Quelle suore femministe che non piacciono al Vaticano

Le suore americane sono un po’ insubordinate. Sono troppo femministe, per l’esattezza, e i vescovi degli Stati Uniti d’America stanno perdendo la pazienza: pare che invece di parlare di aborto e di contraccezione, si interessano della povertà degli americani, della loro salute e continuino, impunite a fare volontariato negli ospedali. Ma si sa, quando si è inquadrati in una struttura gerarchica prevalentemente monosessuale, non è questa l’immagine che bisogna dare; o meglio, prima vengono altre cose.

 

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INCOMPATIBILI – Il Washington Post ci racconta del momento di crisi che la Chiesa americana sta vivendo in questo senso; pare che, in effetti, il problema delle suore cattoliche stia diventando abbastanza pressante. “Un’indagine vaticana sulla Leadership Conference of Women Religious, il gruppo che rappresenta l’80% delle suore cattoliche negli Stati Uniti, ha rinvenuto errori teologici importanti nei documenti dei membri, dissenso generalizzato sull’insegnamento della Chiesa in maniera di sessualità e “tematiche radicalmente femministe incompatibili con la fede cattolica”, ha scritto il documento della commissione d’indagine che è stata sguinzagliata contro le suore cattoliche.

 

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POVERTA’ – “Credo che noi gli facciamo paura”, ha detto sorella Simone Campbell, suora-avvocato parte dell’ufficio legale della LCWR. Le suore hanno anche un gruppo rappresentativo a Washington, il NETWORK, una realtà lobbista qualificata che però, secondo il Vaticano, “è troppo silente sul diritto alla vita”; secondo la religiosa a capo della struttura, il NETWORK non è stato “contattato durante l’indagine, e noi ci concentriamo sulla povertà, sull’immigrazione e sui problemi del servizio sanitario”; non solo, ricorda il WaPo che le suore cattoliche americane lavorano “nell’educazione, nel servizio sanitario, nei servizi sociali, nei servizi alle parrocchie, nell’educazione religiosa e nei consultori”.

INACCETTABILI – Male, secondo il Vaticano: c’è questa suora, Elizabeth A. Johnson, che avrebbe scritto un libro in cui “avrebbe inappropriatamente ipotizzato una descrizione femminea di Dio”; c’è la presidentessa della Catholic Health Association, sorella Carol Keehan, che si è detta favorevole al tentativo del governo Obama “di arrivare ad un compromesso sulle pratiche abortive offerte dal servizio sanitario nazionale”, il problema è che “non si è consultata col vescovo”. Insomma suore, donne ed insubordinate. Inaccettabile.

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