Stupro nel Capodanno della Roma Bene: una storia strana

Una ragazza racconta di una violenza sessuale subita a turno da alcuni uomini mentre era ubriaca e forse drogata. Qualcuno confessa che qualcosa c’è stato. Ma lei si rifiuta di denunciare e di consegnare i suoi abiti per le analisi.

Comincia come un “normale” caso di violenza sessuale, e finisce per trasformarsi in un giallo strano. Una ragazza di 24 anni, laureata, racconta agli agenti del commissariato Flaminio Nuovo di Roma in una testimonianza – che non è ancora una denuncia – di essere stata violentata a Capodanno nel castello di Roccalvecce, in provincia di Viterbo. La festa era stata organizzata da Giovangiorgio Afan de Rivera Costaguti, figlio del proprietario dell’omonimo castello, la cui parte più antica risale al XIII Secolo. Quasi tutti gli invitati sarebbero rampolli di facoltose famiglie romane. Molti sono studenti alla Luiss.

ARRIVA LA DENUNCIA – Lo stupro sarebbe stato compiuto da uno o più partecipanti alla festa che avrebbero approfittato del fatto che la giovane era ubriaca, sarebbero entrati nella stanza del castello in cui si era appartata e, a turno, avrebbero abusato di lei, dice il Corriere. La ragazza sporge denuncia, precisando però che essendo ubriaca – e non esclude di essere stata drogata con qualche “pillola del torpore” – non ricorda precisamente come siano andate le cose. Dice di essersi accorta di quanto successo soltanto al mattino, dopo essere tornata a casa. E aggiunge di non essersi recata da sola nella stanza appartata, ma di essere stata accompagnata dal gruppo di giovani che avrebbero abusato di lei. «Mi hanno condotto lì perchè ero stordita, credo dall’alcol» ha sottolineato. noltre, al fascicolo è allegato l’esito del tampone vaginale eseguito sulla giovane, attraverso il quale potrebbe essere rilevata la presenza di liquido seminale, sebbene l’esame sia stato eseguito diverse ore dopo il presunto fatto. “Un gruppo di ragazzi mi ha portato su, in una stanza del Castello, ed uno è scappato quando mi sono svegliata e divincolata“, dice.

UN COLPEVOLE C’E’ – Il giorno dopo, lo scrive il Messaggero, ecco lo stupore della famiglia per bene: “Era la prima volta che il figlio del padrone di casa organizzava una festa di Capodanno, una festa privata, non un mega veglione a pagamento con migliaia di persone“. Un party tra intimi – gli amici del padre nel salotto al piano di sopra, quelli del figlio sotto non più di una quarantina – giovani della Roma bene, studenti universitari tutti sui venticinque anni, che si conoscono tutti, nessun imbucato, nessun fuori programma. Musica, cena, chiacchiere, poi qualcuno si è fermato, altri sono tornati a Roma. “Siamo tutti sconvolti, amareggiati, non riuscirò a dormire qui stasera – così Diego Afan de Rivera Costaguti non sapevo nemmeno che ci fosse una festa nel Castello. Di quanto è accaduto mi hanno avvertito gli amici, che hanno visto il tg. A me nessuna autorità ancora mi ha avvisato“. Ma non è uno stupro di gruppo, si precisa, visto che un ragazzo ha già detto agli amici di aver avuto un rapporto sessuale con lei: “L’ho accompagnata di sopra, era ubriaca sono rimasto con lei, ho fatto qualcosa ma non l’ho stuprata“. Praticamente, è quasi una confessione. A parte che il ragazzo non si è “accorto” del fatto che la ragazza era priva di volontà, e quindi in ogni caso si sarebbe trattato di violenza sessuale. Però la ragazza parlava di più persone, non di una. Ma magari si è sbagliata.

MA NON C’E’ PIU’ IL REATO – Ieri succede qualcosa di strano. Il referto della visita ginecologica eseguita nell’ospedale Sant’Andrea di Roma escludequalsiasi tipo di lesione, circostanza poco significativa se si considera la dinamica del presunto stupro, avvenuto cioè, come dichiarata dalla neolaureata di 24 anni, mentre era in stato di torpore e semi incoscienza in quanto completamente ubriaca, quindi incapace di opporre resistenza. Ma ciò che sorprende è il rifiuto della giovane di consegnare la biancheria agli agenti che hanno verbalizzato il suo racconto. “Reperti essenziali per lo sviluppo delle indagini soprattutto alla luce di quelle piccole macchie, forse liquido seminale, che la donna sostiene di aver individuato sugli indumenti“, si dice. E, scrive l’Ansa, non è vero che la presunta vittima ha denunciato il fatto alla polizia: sono stati i medici ad avvertire con un referto le forze dell’ordine.

INDAGINE DELLA PROCURA – La procura di Viterbo, intanto, apre un fascicolo processuale contro ignoti. Gli accertamenti, coordinati dal pm Stefano D’Arma, sono diretti da Fabio Zampaglione. Il funzionario, dopo un colloquio con il pm, è partito oggi per Roma dove, nel pomeriggio, ha incontrato i colleghi del commissariato Flaminio Nuovo, coloro che hanno raccolto a verbale le dichiarazioni della studentessa. Il funzionario ha poi sentito la neolaureata, ma non sono trapelate indiscrezioni sull’atto di indagine. Ha però fatto disporre il sequestro di cuscini, coperte e altri oggetti nella stanza e degli indumenti della ragazza, visto il diniego alla consegna. Non è escluso, a questo punto, che la presunta vittima dello stupro voglia evitare che il caso abbia un epilogo nelle aule di giustizia. Magari per non finire nel tritacarne mediatico riservato alla ragazza a cui successe la stessa cosa un anno fa, in occasione della scarcerazione del reo confesso con aggiunta di maxi-speculazione della politica. E nemmeno nella querelle sulla violenza-non violenza, poi riconosciuta nel giugno scorso dal tribunale in occasione della sentenza che condannava Davide Franceschini a due anni e otto mesi. Se così fosse, sarebbe davvero squallido.

SENZA PROVE NON C’E’ REATO – Intanto, il capo della squadra mobile ha ascoltato l’organizzatore della festa, Giovangiorgio Afan de Rivera Costaguti, figlio del proprietario dell’omonimo castello in cui si è tenuto il veglione, ed altri quattro partecipanti. Tutti hanno dichiarato di non essersi accorti dello stupro e di ritenere inverosimile che sia successo. Resta che senza i vestiti della ragazza non sarà possibile accertare nulla. Se nulla è davvero successo, poco male. Altrimenti…

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