Giulio Regeni temeva di essere stato schedato dall’Egitto

26/02/2016 di Redazione

Giulio Regeni, la verità sulla sua morte è ancora lontana dall’arrivare. Sempre se arriverà mai. Prima l’incidente stradale, poi la rapina, a seguire un regolamento di conti per questioni di droga, adesso il movente a sfondo omosessuale. Queste le versioni rilasciate dalle autorità egiziane, versioni che non arrestano i depistaggi sulla fine del ricercatore friulano.

GIULIO REGENI RITENUTO UNA SPIA INGLESE?

Giulio Regeni non è morto per questo. La verità va cercata nelle tracce lasciate dal 28enne sparito nel nulla al Cairo il 25 gennaio 2016. E in queste tracce, riprese da La Stampa, potrebbe celarsi il vero motivo del rapimento di Giulio Regeni: gli egiziani lo credevano una spia inglese. Tutta colpa della sua attività di ricerca e delle sue inchieste nel mondo sindacale autonomo, ritenuto oppositore del governo facente capo al Presidente Abdel Fattah Al-Sisi. La traccia è stata trovata dalla polizia italiana che lavora sull’unico oggetto a sua disposizione: il computer di Giulio Regeni.

GIULIO REGENI A UN AMICO: «HO PAURA DI ESSERE STATO SCHEDATO»

 

Giulio Regeni scriveva in una e-mail a un amico che si sentiva “osservato”:  «Non vorrei sembrarti paranoico, ma ho paura di essere stato schedato». Il documento si riferisce alla sua partecipazione all’assemblea sindacale degli ambulanti dissidenti dello scorso 11 dicembre. Due colleghi del ricercatore friulano hanno spiegato al Pm responsabile dell’inchiesta che in quell’occasione Giulio Regeni si era accorto di essere stato fotografato durante quella riunione a inviti: «Non si trattava né di un reporter né di un ambulante o un sindacalista».

GIULIO REGENI: IL PC IN MANO AGLI ITALIANI, IL RESTO AGLI EGIZIANI

Da qui parte il sospetto di un’osservazione nei confronti di Giulio Regeni da parte di qualcuno vicino agli apparati della polizia che voleva documentare la sua partecipazione a incontri, manifestazioni e iniziative di ambienti vicini ai Fratelli Musulmani. Giulio Regeni era visiting scholar dell’American University del Cairo nonché dottorando dell’Università di Cambridge. I contenuti del suo computer sono in mano agli italiani mentre i video, i tabulati telefonici e i verbali sono in possesso delle autorità egiziane.

GIULIO REGENI: ATTESA PER I RISULTATI DELL’AUTOPSIA

 

I documenti in mano all’Egitto al momento non sono stati visti da nessuno, neanche dagli inquirenti italiani, i Carabinieri del Ros e i poliziotti della Sco inviati dal ministero degli Esteri al Cairo. Le autorità locali non hanno reso disponibili neanche i risultati della prima autopsia effettuata al Cairo. Secondo l’esame condotto in Italia Giulio Regeni aveva oltre 20 fratture a mani, piedi, braccia, gambe e scapole, gli sono state strappate un’unghia di una mano e una di un piede, gli hanno tagliato le parti superiori delle orecchie mentre su una coscia hanno trovato segni di bruciatura da sigaretta. Smentite le scariche elettriche ai genitali. Queste le uniche certezze sulla morte di Giulio Regeni.

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