La modella italiana molestata da Weinstein fa un figurone su Twitter con Luxuria

22/11/2017 di Redazione

La modella italiana molestata da Weinstein, Ambra Battilana, ha dichiarato in un’intervista a La Stampa che è pronta a denunciarlo una seconda volta. La prima volta lo ha fatto nel 2015: andò alla polizia a raccontare che la sera precedente, ad un party a New York, il produttore cinematografico l’aveva notata; poi aveva chiesto al suo agente di incontrarla e, una volta rimasti soli nel suo ufficio, le aveva toccato il seno e aveva tentato di allungare una mano sotto la sua gonna. Lei aveva 22 anni, parlava poco l’inglese, era sola. Gli agenti le dissero che aveva bisogno di ulteriori prove contro Weinstein, così la microfonarono e la spinsero a un secondo incontro con il re di Hollywood, in un hotel.

«La polizia mi ha incoraggiato, ma una volta in albergo sono rimasta sola con lui, lontana dagli agenti che mi avevano accompagnato. Non ho avuto la forza di entrare con lui nella stanza. Ero terrorizzata», racconta ora la modella italiana molestata da Weinstein a La Stampa. Nonostante in quella conversazione (che negli anni è stata conservata ed è arrivata anche in Italia insieme alla bufera dello scandalo sessuale) il produttore cinematografico ammettesse di averla toccata la sera precedente, per il procuratore Cyrus Vance Jr quelle prove non erano sufficienti per un’incriminazione.

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«Ho raccontato la verità, ma non è servito a nulla. Iniziarono a uscire articoli che parlavano di me come una prostituta, professionista del ricatto, corredati dalle mie foto. In intimo, naturalmente. Sono una modella, lavoro con l’immagine, la mia era distrutta», racconta Ambra Battilana. A quel punto l’avvocato le consiglia di accettare un accordo di riservatezza con Harvey Weinstein da un milione di dollari. «All’inizio rifiutai, erano soldi sporchi. Ma ero sola. Ho avuto paura. Mi misero davanti 18 pagine. Il mio inglese era pessimo, il testo molto complicato. Ho firmato».

LUXURIA PROVOCA LA MODELLA ITALIANA MOLESTATA DA WEINSTEIN: «DEVOLVI I SUOI SOLDI A CENTRI ANTI-VIOLENZA»

L’intervista in cui la modella italiana molestata da Weinstein annuncia di voler denunciare il produttore una seconda volta, nonostante il milione di dollari percepiti per mantenere la riservatezza sull’episodio, sta circolando molto in rete. Così Vladimir Luxuria, questa mattina, ha lanciato una provocazione/consiglio su Twitter ad Ambra Battilana: «Devolvi i soldi dell’accordo di riservatezza con Weinstein a centri anti-violenza», le chiede. E lei tranquilla risponde che già lo sta facendo e cita anche i nomi delle associazioni che aiuta.

Ambra Battilana non ha avuto una vita facile, come ha raccontato a La Stampa. Nell’infanzia ha assistito alle violenze del padre italiano contro la mamma, una ballerina filippina. «Quando beveva, papà picchiava la mamma. E io mi mettevo in mezzo. Non mi lascio andare facilmente, appena mi toccano mi irrigidisco. Anche per un abbraccio. È una paura che mi porto dietro da allora». Poi le due bufere in cui è rimasta suo malgrado coinvolta: il bunga bunga prima (una sentenza le riconosce danni morali e d’immagine) e poi le molestie subite da Weinstein.

LA MODELLA ITALIANA MOLESTATA DA WEINSTEIN: «HO PERSO DUE ANNI DI VITA»

L’accordo di riservatezza non è stato rotto per  causa sua: la vicenda della modella italiana molestata da Weinstein è emersa in altro modo nell’ultimo periodo. Così ora lei è libera di denunciare nuovamente il produttore: «Voglio essere riconosciuta come una persona onesta, che ha fatto la cosa giusta e per questo ha perso due anni di vita».  Sì perché dal 2015 a oggi la sua esistenza non è stata affatto semplice: dopo l’accordo nell’ambiente nessuno la chiamava più per lavorare, lei è caduta in depressione ed è ingrassata, decidendo alla fine di lasciare gli Stati Uniti e trasferirsi per un anno e mezzo nelle Filippine, lontano da tutti.

Era la seconda fuga a cui è stata costretta. La prima, pochi anni prima, quando ha deciso di andar via da Torino, dove è cresciuta, dopo essere rimasta coinvolta suo malgrado nello scandalo del bunga bunga. Padre italiano e mamma filippina, nel 2010 Ambra partecipa e vince Miss Piemonte. Nel pubblico c’è anche Emilio Fede, che la nota e la contatta, insieme alla terza classificata, Chiara Danese. L’ex direttore del Tg4 annuncia alle due ragazze che saranno le prossime meteorine e le invita a una festa. «Non avremmo mai immaginato di andare a cena da Silvio Berlusconi. Ho partecipato a Miss Italia perché era il sogno di mia mamma. Io fin da piccola, guardando gli angeli di Victoria’s Secret, ho sempre voluto fare la modella: volevo essere come quelle ragazze sorridenti, sicure di sé. Quando è iniziato il processo i giornali parlavano di me e Chiara come escort. Non avevamo fatto nulla, era nostro dovere e interesse dire la verità. Siamo state le uniche pazze a raccontare tutto. Quella sera ad Arcore, una volta capito cosa stava per succedere, ce ne siamo andate. E naturalmente non siamo mai state meteorine», racconta ora a La Stampa.

LA MODELLA ITALIANA MOLESTATA DA WEINSTEIN COINVOLTA ANCHE NELLO SCANDALO DELLE CENE DI ARCORE: «SITUAZIONI DEL GENERE CAPITANO A TUTTE, IO NON SONO STATA ZITTA»

«Capitano tutte a lei?» si chiede ora la gente. «Non è un caso. Mi sono capitate perché non sono stata zitta. Perché situazioni del genere capitano a tutte. Le denunce sono riuscite a far aprire gli occhi alle persone. Penso positivo, perché credo che sostenendo le vittime e rimanendo uniti la situazione cambierà», è la sua risposta. E considerato il dilagare a macchia d’olio dello scandalo molestie, pare proprio che abbia ragione.

 

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