Anddos, parla il direttore dell’associazione della polemica Unar: «Le Iene hanno fatto una cosa illegale»

22/02/2017 di Redazione

«Intanto volevo chiarire che i soldi che sono stati vinti con il bando dell’Unar non vanno ai circoli né alle attività ludiche e ricreative ma vanno ai centri antiviolenza e d’ascolto, centri che in un anno e mezzo hanno già aiutato più di duemila persone. Le Iene hanno fatto una grande illegalità, agiremo in sede legale». Mario Marco Canale, Presidente dell’Associazione Anddos, comenta così il servizio delle Iene che coinvolge la sua associazione a Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG, con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

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ANDOSS: DENUNCIATO CHI SI PROSTITUIVA NEL LOCALE

Il presidente di Anddos è su tutte le furie: «Sono entrati con una telecamera in un circolo privato, che è come la casa di una persona. E’ stato cercato quello che volevano cercare, sono entrati in un circolo, sono riusciti a beccare una persona che si prostituiva e hanno detto che quel circolo era un circolo dedito alla prostituzione. I nostri circoli hanno migliaia di iscritti ma loro hanno preso un caso, lo hanno montato ad arte e hanno fatto vedere che quel circolo faceva quello per prassi. Questo è inaccettabile, noi abbiamo più di 500 dipendenti in tutta Italia e più di 1000 volontari. Non si può generalizzare. E comunque, nonostante la prostituzione non sia un reato, noi ieri abbiamo denunciato, querelato, la persona che con le Iene ha cercato di prostituirsi».

ANDOSS SULLE DIMISSIONI DI SPANO: «RIVELARE IL SUO TESSERAMENTO VIOLENZA DA REGIME NAZISTA»

Canale ha poi commentato le dimissioni di Francesco Spano, direttore dell’Unar: «Ha sbagliato a scegliere di dimettersi. Non ha commesso nessun errore, non ha fatto nessuna cosa sbagliata. E’ stato emotivamente scosso dalla violenza che ha subito, anche da un punto di vista personale. Le Iene hanno detto chiaramente che lui aveva una tessera, una tessera che avrebbe potuto in qualche modo scoprire il suo orientamento sessuale e questa è una violenza degna dei peggiori regimi nazisti e fascisti, una cosa che non può essere accettata. Rendere pubblico l’orientamento sessuale di una persona è una cosa da nazisti».

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