Hotel Rigopiano, Quintino Marcella e quella richiesta d’aiuto a cui non hanno creduto

20/01/2017 di Redazione

«Quando al telefono ho lanciato l’allarme per soccorrere gli ospiti e i dipendenti dell’hotel Rigopiano sepolti dalla slavina, la dirigente della prefettura non mi ha creduto». Questa l’inquietante denuncia di Quintino Marcella, titolare di un ristorante a Silvi Marina e professore dell’Istituto alberghiero dove studiava Giampiero Parete, lo chef che ha diffuso all’esterno l’sos.

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QUINTINO MARCELLA E LA RICHIESTA DI AIUTO PER L’HOTEL RIGOPIANO

L’uomo, in un’intervista a QN, ricostruisce quei drammatici momenti. «Giampiero mi ha telefonato verso le 17,30-17,40 dicendomi di chiamare la polizia. Urlava: aiuto, aiuto, l’albergo è stato raso al suolo, corri, corri, è tutto sommerso. Ho telefonato subito alla polizia, che mi hanno passato gli uffici della prefettura. Mi hanno detto che alle 15 aveva già chiamato il direttore dell’albergo, e quindi non era vero quello che dicevo, perché il direttore tre ore prima li aveva tranquillizzati: è tutto ok».

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«La mia insistenza – ha spiegato Marcella – ha fatto sì che si muovessero. Ho composto tutti i numeri d’emergenza: 112, 113, 115, 117, 118, oltre a mandare messaggi ad amici e in paese. A Giampiero dicevo che stavano arrivando, non pensavo ci fossero tutte queste difficoltà».

«Mi ha richiamato la dirigente della prefettura alle 18,30 e mi ha fatto una domanda trabocchetto perché non si fidava: ‘È sicuro che lei è davvero il signor Marcella? Mi sa dire chi è il sindaco di Farindola? Lo sa che lei può essere denunciato per falso?’», ha spiegato Marcella. «Io al telefono ho risposto: il sindaco si chiama Ilario Lacchetta e io sono il prof Marcella. Allora hanno detto: ok, ci attiviamo».

 

(Foto del Soccorso Alpino Speleologico Lazio da archivio Reuters)

 

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