Il film horror su Chernobyl

Un film dell’orrore nella città dell’orrore? A quanto pare Chenobyl Diaries è già in lavorazione, e la questione sta scatenando una certa rabbia su Internet dove si parla di sfruttamento della tragedia. Della storia parla il Corriere della Sera, che comincia raccontandoci la trama del film:

Quattro reattori esplosi, radiazioni superiori all’effetto di 400 bombe atomiche: nel promo del film si vedono le immagini di repertorio del disastro nucleare che nel 1986 espose alle radiazioni decine di milioni di persone. Ma sei ragazzi — anziché sognare una vacanza a Parigi o a Roma — decidono che è più esotico uscire da itinerari già battuti e arrivano a Pripjat, la città ucraina dove vivevano prima dell’incidente gran parte degli operai che lavoravano nella centrale nucleare di Chernobyl. Luoghi fantasma, una vegetazione brulla, periferie tristi anche quando c’era la vita, figurarsi ora, palazzoni abbandonati. Così pare. Perché i ragazzi rimangono intrappolati — il solito pullmino che li lascia a piedi, un classico dell’horror — e scoprono che il luogo non è così inanimato come sembra. Presenze invisibili che iniziano a farsi sentire, le solite torce che illuminano il buio, apparizioni, urla.

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Insomma, il classico inizio di film horror. Che sta scatenando molte polemiche:

Anche se il film è stato girato in Serbia e in Ungheria, c’è chi non ha gradito il riferimento diretto a Chernobyl. Sulla pagina ufficiale di Chernobyl Diaries su Facebook molti internauti chiedono a Oren Peli di devolvere parte degli incassi alle associazioni benefiche che aiutano chi ha subito le conseguenze del disastro nucleare. E c’è anche chi attraverso internet sta chiedendo il boicottaggio del film.

Ed ecco la storia del film:

Chernobyl Diaries (in America dal 25 maggio), opera prima di Bradley Parker, in realtà è una creatura di Oren Peli, che ha scritto la storia originale e del film è anche co-sceneggiatore e co-produttore. Nato in Israele nel 1970, Peli è diventato un fenomeno cinematografico grazie a Paranormal Activity, un horror girato come se fosse un falso documentario che filma l’incubo di due ragazzi in una casa abitata da fenomeni paranormali. Girato proprio a casa di Peli in sette giorni, costato 15.000 dollari, è arrivato a incassarne quasi 200 milioni.

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