Le Iene e la Blue Whale, ragazzi che si suicidano per gioco

15/05/2017 di Redazione

In Russia centinaia di adolescenti hanno deciso di suicidarsi buttandosi giù da una palazzo e mentre lo facevano si sono fatti filmare. È la drammatica, raccapricciante, conseguenza di un macabro gioco che si è diffuso negli ultimi mesi in rete. Si chiama ‘Blue Whale’, la ‘balena blu’, e consiste in una serie di regole dettate in rete da misteriosi organizzatori, che i ragazzi devono seguire, fino a farsi del male, fino a togliersi la vita.

LE IENE E LA BLUE WHALE: MACABRO GIOCO SUI SOCIAL NETWORK

A parlarne, dopo i numerosi casi di cronaca, è un servizio de Le Iene mandato in onda nel corso della puntata di ieri, firmato da Matteo Viviani. La ‘Blue Whale’ è piano ben preciso, un protocollo che tutti i protagonisti sono tenuti a seguire, un folle psicologico pensato per diffondersi sul web e indurre la mente dei ragazzini a una sorta di depressione così profonda così convincerli che per liberarsene c’è un solo rimedio: il gesto estremo.

«Mia figlia – è la testimonianza a Le Iene della mamma di una delle vittime – si è buttata dal tetto di un condominio di nove piani. Le persone che hanno visto la scena raccontano che lei era seduta sul cornicione del tetto, pensavano che stesse parlando al telefono, perché teneva la mano vicino all’orecchio e urlava. Poi abbiamo scoperto che non stava al telefono, perché non c’era nessuna chiamata nella memoria. Si è buttata, coprendosi gli occhi con le mani. Abbiamo scoperto che aveva provato già due volte a suicidarsi. I compagni di scuola lo sapevano, ma nessuno ci ha detto niente». «Tutti i bambini – è quanto racconta un’altra donna – sapevano quello che stava per succedere. Per loro era una sfida per salire al ‘terzo livello’ del gioco. Mia figlia per loro era diventata una numero uno, la leader».

«Noi genitori che abbiamo perso figli – raccontano le mamme dopo aver indagato sul gesto estremo – per prima cosa diamo la colpa a noi stessi, perché non siamo riusciti a vedere, a scoprire prima. Ma non potevamo sapere perché quello che è successo era impossibile da prevedere. ‘Loro’ dicono ai bambini di stare zitti, di non parlarne con nessuno. Gli impongono delle regole che devono essere rispettate, altrimenti vengono minacciati di essere puniti, severamente». Ai giovanissimi viene imposto di seguire un programma lungo 50 giorni. Gli viene chiesto di alzarsi nel cuore della notte e andare su palazzi alti, di ascoltare musica deprimente, di vedere film horror, di procurarsi ferite man mano sempre più gravi, di avvertire dolore. Infine, di morire. «Io non riesco a capire come siano riusciti a manipolarla», sono le testimonianze. «Hanno usato i nostri figli come ‘sacrifici umani’». In silenzio.

LE IENE E LA BLUE WHALE: 50 REGOLE FINO ALLA MORTE

La prima regola che tutti i ragazzi devono seguire per iniziare a ‘giocare’ è fare finta di niente in modo che agli occhi dei genitori tutto continui a sembrare normale. A gestire il gioco perverso, spiegano Le Iene, ci sono delle persone, degli amministratori che si fanno chiamare ‘curatori’, che attraverso social network come VK, il Facebook russo, reclutano gli adolescenti che anche solo per curiosità si avvicinano al gioco. E ciò che sorprende è che nella follia della Blue Whale che li porta ad ammazzarsi buttandosi dai palazzi non sono coinvolti ragazzi problematici ma normalissimi.

Il padre di una giovane vittima, fondatore di un’associazione a sostegno delle famiglie delle vittime e promotore di un numero per le persone che sospettano che i loro ragazzi stiano giocando alla Blue Whale, ha spiegato che sono momenti in cui muoiono più ragazzi ed altre in cui si suicidano ragazze. «Questo dipende dagli ordini dei curatori, sono loro che decidono quali bambini uccidere. Dai dati raccolti sarebbero almeno 157 i ragazzi morti. Le vittime hanno tra i 9 e 17 anni. «I ragazzi vengono manipolati psicologicamente. Queste persone giocano con la loro mente trasformandoli in zombie», è il racconto di una delle mamme intervistate.

Molti psicologi concordano che la metodologia seguita dai criminali è un meccanismo usato per plasmare e condizionare le loro giovani menti: i curatori per accompagnare i ragazzi alla depressione gli inviano video satanici, riprese di omicidi, di tanti suicidi.

E c’è il rischio che il bilancio di ragazzini coinvolti possa aumentare. La Blue Whale è arrivata anche in altri paesi, come Brasile, Gran Bretagna, Francia. E spuntano sospetti anche in Italia. Le Iene ricordano il caso del 15enne che a febbraio si è tolto la vita a Livorno dopo essere salito sul palazzo più alto della città. Non ci sono prove che il gesto sia legato alla Blue Whale, ma in chat e dal vivo alle Iene un compagno di scuola (che conosceva bene il giovanissimo che si è tolto la vita) ha rivelato come lui seguisse le regole del gioco: si svegliava presto la mattina, guardava film horror, si procurava dei tagli.

LE IENE E LA BLUE WHALE: DECINE DI AMMINISTRATORI NEL MONDO

Ma chi sono i curatori? Se ne conoscono alcuni, come Phillip Budeikin, ragazzo 20enne che per tre anni ha frequentato la facoltà di psicologia. Qualche mese fa è stato arrestato con l’accusa di essere una delle menti malate che stanno dietro la Blue Whale: avrebbe convinto 16 adolescenti a togliersi la vita. Dopo l’arresto ha dichiarato che quelle ragazze  erano felici di morire e che stava ripulendo la società da ‘scarti biologici’. Gli assassini dietro la guerra agli adolescenti possono nascondersi ovunque. Secondo testimonianze alcuni di loro sono psichiatri che si nascondono in Israele, Canada, Russia, Ucraina. Internet li unisce.

(Immagine da: Le Iene / Italiauno / Mediaset)

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