Supercanguro, cos’è

Supercanguro, cos’è questo famigerato Supercanguro (o canguro) di cui parlano, e perché tutti si stanno arrabbiando sul tema.

SUPERCANGURO, COS’È

Se un emendamento è stato già approvato, o bocciato, perché perdere tempo a votare tutti gli emendamenti uguali, simili o comunque analoghi o dello stesso spirito? È questo lo spirito del cosiddetto canguro, o supercanguro, la tecnica parlamentare di riduzione dell’ostruzionismo nei lavori di Camera e Senato che con ogni probabilità consentirà la celere approvazione del ddl Cirinnà sulle Unioni Civili come ha già facilitato il cammino della legge Boschi sulla Riforma Costituzionale. Un escamotage cucito nei regolamenti parlamentari che consente di velocizzare moltissimo i lavori di approvazione di una nuova legge.

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SUPERCANGURO, COS’È IL CANGURO

A predisporre il cosiddetto Supercanguro sulla legge Cirinnà è il senatore di rito renziano Andrea Marcucci. La Stampa ci spiega a che punto stanno i tumulti di Palazzo Madama.

Le due guarnigioni siedono al tavolo delle trattative dopo pranzo in un Senato deserto, alla vigilia del voto di oggi da cui dipendono le sorti delle unioni civili: quello sul «canguro», emendamento killer che spazza via quasi tutte le altre modifiche. Una sorta di Bignami della legge Cirinnà, del renziano Marcucci, che sarà votato per primo a scrutinio palese e che contiene anche i cardini della «stepchild adoption». Tanto da azzerare tutti i successivi voti sul «se», cioè quelli che puntano a togliere di mezzo le adozioni con stralci e abrogazioni varie. Una prima conta decisiva ma senza patemi, stando alle voci da dentro del Pd, che parlano di numeri «più che abbondanti, ben oltre i 165 sì»; e da cui dunque si capirà subito se anche le adozioni dei figli naturali hanno i numeri per passare oppure no.

 

 

Il supercanguro, come ricorda il Giornale, si ricava “per negazione” dai regolamenti parlamentari: ovvero è una manovra non regolamentata ma possibile – nonostante ci siano alcune prese di posizione che lo definiscono “incostituzionale”, anche se difficilmente la Corte Costituzionale mette bocca nei lavori del Parlamento.

I riferimenti normativi, comunque, si rintracciano nel regolamento della Camera all’articolo 85 dove si consente la votazione degli emendamenti più distanti dal testo originale, e poi si consente il Canguro vero e proprio per le leggi di riforma Costituzionale; e al regolamento del Senato all’articolo 102 dove si consente al Presidente di modificare l’ordine delle votazioni.

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Con il Canguro si approva dunque, o si boccia, fra tutti gli emendamenti presentati quello più “radicale”; se quello viene bocciato, o approvato a seconda dei casi, si danno per assorbiti gli altri. Ad esempio l’Ansa riporta un esempio di “canguro” utilizzato durante la discussione della Legge Elettorale.

L’emendamento di Sel bocciato diceva tra le altre cose che la Camera è composta da 300 deputati. E allora è stato considerato superato l’emendamento successivo che era praticamente identico, con l’unica differenza di indicare un numero di 360 deputati.

 

Il senso è: se la Camera ha già respinto l’idea di una composizione da 300 elementi, si può “saltare” (da qui, il canguro) anche il voto su una Camera da 360 elementi: quell’emendamento, e tutti gli altri, possono considerarsi assorbiti. La pratica corrente, ad esempio quella utilizzata da Stefano Esposito per la legge elettorale (la strategia Espositum, così ribattezzata), è quella di proporre un maxiemendamento iniziale che sostanzialmente ricalca l’impianto della legge finale e, in questo modo, sopprimere l’intera discussione sugli emendamenti successivi.

Per quanto riguarda la legge sulle Unioni Civili l’AdnKronos spiegava ieri quale potrebbe essere la strategia del governo per superare l’impasse: dividere la discussione in due “minicanguri”, uno sull’impianto generale della legge per procedere speditamente, e il secondo invece per consentire la discussione sulla stepchild adoption, la parte più controversa del testo Cirinnà.

La riunione ha fotografato il persistere di posizioni distanti. Icattolici hanno dichiarato che voteranno no al ‘super canguro’ che ha l’effetto di spazzare via la quasi totalità degli emendamenti al ddl Cirinnà. I cattodem non ci stanno, chiedono di poter discutere in aula e di poter esprimere il loro voto. In particolare sul punto caldo delle stepchild. Di qui l’ultima offerta ai cattodem: votare per parti separate il canguro. “Un cangurone e un cangurino con dentro solo l’art.5 sulle stepchild – si ironizza al Senato – così i cattolici potrebbero esprimersi sul punto”. La proposta però non ha convinto i cattodem. Temono che l’aula respinga la richiesta di spacchettamento. Del resto già 16 senatori Pd, area ‘giovani turchi’, hanno messo in chiaro che diranno no al ‘cangurino’. In definitiva la giornata si chiude nell’incertezza. Domani si va in aula e ancora non si sa come.

 

La situazione è dunque ancora molto intricata. Si attendono le prossime ore perché si sciolga.

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