A proposito di bicarbonato che cura il cancro

30/10/2012 di John B

La vicenda di Luca, il giovane ventisettenne malato di tumore al cervello e morto dopo aver tentato di curarsi con il “metodo Simoncini”,sato sulla somministrazione di bicarbonato per la modica cifra di 20.000 euro, rappresenta un tassello di una questione molto più ampia, che chiama in causa non solo la credibilità delle cure alternative proposte dai santoni di turno, ma anche i limiti della libera informazione.

CHI E’ – Tullio Simoncini è un ex medico (radiato dall’albo proprio per questo genere di vicende) che sostiene di poter curare il cancro attraverso la somministrazione di bicarbonato, nel presupposto che il cancro sarebbe un fungo che vive e prolifica in ambiente acido e muore in ambiente basico. Si tratta di una teoria assolutamente demenziale. La scienza sa esattamente cos’è il cancro (in termini estremamente semplificati, per cancro o tumore si intende la situazione in cui una cellula inizia a riprodursi senza controllo, nei casi maligni sostituendosi alle altre cellule, finendo così per uccidere l’organismo ospite) e di sicuro non è un fungo. La difficoltà di curare il cancro risiede nel fatto che le cellule malate non sono corpi estranei, sono cellule impazzite, per cui è estremamente difficile ucciderle selettivamente senza danneggiare e uccidere anche le cellule sane. E’ questa la ragione per cui le cure farmacologiche più aggressive presentano effetti collaterali spesso devastanti, anche a fronte di costi elevati e di una percentuale di successo insoddisfacente.

OBIETTIVI – Il primo obiettivo di gran parte di queste cure è proprio quello di ridurre la velocità di riproduzione delle cellule impazzite, e da questo punto di vista è stato accertato che i farmaci inibitori di pompa protonica e anche il bicarbonato possono sfruttare l’acidità tipica dei tumori per aumentare l’efficacia della chemioterapia e per contrastare la crescita delle cellule tumorali. Le ricerche sono ancora in corso, ma con estrema cautela, perché è stato verificato che la somministrazione di bicarbonato può avere effetti contrari a quelli desiderati e aiutare le cellule tumorali anziché debellarle.

VERIFICA – Insomma, spetta alla medicina “ufficiale” e alla ricerca scientifica il compito di verificare se, come, e quando è utile e opportuno aggredire i tumori con gli antiacidi. La terapia di Simoncini non ha nulla di scientifico. Quando gli è stato chiesto di riferire se avesse mai effettuato studi microspici per verificare se effettivamente ai tumori sono associati funghi e relative spore, ha risposto candidamente: “Non ho mai effettuato questo tipo di indagini”. Questa risposta, da sola, basta e avanza a qualificare l’attività dell’ex medico.

MOTIVI – Perché, allora, le medicine alternative hanno tanto successo? Innanzitutto bisogna tener conto della disperazione. Quando la medicina tradizionale si arrende o offre scarse possibilità di successo o prospetta effetti collaterali terribili, è naturale che il malato si aggrappi a chiunque gli dia una speranza di guarigione. Sempre più spesso, però, la gente si affida ai “santoni” anche quando la medicina ufficiale rende disponibili cure efficaci. Il motivo di questo comportamento sta nella diffusa diffidenza nei confronti della comunità medica, ritenuta al servizio delle grandi case farmaceutiche e degli immensi interessi economici che vi girano attorno. E’ piuttosto naturale pensare che questo grande business non abbia alcun interesse a favorire la diffusione di cure efficaci ma economiche. Di qui a sposare la teoria del grande complotto il passo è breve: le cause farmaceutiche nasconderebbero o sminuirebbero l’efficacia dei rimedi alternativi, per continuare a vendere i propri prodotti. Ecco, allora, che i truffatori hanno buon gioco a presentarsi come eroi, che lottano contro il “sistema” e che mettono a disposizione dei malati quelle cure che gli scienziati vorrebbero nascondere. Purtroppo la lotta contro il “sistema” ha i suoi costi, bisogna aprire cliniche in posti sperduti, al sicuro dai sicari inviati dalle case farmaceutiche e senza poter contare su alcun sovvenzionamento. E così tocca pagare 20.000 euro per farsi iniettare pochi centesimi di bicarbonato. Alla faccia del rimedio naturale, alternativo ed economico.

PROBLEMI – Il vero problema è che una volta incasellata la questione in termini di sistema e antisistema, ecco che le cure alternative sono diventate una delle espressioni della lotta rivoluzionaria per la liberazione del mondo dalle forze neoconservatrici, dall’imperialismo, dalla CIA e chi più ne ha più ne metta. E questo spiega la ragione per cui siti, forum e blog della galassia “alternativa” fanno a gara per propagandare le teorie e le terapie proposte da Simoncini e da altri santoni, realizzandosi così un perfetto connubio tra complottismo e terapie non convenzionali. Così le teorie complottiste sono utili non solo per rifilare libri e film, ma anche per vendere pseudocure di ogni genere.

CAUSE  – C’è da chiedersi fino a che punto la libertà di espressione debba consentire di propagandare cure mediche costose e inefficaci, se non addirittura dannose. Il codice penale è piuttosto carente sotto questo profilo. Gli artt. 651 e 656 c.p. puniscono rispettivamente l’abuso della credulità popolare e la diffusione di notizie “false, esagerate o tendenziose”, ma solo se sono idonei a turbare l’ordine pubblico, e non è questo il caso. Del resto, qualsiasi strumento penale finalizzato a garantire l’attendibilità di notizie e informazioni, potrebbe essere abusato allo scopo di controllare e limitare la libertà di espressione, e questo è inaccettabile per qualsiasi ordinamento libero e democratico. Spetta quindi ai mezzi di informazione il compito di mettere a nudo la natura truffaldina e l’infondatezza delle teorie che non sono convalidate dalla comunità scientifica, evitando di cedere alla tentazione di cavalcare e diffondere certe idiozie soltanto perché attirano lettori e spettatori.

ESEMPI – Nemmeno un secolo fa la gente moriva per malattie e patologie che oggi non preoccupano più nessuno. Nel 1881 la speranza di vita media in Italia (contando anche la mortalità infantile) era pari a 35 anni per uomini e donne. Oggi è di 79 anni per gli uomini e 84 anni per le donne. Questo risultato non è stato ottenuto certamente dall’applicazione di teorie alternative né dalla somministrazione di bicarbonato, ma va ascritto ai successi e ai progressi medici, scientifici, tecnologici ed economici conseguiti dal “sistema” che in tanti dicono di voler combattere (dietro a un computer e a una connessione Internet conseguiti grazie al medesimo sistema…).

Share this article