Anno Zero: Feltri al Giornale? Il direttore non la dice tutta

Mentre ieri Michele Santoro affermava di avere il diritto di ascoltare il suo cuore e di essere diverso, come del resto il suo pubblico (parole sue), i contributi più interessanti dal punto di vista dello spetteguless giornalistico ad Anno Zero sono le interviste “incrociate” di Vittorio Feltri e Filippo Facci. Da una parte, il direttore del Giornale si trovava piuttosto in difficoltà nel contraddittorio, a volte sfiorando il ridicolo: “”Non ho detto che era omosessuale nel titolo. L’ho detto nel sommario, è diverso“, ha avuto il coraggio di affermare riferendosi al caso Boffo; “Non sono io che sono berlusconiano, ma è Berlusconi che è feltriano“, ha poi sparato sperando di non ritrovarsi sotto quando sarebbe ricaduta; “Silvio non c’entra nulla con la mia assunzione, semplicemente quando ci sentivamo mi diceva sempre che sarebbe stato bello se fossi tornato a lavorare per lui“, ha infine detto. Smentendo quella che invece tutti sanno essere una bugia. Perché in realtà c’è un momento preciso, nel quale l’attuale premier ha deciso che sarebbe stata buona cosa riprendersi il bergamasco ex giustizialista dell’Indipendente.

Filippo Facci invece ha sparato a zero su Feltri. Ha ricordato il curriculum non esattamente lindo di quello che sarebbe diventato il suo direttore, se Filippo non si fosse dimesso. “Prima nei giornali c’erano le notizie, e poi si facevano le campagne. Oggi è il contrario: prima si inventano le campagne e poi si cercano le notizie per sostenerle. Non importa se vecchie, nuove, vere o false“, ha poi affermato piuttosto arrabbiato, mentre comunicava tutto il suo disprezzo per “la gente come Feltri“. Aveva capito che doveva andarsene, dice Facci, quando l’attuale direttore del Giornale aveva parlato male di lui a Cortina, “durante uno di quei dibattiti estivi che si fanno“, ha dichiarato ridendo un pochino. Parlava di Cortina InConTra, Facci, la manifestazione dei Cisnetto. Riferiscono le dagospiose cronache dell’epoca di un bel dibattito con Gigi Moncalvo, fatto di domande pepate e risposte a volte piccate. “Facci? Non mi pare proprio un fuoriclasse come Mughini….”, aveva detto – tutti i gusti son gusti – il direttore in pectore del Giornale.

Ma in quella serata si è detto anche altro. In particolare, Moncalvo ha fatto un riferimento piuttosto preciso a un certo momento in cui il Cavaliere deve aver proprio deciso che sì, Feltri era l’uomo giusto per lui. Quando il simpatico Vittorio ha deciso, in pieno pre-scandalo D’Addario e all’epoca di Papi & Noemi 3MSC, di pubblicare le foto di Veronica Lario in topless, per ricordare “al popolo”, ma soprattutto a lei, che cenere siamo e cenere potremmo tornare, da un momento all’altro. “Questo ingaggio è in qualche modo legato al favore che hai fatto al Cavaliere pubblicando su Libero le foto di Veronica a seno scoperto?“, ha detto Gigi, sempre secondo Dagospia. “Ma che favore e favore? Io quelle foto, lo sanno tutti, le ho prese da Internet. Si possono trovare lì, gratis“, lo sventurato rispose dicendo solo parzialmente la verità. Quelle foto, infatti, non vengono dalla rete, o per lo meno ci sono solo rimbalzate. Vennero pubblicate all’epoca, e poi ripubblicate a metà anni Ottanta, da riviste femminili e popolari, finendo poi nei relativi archivi perché la cosa non sconquiferava tanto al nel frattempo diventato legittimo utilizzatore finale della Lario (per dirla con le parole del suo avvocato). Rotocalchi come quelli diretti da Bice Biagi, figlia di Enzo ma anche moglie di Feltri. Poi qualcuna di queste foto è finita su internet – per trovarla bastava digitare “Veronica lario teatro” – però era inutilizzabile allo scopo. La Biagi lavora per la Rizzoli, ma anche la Mondadori ha un ottimo archivio. Quelle foto risalgono al 1980, uno spettacolo dell’epoca. Quel giorno Silvio, a quanto riferiscono le cronache, si innamorò di Miriam Bartolini. Quattro anni dopo nasceva Barbara. Ecco, quel 30 aprile in cui Libero pubblico Veronica come mamma l’ha fatta, Berlusconi ha capito che quel Feltri lì faceva proprio per lui.

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