

Attenzione, le immagini di questo video sono davvero agghiaccianti. Per quanto non si possa risalire con certezza alla verità, data la qualità e il modo con cui sono state diffuse, dipingono (o ricostruiscono) gli effetti di una violenza sessuale perpetrata da poliziotti iraniani ai danni di due giovani di Teheran.

LA STORIA DEL VIDEO – Lo scorso sei aprile viene pubblicato su YouTube, nel canale dedicato alle immagini provenienti dall’Iran dove si sono potute vedere le immagini della protesta anti-governativa, un video che mostra due giovani vittime di una violenza sessuale. Le voci che si ascoltano parlano – a detta degli esperti – un farsi senza accento, che localizzerebbe l’evento in Iran. I volti sono sempre nascosti, ma quello che si può capire è che questi due giovani sono stati violentati da dei poliziotti e dopo essere stati curati alla buona, si rifutano di salire su un’ambulanza per paura poi di finire in prigione. Il filmato è stato rilanciato dall’emittente televisiva Voice of America  ieri, e nelle ultime ore c’è stato un vero e proprio boom di visite al video.

UNA PRIMA RICOSTRUZIONE – Quella della televisione statunitense, colloca lo stupro in una prigione di Teheran, probabilmente Kahrizak. Questa prigione è tristemente nota per essere un luogo dove sono stati commessi diversi stupri nei confronti dei manifestanti che hanno osato mettere in discussione la leadership di Ahmadinejad, nonostante una commissione governativa abbia smentito le accuse. Secondo il sito Homylafayette  invece ci sono dettagli a sufficienza per collocare lo stupro in un edificio pubblico, probabilmente in un seminterrato del dormitorio dell’università: per prima cosa le persone non indossano i tipici copri-scarpe in plastica in dotazione nelle prigioni iraniane, e poi i due feriti – proni e con le parti pubiche coperte da alcune bende – si rifiutano di salire su un’ambulanza nel timore di essere poi arrestati in ospedale.

VERO O FALSO? – La domanda è più che legittima. Tutte le immagini che provengono dall’Iran non possono essere verificate. L’opposizione cerca di inviarle tramite le piattaforme video o i social network, cercando di eludere i filtri di Stato. Il risultato è avere video anonimi, irrintracciabili alla sorgente e senza chiari riferimenti temporali. Inoltre in questo video non si vedono volti, e sul luogo della vicenda si può solo speculare. I due ragazzi, le potenziali vittime di stupro, sono sì sanguinanti, ma intorno a loro il pavimento è pulito (anche se potrebbe solo significare che la violenza è stata perpetrata in un altro luogo).

RISCHIO PROPAGANDA – In questo momento particolare si potrebbe sentire il bisogno di compattare l’opinione pubblica contro il nemico Iran. Non sarebbe una novità usare video e slogan costruiti ad arte per convincere i cittadini occidentali della necessità di intervenire. E non serve pensare al goffo tentativo di accusare Saddam Hussein di avere armi di distruzione di massa. Il pericolo “giallo” negli anni quaranta indebolì le resistenze americane (che si dissolsero poi completamente dopo Pearl Harbour) nell’entrare in una guerra lontana, e la stessa propaganda dipinse in quegli anni i russi come amici (per poi trasformarli nuovamente in nemici della patria dal 1948). Per questa ragione i dubbi sulla veridicità del video, già legittimi di per sé, prendono forma in modo consistente. Del resto le notizie, seppur frammentarie, che arrivano da Teheran dipingono il regime sempre più impegnato a sopprimere con la violenza i moti antigovernativi, e le testimonianze raccolte finora spesso fanno riferimento a violenze sessuali usate per piegare la volontà dei manifestanti, umiliandoli e costringendoli al silenzio.

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