La bufala di Graziano Delrio che dice che «non si investe al Sud perché ci sono le rocce»

Gira su Facebook un post che attribuisce una determinata frase all’attuale ministro dei trasporti Graziano Delrio. Questo:

graziano delrio

 

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GRAZIANO DELRIO E LE ROCCE AL SUD

Ma Delrio ha davvero pronunciato questa frase? Basta fare una breve verifica su Google e appare questo blog con questo titolo. E in realtà, a parte pagine social e blog minori c’è solo questo:

I DELIRI DI DELRIO / Al Sud non si investe perché ci sono le rocce. Marco Esposito: “Da lacrime”

In realtà, oltre al titolo, nel post è scritto il parere di Delrio riportato in una intervista de Il Mattino. Correva il 24 ottobre 2014, il ministro diceva una cosa decisamente differente:

Prima di spendere 5 miliardi per l’alta capacità Napoli-Bari occorre verificare con attenzione tutta la progettazione, vista la particolarità di alcuni tratti rocciosi del percorso. E lo stesso vale per la Salerno-Reggio Calabria. Sono opere prioritarie, le faremo come abbiamo indicato nel decreto Sblocca Italia: ma non vogliamo partire con il piede sbagliato

Semplicemente il concetto espresso da Delrio è che prima di investire occorre verificare il territorio per incrementare e non sperperare soldi inutili con ricorsi e stop dei lavori.  C’è inoltre una ulteriore precisazione da fare in merito al post: all’epoca Delrio era solo sottosegretario alla presidenza del Consiglio, non ministro. Non solo. Quella intervista di Delrio non passò indifferente tanto che all’epoca nacque la pagina Facebook “Non investiamo al sud perché”. Degli errori dentro il post ne parla ampiamente anche David Puente sul suo blog.

GRAZIANO DELRIO E I FONDI UE CHE CI SONO SEMPRE STATI

E per quanto riguarda i fondi europei non investiti su quella tratta? Si tratta del piano finanziato dall’Unione europea il 27 aprile 2012. Repubblica lo descrive bene:

il Grande progetto di adeguamento ferroviario dell’area metropolitana del Nord barese includeva fra gli interventi anche il raddoppio del binario sul quale si è verificato l’incidente. Nel 2013 erano stati effettuati gli espropri dei terreni, mentre nelle scorse settimane era stato prorogato il termine per la presentazione delle offerte relative alla gara di appalto per la progettazione e l’esecuzione dei lavori per il raddoppio della tratta Corato-Andria. “Appare chiaro, purtroppo, che si tratta di un errore umano”, interviene il deputato pugliese Nuccio Altieri (Conservatori e riformisti). “Uno dei due treni non doveva trovarsi lì in quel momento, su quel maledetto binario unico per il quale da molti anni, troppi anni, si aspettano le autorizzazioni per il raddoppio”.

Colpa della burocrazia, perché i soldi ci sono. Nulla è andato al Nord. Semplicemente non si è fatto nulla e non abbastanza per investirli nel tempo dovuto:

Il progetto per il raddoppio risale addirittura al 2007. L’opera prevede interventi infrastrutturali e tecnologici per modernizzare e migliorare l’accessibilità della tratta ferroviaria Bari-Barletta, incluso il collegamento tra il centro di Bari e l’aeroporto Karol Wojtyla di Palese: fra gli altri, la soppressione di 22 passaggi a livello, la realizzazione di 19 chilometri di ferrovia ristrutturati (di cui 15,137 di raddoppio della linea), due nuove stazioni, tre ammodernamenti di stazioni esistenti e 3,690 chilometri di linea interrata.

Era stato necessario attendere un altro anno, il 2013, perché fosse completato l’iter dell’esproprio dei terreni. E ancora, altri tre anni sono andati persi nei percorsi della burocrazia: si arriva al 16 giugno scorso, quando la Ferrotramviaria ha comunicato una proroga (al 19 luglio 2016) per la scadenza della presentazione delle domande di partecipazione alla gara, inizialmente prevista per il 1° luglio. L’appalto ha come oggetto la progettazione e l’esecuzione dei lavori per la realizzazione del raddoppio nella tratta in cui si sono scontrati frontalmente i due convogli. Tempi sempre più dilatati dalla burocrazia, dunque, che hanno portato alla tragedia

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