Povia, concerto cancellato dopo le proteste dell’Anpi: «Hanno vinto la mafia e la dittatura culturali»

Povia ha reagito male alla cancellazione del suo concerto a Trezzano sul Naviglio (Milano) in programma il prossimo 23 settembre nella parrocchia di San Lorenzo Martire. La decisione è stata presa dall’organizzatore della rassegna “Autunno Trezzanese”, don Paolo Formenton, dopo le polemiche scatenate dall’Anpi sulle posizioni vicine ai neofascisti del vincitore di Sanremo 2006.

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I partigiani della sezione provinciale di Milano avevano diffuso un comunicato, firmato dal loro presidente Roberto Cenati, in cui definivano Povia «Legato ai neofascisti», «profondamente divisivo» e contrario «all’unità del nostro Paese» e chiedevano al sindaco e all’organizzatore della rassegna di cancellare il concerto di un cantante «legato alla formazione neofascista e antisemita Lealtà e Azione». Alla fine il parroco di Trezzano sul Naviglio, don Paolo Formenton, si è convinto.

POVIA DOPO IL CONCERTO CANCELLATO A TREZZANO SUL NAVIGLIO: «LA LIBERTÀ E LA DEMOCRAZIA HANNO PERSO, LA MAFIA E LA DITTATURA DELL’ANPI HANNO VINTO»

Povia, in un video pubblicato su Facebook, commenta così la decisione: «Per me la libertà e la democrazia hanno perso e invece la mafia e la dittatura culturali dell’Anpi hanno vinto». Il cantautore se la prende anche con «i giornali amici» dell’associazione partigiani, «Corriere, Repubblica, Il Fatto Quotidiano, che mi hanno etichettato con termini bruttissimi “fascista”, “razzista”, “xenofobo”, “omofobo”, tutte stupidate». Povia rivendica le sue posizioni, spesso divisive ed estreme: «Io sono un cantautore bravo e intellettualmente onesto – che piaccia o no –, l’unico che tratta dei temi importanti in modo comprensibile (se no non mi cancellerebbero qualche concerto), sempre documentandomi. Creo un’opinione, accendo dibattiti, è sempre stato così nella mia “piccola” e corta carriera musicale. E meno male che succede, perché vuol dire che qualcuno è vivo!».

Povia si scatena anche contro l’organizzatore della rassegna a Trezzano sul Naviglio, don Paolo Formenton: «Padre Paolo, la fede a costo zero è finita, oggi si paga un piccolo prezzo, che si chiama libertà, che si chiama coraggio delle idee. Quelle cose che oggi nel mondo scarseggiano sempre di più. Però siamo uomini, quindi io, padre Paolo, la capisco anche, ma era un semplice concerto, una semplice festa in musica».

POVIA CONTRO L’ANPI: «ANCHE I PARTIGIANI FURONO DEGLI ASSASSINI»

Verso l’Anpi  Povia è molto meno comprensivo: li definisce «estremi dittatori», che riuscendo a fargli cancellare il concerto, hanno «assassinato la sua anima». E – ricorda, citando Al Pacino – «per l’anima non c’è protesi». Dice anche: «Ricordo sempre che anche i lor partigiani furono degli assassini ai tempi, ma questo per l’italiano medio è un dettaglio. Si ricordano soltanto i morti del fascismo, come se quelli del comunismo fossero stati dei morti giusti».

POVIA: «PAGO IL PREZZO DELLA MIA LIBERTÀ, AIUTATEMI»

Nella conclusione del lungo sfogo che Povia ha affidato a Facebook – «facciamolo diventare virale, così come magra consolazione» – parla di se stesso. «Faccio la vittima? No, io direi che oggi sono la vittima: fatemi un po’ piangere addosso, perché per essere davvero libero – svincolato da ogni schema e da tutto – ho perso i guadagni veri, non sono ruffiano, non lecco il sedere a nessuno, non ho un tenore di vita alto e pago il prezzo della vera libertà, quindi va bene così». E poi si paragona ad altri artisti «che hanno subito attacchi», come Mia Martini e Tenco o «Marco Masini, è stato massacrato per anni con quella stupidata che porta sfiga, quando è uno dei più grandi artisti della musica italiana». Racconta della sua passata depressione e della paura che ritorni. «A volte poi succede che qualcuno finisce anche male, non so se rendo l’idea…», dice rivolto a don Paolo Formenton, al sindaco di Trezzano sul Naviglio e al presidente dell’Anpi  della provincia di Milano, Roberto Cenati. Alla fine si rivolge al suo pubblico, chiedendo un aiuto, anche economico.

 

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