Bamboccioni? No, grazie. Ma senza lavoro i giovani non riescono a essere autonomi

La scure del lavoro sull’autonomia e l’indipendenza dalle famiglie. Il Rapporto Giovani 2017 stilato dall’Istituto Toniolo con il sostegno di Intesa Sanpaolo e della Fondazione Cariplo smentisce l’idea che i ragazzi italiani siano dei bamboccioni che faticano a staccarsi dalla casa dei genitori e dalla loro tutela economica. Un campione di 9000 giovani d’età compresa tra i 18 e i 32 anni sostiene di avere un forte desiderio di indipendenza, ma di essere frenati dall’assenza di un lavoro.

I DATI DEL RAPPORTO GIOVANI 2017

La situazione economica causata dalla disoccupazione rappresenta un ostacolo insormontabile per il 70% degli intervistati, che non riescono a intravedere degli sbocchi futuri. Ben il 92% dei ragazzi ha praticamente rinunciato – e questo rappresenta il dato più allarmante – ad avere sogni, dal momento che non hanno realizzato nessuna delle previsioni fatte lo scorso anno circa la loro uscita dalla casa dei genitori.

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Una generazione in difficoltà su tutti i fronti. L’analisi ha preso in considerazione specialmente i Neet, ovvero, quei giovani che non lavorano, non studiano e non fanno formazione. La scuola e i titoli conseguiti rappresentano quasi una scelta obbligata e vengono ritenuti indispensabili dalla quasi totalità degli intervistati. Ma in Italia c’è ancora troppa gente che non riesce a completare il proprio percorso di studi, distratta da altri fattori. Elemento discriminante, ad esempio, è rappresentato dall’utilizzo dei social network: il 50% dei Neet trascorre più di un’ora al giorno su Facebook, il 20% passa in rete più di tre ore. Tempo sottratto alla ricerca di lavoro e allo studio.

COMPORTAMENTI A RISCHIO SECONDO IL RAPPORTO GIOVANI 2017

 

Vorrei, ma non posso. È questa, insomma, la fotografia fatta dei giovani italiani: ritengono necessario aprirsi a nuove culture, vorrebbero un’Europa più forte politicamente e più solida al suo interno. Ma le difficoltà economiche ne impediscono gli spostamenti e la propensione a sottoporsi a rischi e cambiamenti.

Facile, a quel punto, rifugiarsi in falsi miti come quello del consumo di alcol e di droghe, dei rapporti occasionali non protetti e di altri comportamenti a rischio. La maggior parte dichiara di aver avuto questi problemi in maniera sporadica, ma è comunque un dato preoccupante. Quale futuro, dunque, per i giovani italiani? Secondo il Rapporto dell’Istituto Toniolo ci sono pochi spazi per essere ottimisti.

(FOTO: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)

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