Taglia 42? Così il vestito frega le donne

Se la donna si sente più magra, l’acquisto è pressoché assicurato. Questo, a quanto pare, è stato il pensiero di chi si è deciso ad ampliare le taglie per renderle “numericamente” appetibili alle signore. Ma ora a svelare l’arcano ci pensa l’Economist: si è impegnato a condurre una ricerca per dimostrare come una donna che pesa più o meno gli stessi chili di 20 o 30 anni fa oggi indossi abiti di taglie inferiori. Della storia parla il Corriere della Sera:

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La spiegazione è l’«inflazione » delle taglie. «Le banche centrali non possono controllare tutti i tipi di inflazione», sottolinea ironico il settimanale londinese. In pratica, i vestiti hanno la stessa taglia ma negli anni si sono via via allargati. Lo studio parla chiaro: un paio di pantaloni size 14 inglese, una 48 italiana, dagli anni 70 a oggi è cresciuto di ben 10 centimetri in vita e quasi 8 sui fianchi. La tabella entra nel dettaglio: una Large (48) odierna veste una XL (52) di ieri.

Secondo i britannici la moda ha dovuto adeguarsi alla nuova morfologia del corpo che ha visto la vita delle donne allargarsi progressivamente:

Un esempio? I 60 centimetri simbolo di bellezza di Marilyn e le altre icone di bellezza oggi sarebbero arrivati a 66-71 centimetri. A fronte del nuovo corpo «a tronco», per effetto di cibo, ormoni e stile di vita, alle aziende di moda non sarebbe rimasto che rimodellare i loro vestiti, anche spinte dalla convinzione che fa sentire meglio ogni donna l’idea di poter infilare l’abito della giovinezza. «Certo, è un fatto psicologico: una taglia 48 per una donna è una resa, te la indica a voce bassa. Una debolezza femminile adorabile», interviene lo stilista Ermanno Scervino per nulla sorpreso dalla notizia della riduzione delle taglie. «Io lo faccio da sempre. Scalo di una o al limite di mezza, soprattutto dalla 44 alla 42 e dalla 46 alla 44, le taglie centrali in Italia. È un gesto di felicità nei confronti delle donne. L’ho imparato dalle mie amiche, altrimenti le mandi in analisi».

Infine: l’inganno delle taglie nutre la vanità del cliente ma crea un pericolo — mette in guardia la ricerca inglese—: «per i 3/5 degli adulti anglosassoni in sovrappeso le dimensioni (e l’apparenza) ha una grande rilevanza. C’è il pericolo che sottovalutino i rischi per la salute e non siano incentivati a mettersi a dieta».

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