La bufala di Libero sulla metà dei richiedenti asilo «matti»

Libero ha diffuso una bufala in prima pagina quando ha titolato in questo modo: «Un richiedente asilo su due è matto da legare e va curato. Accoglienza da pazzi» venerdì 23 marzo. La notizia non è vera, come mostra un articolo di Carta di Roma.org, il sito dell’associazione Carta di Roma, curato da Sabika Shah Povia.

La bufala di Libero sulla metà dei richiedenti asilo «matti»

Libero titolava in prima pagina rilanciando un pezzo di Renato Farina, che denunciava come oltre la metà dei migranti accolti nei centri di accoglienza fossero affetti da gravi problemi psichiatrici, cone le allucinazioni. Farina scrive che che stiamo importando matti dall’Africa in quantità industriale, tali da riempire lo stadio di San Siro. Un’approssimazione corretta solo nel numero, visto che il giornalista di Libero si riferiva alla metà degli oltre 183 mila richiedenti asilo in attesa di sapere se otterrano lo stato di rifugiato o meno.

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L’articolo di Renato Farina si basava su una ricerca, esplicitamente citata, di Medici senza Frontiere, che però parlava di disturbi mentali, non psichiatrici, individuati nella maggioranza dei richiedenti asilo ospitati presso diversi centri di accoglienza, dove l’Ong aveva fornito consulenza psicologica che lo Stato non garantiva. C’è molta differenza infatti tra chi soffre di depressione, ansia, o disturbo da stress post traumatico. Nulla c’entrano le patologie psichiatriche a cui si riferisce Libero con “matti”, come spiegano due delle persone che hanno curato il rapporto di Medici Senza Frontiere citato da Libero, Silvia Mancini e Gianfranco De Maio.

 

«È un falso ideologico che le vittime di tortura siano perturbate a livello psichico. Sono spesso persone equilibrate, ma con particolari necessità sociali. Hanno bisogno di ritrovare un senso di comunità, un senso di appartenenza», rimarca Gianfranco De Maio a Carta di Roma, mentre Silvia Mancini ricorda come «Disagi mentali, sofferenza psicologica, sì, ma non disturbi psichiatrici. Non si possono confondere le due cose. Nei 387 individui da noi seguiti e presi in carico, noi non avevamo registrato nessun caso psichiatrico grave. I migranti che arrivano in Italia non sono persone pericolose, sono persone che hanno bisogno di accoglienza e hanno subito dei trauma».

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