Primarie Usa 2016: con i Caucus dell’Iowa al via la corsa verso la Casa Bianca

27/01/2016 di Andrea Mollica

Primarie USA 2016 Caucus Iowa

Ci siamo. E’ tutto pronto per una delle corse più affascinanti che esista nella politica mondiale. La corsa verso la Casa Bianca. Lunedì 1 febbraio 2016 si svolgerà la prima consultazione delle primarie Usa per le presidenziali di novembre. I caucus dell’Iowa daranno le prime indicazioni sui candidati democratici e repubblicani in corsa per la nomination: un momento importante, anche se non decisivo, che da ormai più di 40 anni avvia il lungo percorso verso la Casa Bianca.

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IOWA CAUCUS 2016

A quasi un anno dall’avvio ufficioso delle primarie – Ted Cruz è stato il primo repubblicano di spicco a candidarsi per la Casa Bianca il 23 marzo del 2015, Hillary Clinton è stata la prima democratica di rilievo ad annunciare la sua corsa poche settimane dopo, il 12 aprile – gli elettori americani inizieranno a votare per decidere il prossimo presidente degli Stati Uniti. Il nome del successore di Barack Obama, il quarantacinquesimo capo di Stato e di governo degli Usa, sarà (quasi sicuramente) sulla lista dei candidati dei caucus dell’Iowa. Questa consultazione segna la prima tappa delle primarie presidenziali dal 1972 per i Democratici e dal 1976 per i Repubblicani, e da diversi decenni i caucus di questo Stato del Midwest hanno consolidato il loro ruolo centrale nella competizione della Casa Bianca. Nelle primarie meno combattute, come quelle democratiche del 2000 vinte da Al Gore, i caucus dell’Iowa hanno aperto e praticamente concluso, insieme alle successive elezioni in New Hampshire, la sfida tra i candidati. Nel 2008 la sorprendente ascesa di Barack Obama alla Casa Bianca è iniziata proprio con la netta vittoria ottenuta in questa competizione, un successo capace di mutare radicalmente la dinamica di una corsa che sembrava indirizzata verso la colonna di Hillary Clinton. Nel 2016 i caucus dell’Iowa non dovrebbero produrre esiti così clamorosi, ma sicuramente il primo giudizio dell’elettorato spingerà diversi candidati ad abbandonare le loro campagne, in caso di risultati particolarmente negativi. Il calendario delle primarie 2016 è strutturato in modo tale da favorire una competizione piuttosto lunga, e al momento i sondaggi rilevano sfide competitive potenzialmente piuttosto prolungate nel tempo. Democratici e Repubblicani, come spesso capita, svolgeranno in contemporanea i caucus dell’Iowa, anche se con regole piuttosto diverse tra le due elezioni.

Caucus IIowa
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CAUCUS IOWA COS’È

I caucus dell’Iowa segnano il primo appuntamento delle primarie Usa, ma, come indica lo stesso nome, si svolgono in modo diverso rispetto alle elezioni primarie, organizzate negli Stati Uniti per le cariche monocratiche. Queste ultime, a differenza di come si svolgono in Italia, sono consultazioni assolutamente comparabili alle normali elezioni per le cariche federali, statali o locali, gestite dai 50 ministeri degli Interni degli Stati. I caucus invece sono paragonabili ad assemblee di partito, rivolte normalmente solo agli elettori registrati, che grazie all’enorme attenzione generata dalla competizione presidenziale sono caratterizzate in Iowa da un’elevata partecipazione. Questa consultazione si svolge in ognuna delle 1681 sezioni elettorali, precinct in inglese, in cui è suddiviso lo Stato. Il processo di nomina dei delegati alle Convention presidenziale prosegue poi nei mesi successivi, e in passato le successive assemblee di partito di livello superiore avevano portato a cambiamenti anche rilevanti rispetto al giudizio espresso dai votanti. Nel 2016 i Repubblicani hanno però cambiato le loro regole, per far sì che non si verifichi la situazione del 2012, quando Ron Paul, arrivato terzo, aveva conquistato la maggior parte dei delegati, e sia rispettato l’esito della consultazione. Le regole dei caucus dell’Iowa sono significativamente diverse tra Gop e Democratici. I primi svolgono una consultazione vicina a una primaria: i caucusgoers ricevono una scheda elettorale dopo l’assemblea, in cui indicano il loro candidato preferito a scrutinio segreto. I caucus democratici assomigliano ancora di più a un congresso di partito. Il voto non è segreto, e i delegati sono suddivisi attraverso un processo piuttosto complicato. A ogni precinct è assegnata una quota fissa di delegati , determinata in base ai risultati del partito nelle due elezioni precedenti e non in base alla partecipazione alla votazione. Dopo il dibattito, i caucusgoers sono invitati a unirsi al gruppo del rappresentante del candidato intervenuto. Ogni gruppo deve avere una determinata viability, 15% dei partecipanti ai caucus, per poter accedere alla ripartizione dei delegati. In caso contrario, i caucusgoers dovranno unirsi ai gruppi degli altri candidati sopra il 15%. oppure chiedere di non essere conteggiati come votanti. Quando questa selezione si è conclusa, si conta il numero totale dei votanti per ogni candidato per distribuire i delegati assegnati al precinct.

