Ecco a voi la meritocrazia secondo Matteo Renzi

Hostess addetta alla reception, responsabile della gestione del bar, centralinista. Non sono annunci di lavoro, ma i lavori dichiarati nel curriculum di alcuni impiegati a tempo determinato assunti dalla provincia di Firenze qualche anno fa. Persone che nulla hanno mai avuto a che fare con i piani alti della pubblica amministrazione, ma che ci sono entrate per indicazione “diretta” del signor Matteo Renzi, all’epoca al timone della provincia fiorentina. Una storia che sembrerebbe vecchia, dopo la sentenza del 2011 della Corte dei Conti. In realtà il caso torna nuovo, perché sempre la Corte ha continuato a scavare ancora, scovando conti folli, dai viaggi ai ristoranti da 17mila euro. Il periodo incriminato? L’amministrazione Renzi: 2004-2009.

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JOB CENTER– E’ il 4 agosto del 2011 quando la Corte dei Conti, condanna Renzi e alcuni suoi collaboratori a un indenizzo per danno erariale. La colpa? Aver nominato per la segreteria provinciale persone poco meritevoli, non laureate, inquadrate in categorie lavorative superiori con paga conseguentemente più alta.

CHI SONO – In primis fu Marco Carrai, 29 anni, all’epoca non laureato, un passato in Azione Cattolica finito poi come consigliere comunale con La Margherita. Con lui vengono sistemate altre tre persone in segreteria: Elena Chierichetti, anni 22, non laureata, hostess  e barista, Francesca Grifoni, laureata, 24 anni, giornalista pubblicista, Maria Elena Poli, 32 anni, non laureata, hostess e guida turistica. Per sostituire Carrai dopo le sue dimissioni il rottamatore ha infilato nella sua corte Giovanni Palumbo come responsabile della segreteria. Non era laureato, ma vantava esperienza nell’Agenzia di Promozione economica della Toscana. Più avanti, per carenze organiche Renzi indica altre due persone tra cui Benedetta Perissi,  anni 33, diplomata, impiegata per la TIM. Molte delle numerose indicazioni renziane non hanno laurea ma vengono piazzate in posti categoria D.

LA SENTENZA – Nel 2011 sono 31 le persone condannate dalla Corte dei Conti. Nei nomi dei condannati figura buona parte della ex giunta provinciale, come Mauro Romanelli (ora consigliere regionale di Fds-Verdi) e Tiziano Lepri (Pd).  Renzi non ha rispettato la categoria di inquadramento e nella mancanza di laurea di ben quattro segretarie del suo staff, che hanno ricevuto un contratto di categoria D invece che C.  Una condanna che nella sentenza della Corte dei Conti scende a 50mila euro totali. Ma il primo cittadino sborsa comunque il 30% dell’importo, a causa delle sue nomine dirette.  Tutte nomine date su indicazione diretta, inquadrate in categorie lavorative differenti  (e superiori), con stipendi alti, senza concorso, e sopratutto senza la laurea richiesta.

LA PIETRA – Cosa accadde tra i corridoi del Palazzo Medici Riccardi? Nel 2005 arriva un esposto anonimo, che parla di persone assunte a tempo determinato, senza laurea e concorsi, tra lo staff renziano. In particolare si parla di Marco Carrai, infilato nel palazzo senza concorso alcuno direttamente da Renzi, in categoria D con l’aggiunta di una posizione organizzativa e con una retribuzione aggiuntiva di 8mila euro. Denuncia anonima, ma sulla quale la Procura vuole fare chiarezza chiedendo così carte e delibere in Provincia. Il conto da pagare alla fine delle indagini è salato. Secondo la procura tutte le persone coinvolte devono pagare alla Amministrazione provinciale di Firenze un totale di 2.155.038,88 euro per danno erariale.

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IL TENTATIVO– Ci sono anche altre curiosità nello scritto. Ad esempio, Renzi tenta di bloccare  la decisione della procura. La difesa del rottamatore sostiene il difetto di giurisdizione della Corte e del fatto che gli sia stato rifiutato l’accesso agli atti della Procura. Ma le obiezioni vengono respinte:

Vengono eccepiti il difetto di giurisdizione della Corte dei Conti (difesa Renzi e Folonari), l’inammissibilità dell’atto di citazione per illegittimo diniego di accesso agli atti del fascicolo di Procura (difesa Renzi)

FINTE LAUREE – Secondo la Corte è lecito fare nomine dirette purché l’attività delle asssunzioni non sia  “lasciato al mero arbitrio”. Anche se l’art 5 del regolamento provinciale “non richiede espressamente il requisito della laurea”, il collegio però ritiene che gli assunti dovevano avere almeno un percorso formativo alternativo degno del posto. Non solo, quello che scatena la condanna di danno erariale è l’alto trattamento economico dei nominati, passati da impiegati categoria D, quando in realtà molti di loro non erano neanche laureati:

In buona sostanza, quel che si imputa ai soggetti di che trattasi, è, quindi, di aver consentito, malgrado l’evidente irrazionalità, che venisse retribuito con il trattamento normalmente previsto per il personale laureato personale non solo privo di laurea ma anche sfornito di un valido percorso sostitutivo

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LA SOMMA– Il danno erariale viene quantificato “nelle somme che la Provincia ha pagato a soggetti con professionalità inesistenti o, comunque, insufficienti, che, non hanno, quindi, fornito prestazioni corrispondenti, in termini di utilità, alle retribuzione corrisposte”.  Quello che gli addetti si sono “rubati” come stipendio, lo devono  “tornare” indietro. La Corte ha pensato alle giuste suddivisioni:

Su tale presupposto, la Procura ha proceduto alla quantificazione del danno, delle conseguenze economiche di tutti i rapporti di lavoro a tempo determinato attivati dalla Provincia di Firenze, per la costituzione ed il funzionamento della Segreteria presidenziale. Tali importi (il cui totale ammonterebbe ad €. 808.459,78) sono stati poi addebitati a tutti i soggetti comunque coinvolti nelle procedure di assunzione e per la ripartizione delle relative quote ne sono stati ipotizzati i criteri.

IRREGOLARE – La Corte dei Conti multa del 30% Matteo Renzi chiedendo a lui la paga di 14mila 535,12  euro sui 50mila totali che vengono richiesti agli imputati.

In particolare si tratta dei pareri di regolarità tecnica che devono essere resi dai soggetti investiti ex lege di tale funzione cui si affianca la valutazione di legittimità dell’atto spettante al Segretario nonché e al soggetto proponente. Al riguardo il Collegio valuta congruo addebitare il 30% del danno in esame a tali soggetti che in virtù della propria professionalità avrebbero potuto e dovuto porre in essere comportamenti diversi da quelli emergenti dagli atti.

NON E’ FINITA– Tornando a oggi, nel frattempo, la Corte dei Conti avrebbe aperto un nuovo procedimento. Protagonista ancora una volta la giunta provinciale fiorentina con Renzi capo. Gli ispettori del Ministero dell’Economia, attivi a Firenze dal 10 gennaio all’11 febbraio 2011, hanno rilevato 15 ipotesi di responsabilità amministrativa. Tra le accuse, illegittimità nell’attribuzione di alcune indennità, e per l’ “incarico di direzione illegittimamente dato non a un direttore generale unico, ma a un collegio di direzione generale composto da quattro persone, due delle quali già dipendenti, ma in aspettativa e poi riassunte con un contratto a tempo determinato più vantaggioso, e un aumento di spesa per 1.034.161 euro”. In pratica oltre alle spese si sono replicati posti di lavoro laddove non c’era bisogno. Alla faccia della spending review.

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