Il Messaggero e il manuale per le donne per una Roma insicura

14/09/2017 di Redazione

Il quotidiano il Messaggero, davanti anche allo stupro avvenuto a Termini su una ragazza finlandese, ha avviato una campagna anti violenza che preme, giustamente, su misure che rendano la Capitale un posto più sicuro. Dal potenziamento della rete di telecamere in negozi, discoteche e pub fino a taxi agevolati per chi gira di notte. Ad accompagnare però l’iniziativa c’è un corsivo in prima pagina che sta facendo discutere sui social.

 

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Il corsivo, in prima pagina, è firmato dalla storica giornalista Lucetta Scaraffia. E va dritto alla questione:

A proposito della ragazza finlandese stuprata a Roma l’altra notte, viene però voglia di chiederle: nessuno ti ha mai insegnato a non accettare passaggi dagli sconosciuti, tanto più alle 4 del mattino? Sono sicura che è pericoloso ovunque, anche in Finlandia. E viene anche da pensare che il mito della raggiunta eguaglianza con gli uomini stia portando a effetti perversi, e che molte ragazze ormai girino di notte senza prendere le più elementari precauzioni. Sarebbe bello, certo, se gli uomini cambiassero e accettassero questa nuova libertà delle donne, ma sappiamo che non è così, e forse non lo sarà mai. Un po’ di realismo dunque non guasta,ed è meglio evitare le situazioni pericolose. Non è certo forzando la realtà e cercando di piegarla ai nostri desideri che si cambia il mondo. Questo non vuol dire però che non dobbiamo combattere affinché le città, e Roma in particolare, siano meno pericolose per le donne, ma questo può essere realizzato solo attraverso un aumento dellav igilanza, non attraverso una conversione degli uomini.

Dannato femminismo. Purtroppo gli uomini non cambiano (eh no) quindi tocca alle donne esser più prudenti

La prudenza e le precauzioni continuano a giocare un ruolo essenziale per le donne che vogliono, giustamente, continuare a girare da sole per la città, anche di notte. Ma per raggiungere un buongrado di sicurezza nelle strade è indispensabile il contributo di tutti;bisogna cioè che i passanti non facciano finta di non vedere lo strattone violento, di non sentire il grido disperato. “Non sono affari miei” è la scusa che adducono molti per non venire in aiuto, anche solo chiamando la polizia. La campagna che ha avviato il Messaggero va proprio nel senso di creare un ambiente capace di sostenere le donne sole, facilitando loro i percorsi e i contatti, offrendo appoggi e consigli mirati.

Ok, è una campagna molto nobile. Ma oltre alle proposte de Il Messaggero a quanto pare la colpa è del femminismo, degenerato con gli anni:

Il femminismo infatti ha rigettato con orrore l’idea che le donne avessero bisogno di protezione, preferendo inseguire una libertà dal loro destino biologico, cioè negando sia la maternità sia la maggiore fragilità, per arrivare a equipararle in tutto e per tutto ai maschi. Il tentativo di fare delle donne degli “uomini come gli altri”,padrone del loro corpo, aveva dei lati positivi, senza dubbio, ma anche il difetto di ignorare condizioni di realtà evidenti. La debolezza di questo progetto, così evidentemente utopistico, è stata pagata a duro prezzo da quelle donne, soprattutto giovani, che hanno creduto di non avere più bisogno di cautele. In realtà, un rapporto più libero e consapevole con il proprio corpo non deve escludere la necessità di riconoscere i rischi e le debolezze del destino femminile, per prevenirli. In qualsiasi città del mondo.

Chiaro no? Infatti prima della legge sul divorzio, del diritto all’aborto, del suffragio universale gli stupri in strada erano molti meno. Perché sono queste le leggi e i diritti figli del femminismo. Ma si sa, le donne devono riconoscere i rischi e le debolezze del loro destino. Sei donna, sei destinata a esser stuprata, previeni. Che è un po’ come “sei un tedesco, sei a Roma, sei destinato a esser derubato, previeni”. Il problema è che così, volente o meno, gli stupri non diminuiscono e i furti nemmeno. Ma i manuali per le donne a Roma continueranno. Sempre.

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