Caucus Iowa
Scott Olson/Getty Images

HILLARY CLINTON

Le regole peculiari che disciplinano i caucus democratici dell’Iowa non dovrebbero avere un impatto particolarmente significativo nella sfida, sempre più accesa, tra Hillary Clinton e Bernie Sanders. La ricollocazione dei votanti dovrebbe limitarsi ai pochi caucusgoers schierati per Martin O’Malley, o eventualmente agli uncommitted, coloro i quali non esprimo una preferenza. Entrambe queste opzioni appaiono decisamente minoritarie, visto che la sfida tra i due principali candidati sta accendendo la base democratica, in termini anche imprevisti rispetto alle previsioni. I caucus dell’Iowa sono una consultazione particolarmente importante per la campagna di Hillary Clinton. Un’eventuale vittoria nella prima competizione delle primarie Usa consentirebbe all’ex segretario di Stato di attutire anche la sempre più probabile sconfitta in New Hampshire. Se invece Bernie Sanders dovesse vincere nello Stato del Midwest, ipotesi concreta visti i sondaggi, la nomination democratica diventerebbe ben più competitiva delle attese. Nei caucus dell’Iowa votano prevalentemente militanti di partito, o elettori altamente motivati. Conta molto la forza organizzativa delle campagne sul campo, il cosiddetto groundgame, e sotto questo punto di vista Hillary Clinton può contare su 26 uffici aperti nelle 99 contee dell’Iowa, contro i 23 di Bernie Sanders. Valori distanti rispetto ai 34 aperti dalla campagna di Barack Obama nel 2008, record nello Stato, che avevano dato un contributo rilevante al sorprendente successo ottenuto dall’allora senatore junior del vicino Illinois. Nelle contee dove non esiste un’organizzazione con personale retribuito la partecipazione nel giorno dei caucus è decisa prevalentemente dall’entusiasmo dei votanti, un parametro dove Bernie Sanders prevale sulla sua sfidante. In Iowa Hillary Clinton deve inoltre fronteggiare un elettorato demograficamente piuttosto sfavorevole, più bianco e più liberal rispetto a quello nazionale.

Caucus Iowa
La media dei sondaggi sui caucus democratici dell’Iowa pubblicati nel 2016

La mancanza delle minoranze etniche e i molti giovani progressisti sono fattori che favoriscono la rincorsa del senatore del Vermont, partito con un enorme svantaggio nei sondaggi. Le ultime rilevazioni demoscopiche rilevano un equilibrio piuttosto marcato, con un’erosione costante del margine di vantaggio di Hillary Clinton che sembra rendere particolarmente aperta la competizione.

Caucus Iowa
Scott Olson/Getty Images

DONALD TRUMP

I caucus dell’Iowa potrebbero avere un impatto più significativo sulle primarie repubblicane. I candidati Gop per la nomination presidenziale sono ancora numerosi, e tra il primo voto e il successivo appuntamento del New Hampshire si dovrebbe verificare una grossa scrematura, con la sospensione di diverse campagne incapaci di attirare consensi e soprattutto finanziamenti. Le regole repubblicane permettono ai caucus dell’Iowa di essere più simili alle primarie rispetto a quanto avviene tra i Democratici, un aspetto che potrebbe favorire Donald Trump. Il miliardario repubblicano appare particolarmente debole dal punto di vista organizzativo, soprattutto rispetto alla sua forza demoscopica. Anche in Iowa, lo Stato dove i sondaggi erano stati più negativi, o meno stellari, rispetto ai valori rilevati a livello nazionale o negli altri Stati in cui si svolgeranno primarie nelle prossime settimane, Donald Trump ha conquistato la prima posizione nelle indagini sulle intenzioni di voto a pochi giorni dal voto. Il senatore del Texas Ted Cruz ha perso il primato demoscopico acquisito dopo il collasso della campagna di Ben Caron, noto neurochirurgo afro-americano che per diversi mesi era riuscito a trasformare in intenzioni di voto demoscopiche l’elevato apprezzamento della base conservatrice nei suoi confronti. Nelle ultime settimane diversi esponenti dei vertici repubblicani hanno lanciato una campagna contro Ted Cruz, con la fondazione di un Super Pac che investe in pubblicità negativa contro il senatore del Texas. L’ostilità di una parte dell’establishment repubblicano sembra aver penalizzato il candidato con il miglior groundgame sul campo, che appariva il naturale favorito per i caucus dell’Iowa alla luce del suo posizionamento ideologico. Lo Stato del Midwest ha un elettorato repubblicano particolarmente conservatore, con molti cristiano-evangelici che di solito premiano i candidati schierati più a destra sui temi dei diritti civili, come i vincitori del 2008 e del 2012, Mike Huckabee e Rick Santorum. Donald Trump ha sicuramente posizioni molto conservatrici su alcuni temi, come l’immigrazione, ma sui temi dell’aborto o del matrimonio gay cari a molti caucusgoers dell’Iowa ha espresso opinioni talvolta distanti dall’ortodossia della destra evangelica. Una vittoria del miliardario di New York ai caucus dell’Iowa avrebbe un impatto significativo. Dopo mesi di dominio virtuale nei sondaggi, Donald Trump dimostrerebbe la sua capacità di vincere nelle competizioni elettorali, messa in dubbio da chi ritiene le indagini demoscopiche inflazionate dalla popolarità di uno degli imprenditori più noti d’America, per lungo tempo stella della TV statunitense. Osservando i sondaggi i caucus dell’Iowa dovrebbero essere una sfida tra Ted Cruz e Donald Trump. Marco Rubio è terzo ma con uno svantaggio cospicuo, mentre gli altri candidati più moderati e apprezzati dall’establishment, come Jeb Bush, Chris Christie o John Kasich, stanno puntando le loro poche chance sulle primarie del New Hampshire.

