Stefano Esposito contro le Ong: «Non possiamo permetterci di salvare vite umane»

03/08/2017 di Redazione

Le Ong hanno una approccio troppo ideologico e l’Italia non si può permettere di salvare le vite umane. Il senatore del PD Stefano Esposito ha assunto una presa di posizione piuttosto controversa per difendere il codide di condotta imposto dal ministro degli Interni Marco Minniti alle organizzazioni non governative impegnate nei soccorsi nel Mar Mediterraneo. Ecco lo screenshot del profilo Twitter di Agorà che sintetizza il pensiero di Esposito, impegnato questa mattina nella versione estiva del programma di Rai Tre condotto da Serena Bortone. 

L’ATTACCO DI ESPOSITO CONTRO LE ONG AD AGORÀ

Il tweet appare molto controverso, visto che le dichiarazioni di Stefano Esposito, al di là delle opionioni personali di ognuno di noi, si pongono in chiaro contrasto col diritto internazionale. Ogni Nazione è infatti obbligata dal codice marittimo internazionale a salvare le persone disperse in mare. Su Twitter la giornalista Antonella Rampino ha polemizzato contro le dichiarazioni di Esposito, che, come sua abitudine, ha ristretto a stretto giro di posta. Il senatore del Partito Democratico ha scritto prima che il tweet di Agorà rappresentasse una «sintesi di un ragionamento più ampio lo stato pone delle regole che le ong devono rispettare per salvare vite umane», per ribadire dopo che «Se no(n, errore di battitura di Esposito, ndA) aderisci e sottoscrivi non puoi operare non è difficile da capire». Il senatore ha rimarcato come Le vite umane si salvano rispettando in codice del ministro minniti.

Ong

Le spiegazioni di Stefano Esposito appaiono piuttosto contradditorie. Le vite umane però si salvano a prescindere visto che è un obbligo del diritto internazionale che nessuna legge italiana può contraddire. Non lo fa neppure il cosiddetto Codice Minniti, che è in realtà un codice di autoregolamentazione, un accordo tra le autorità italiane e le Ong che nulla a che fare con una legge. La polemica sulle missioni umanitarie organizzate dalle organizzazioni non governative riguarda da una parte eventuali, e tutti da provare, intese con gli scafisti per favorire il traffico internazionale di uomini. Dall’altra il Governo Gentiloni ha mostrato evidente contrarietà al trasporto delle vite salvate nei porti italiani, visto che secondo l’esecutivo queste missioni fanno aumentare la già elevata pressione migratoria sull’Italia.

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