L’ex colonia per bambini era diventata un hotel di lusso. Curia ed ex vescovo condannati a risarcimento milionario

12/06/2017 di Redazione

Era una colonia per bambini e ospitava anche un istituto scolastico. Poi, è diventata un albergo a quattro stelle, che ospitava anche ricevimenti. La Angellara Home – ex Colonia San Giuseppe – ha una lunga storia alle spalle, fatta di carte bollate e di un processo penale che finito in prescrizione. Ma in questi giorni la Corte dei Conti ha aggiunto un nuovo capitolo, condannando l’ex arcivescovo di Salerno Gerardo Pierro, gli istruttori della pratica di ristrutturazione e la stessa curia della città campana al risarcimento di un danno erariale da 2,5 milioni di euro.

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LA VICENDA GIUDIZIARIA DELL’ANGELLARA HOME

Dovranno restituirli allo Stato: la struttura, infatti, avrebbe ricevuto un finanziamento da parte della Regione Campania (all’epoca della presidenza di Antonio Bassolino) che, tuttavia, è stato destinato ad adattamenti incoerenti rispetto all’iniziale accordo di programma. «Il presente giudizio – si legge nella sentenza – trae origine dall’accertamento, in sede penale, di abusi e irregolarità urbanistiche, nonché di ipotesi di truffa aggravata ai danni della Regione». 

La cifra chiesta come risarcimento corrisponde esattamente a quella richiesta alle istituzioni per eseguire dei lavori di ristrutturazione della ex colonia San Giuseppe che sono diventati, poi, la base per costruire un hotel a quattro stelle che è stato anche sequestrato per un certo periodo di tempo dalla Guardia di Finanza.

La condanna interessa anche l’ex cerimoniere della Curia don Comincio Lanzara e Giovanni Sullutrone, progettista di una parte degli interventi e per un periodo anche direttore dei lavori nella struttura. L’ex vescovo Gerardo Pierro aveva rinunciato al governo pastorale nel 2010 e si era ritirato presso una struttura seminariale di Pontecagnano, svolgendo la funzione di arcivescovo emerito della diocesi di Salerno. Per lui e per gli altri soggetti interessati dal provvedimento non resta che sperare nell’appello. 

(FOTO: Leandro Neumann Ciuffo, CC 2.0 Generico)

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