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La media dei sondaggi sui caucus repubblicani dell’Iowa pubblicati nel 2016

PRIMARIE USA

I caucus dell’Iowa sono un appuntamento centrale del lungo processo di selezione dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti, come dimostrano i tanti vincitori di questa consultazione che hanno strappato la nomination, da Barack Obama a John Kerry, da George W Bush a Ronald Reagan. Nella storia recente ci sono però diversi casi di candidati democratici o repubblicani che non solo non hanno vinto i caucus, ma che hanno ottenuto un risultato praticamente disastroso, come successo nel 1992 a Bill Clinton e nel 2008 a John McCain, entrambi arrivati in quarta posizione. La vittoria in Iowa o un buon risultato ai caucus sono obiettivi di praticamente quasi tutte le campagne presidenziali con ambizioni di successo. Per questo motivo i candidati dedicano enorme quantità di denaro e tempo a questo Stato del Midwest, sin dall’estate che precede l’avvio delle primarie, solitamente collocato a gennaio o febbraio dell’anno delle presidenziali. Chi vince i caucus dell’Iowa riceve una quantità enorme di pubblicità gratuita su TV, radio, giornali e siti di informazione, visto che ogni media americano dedica grande attenzione a questa elezione, che in realtà coinvolge poche decine di migliaia di persone. Lo stesso si verifica alle “prime” primarie del New Hampshire, che da ormai diversi decenni si svolgono una settimana dopo la competizione nello Stato del Midwest. Il successo nei cosiddetti “Early States”, i primi Stati a votare per i candidati alla presidenza degli Stati Uniti, consente ai vincitori di ottenere non solo i delegati per la Convention, ma un premio ancora più prezioso, il “Momentum”. Con questo termine inglese, traducibile come slancio in italiano, i politologi e i commentatori si riferiscono all’attenzione e all’eccitazione conquistata negli elettori, che permette ai vincitori di aumentare i propri consensi demoscopici così come la raccolta finanziaria. Un caso paradigmatico del momentum post Iowa è stata la vittoria di Barack Obama ai caucus del 2008: pochi giorni prima dal voto era un candidato che si batteva con John Edwards per essere la più credibile, anche se minoritaria, alternativa a Hillary Clinton. Pochi giorni dopo il voto era invece diventato il candidato favorito per la nomination. Nel 2004 John Kerry aveva ricevuto uno slancio ancora più marcato dalla sua sorprendente vittoria nei caucus del Midwest. Nelle primarie Usa del 2016 il momentum post Iowa potrebbe cambiare la sorte di elezioni finora piuttosto combattute. Hillary Clinton è la favorita per la successione di Barack Obama, ma Bernie Sanders sta mostrando una competitività sia a livello statale che nazionale piuttosto sorprendente, nel fundraising così come nell’appoggio della base democratica. Il senatore del Vermont, se dovesse vincere in Iowa e in New Hampshire, potrebbe attrarre le minoranze etniche finora nettamente schierate con Hillary Clinton. In casa repubblicana la situazione è potenzialmente ancora più aperta. Donald Trump ha monopolizzato le primarie Gop grazie alla sua personalità strabordante e una popolarità sconosciuta a ogni politico americano, con l’eccezione dei precedenti presidenti, e forse della sola Hillary Clinton. Gli ostacoli verso la sua vittoria sono però diversi, e chiunque riuscisse a batterlo tra Iowa e New Hampshire potrebbe conquistare il ruolo di sfidante ufficiale del miliardario più noto d’America, che al momento appare propedeutico per ogni candidato Gop con ambizioni presidenziali nel 2016.

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