Luigi Di Maio non avrebbe capito un’altra mail, quella sulle firme false di Palermo

14/10/2016 di Redazione

Le email sembrano dare continui problemi a Luigi Di Maio. Dopo la comunicazione inviata da Paola Taverna sul caso Muraro, non compresa dal vicepresidente della Camera, ora La Stampa evidenzia una contraddizione nel racconto di Di Maio sulla vicenda delle firme false di Palermo. Anche in questo caso il problema verte su una mail.

LUIGI DI MAIO E LA MAIL SULLE FIRME FALSE DI PALERMO

Dopo Roma, Palermo. Il capoluogo siciliano è la grande occasione del M5S per diventare il vincitore delle amministrative 2017, considerando la probabile sconfitta di Parma causata dall’addio a Pizzarotti. Alle politiche 2013 M5S era unica forza a superare il 30% a Palermo, mentre nel 2014 il trionfante PD di Renzi, che l’aveva doppiato in Italia, era davanti ai 5 Stelle di soli 5 punti. La firma delle vicende false per le comunali del 2012, svelata dalle Iene, rischia però di creare un nuovo problema per i leader dei 5 Stelle. Luigi Di Maio, infatti, sarebbe stato informato della controversia tramite una mail prima del suo incontro con le Iene, come svela un articolo di Ilario Lombardo sulla Stampa di oggi.

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LUIGI DI MAIO E LA CONTRADDIZIONE SULLA MAIL

Il giornalista della testata torinese rimarca come Luigi Di Maio abbia dichiarato di esser venuto a conoscenza delle presunte firme falsificate a Palermo grazie al contatto con un autore del programma televisivo di Italia Uno, avvenuto il 26 settembre a Roma. In quell’occasione Di Maio aveva manifestato il suo stupore per la novità. In un comunicato successivo alla puntata delle Iene però, sottolinea Lombardo, il vicepresidente della Camera ha dichiarato di aver inoltrato una email relativa a questa vicenda ai carabinieri. La comunicazione era arrivata al suo indirizzo istituzionale il 12 settembre, due settimane prima della sua presunta scoperta del caso.

BEPPE GRILLO INFORMATO DELLE FIRME FALSE DI PALERMO

La vicenda delle firme false potrebbe mettere in difficoltà anche Beppe Grillo. Il grafologo che ha testimoniato le irregolarità condotte da diversi militanti M5S, almeno sentendo la sua versione su cui sta indagando la magistratura, ha spiegato alla Stampa di essere a conoscenza dell’informazione ricevuta dal fondatore del M5S. Il professor Vincenzo Pintagro ha spiegato come il proprietario del locale dove venivano falsificate le liste per le comunali palermitane del 2012, Luigi Scarpello, lo avrebbe raccontato a Grillo durante una cena coi 100 migliori attivisti pentastellati. Il fondatore del M5S avrebbe allargato le braccia in segno di sconforto, ma non avrebbe preso alcuna azione.

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